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Tra virus e discontinuità, un anno da sindaco per Zattini: "Forlì rinata sotto la bandiera della libertà"

Zattini riassume il sui primo anno alla guida della "stanza dei bottoni" del Comune puntando sia sui progetti eseguiti o in corso, sia all'emergenza Coronavirus che ha travolto l'agenda di governo della città

Un anno fa Gian Luca Zattini è stato eletto sindaco di Forlì, il primo sindaco della città di centro-destra da 49 anni. Dal 1970, infatti - dopo le giunte di centro formate dalla coalizione Dc-Pri che si sono susseguite dal Dopoguerra - Forlì è stata governata da sindaci del Partito Comunista Italiano e dei vari partiti che, dopo la caduta del Muro di Berlino, ne hanno raccolto l'eredità politica e ideale di sinistra (Angelo Satanassi, Giorgio Zanniboni, Sauro Sedioli, Franco Rusticali, Nadia Masini, Roberto Balzani e Davide Drei). Zattini invece, in discontinuità, ha una giunta sostenuta in consiglio comunale da Lega, Forza Italia, dalla lista civica "Forlì Cambia" e da Fratelli d'Italia, con varie turbolenze politiche per quanto riguarda quest'ultimo partito, con il quale non sono mancati gli strappi e i dissensi.

Zattini riassume il sui primo anno alla guida della "stanza dei bottoni" del Comune puntando sia sui progetti eseguiti o in corso, sia all'emergenza Coronavirus che ha travolto l'agenda di governo della città. Scrive Zattini: "Il 9 giugno 2019, Forlì ha capito che si può cambiare e rinascere sotto la bandiera della libertà. La sensazione di quella sera, trascorsa in un limbo di tensione e desiderio, mi torna alla mente ancora adesso, dopo un anno di lavoro al servizio di Forlì e dei forlivesi. Un anno che ci ha visti preparati al lancio di nuove sfide e alla pianificazione di progetti straordinari che cambieranno definitivamente il volto del nostro territorio. Penso prima di tutto all’insediamento della facoltà di Medicina, quintessenza di un percorso di crescita e di sviluppo non solo educativo, ma ricettivo e culturale al tempo stesso. Penso allo sforzo imprenditoriale senza precedenti messo in campo da una cordata di imprenditori responsabili per riaprire l’aeroporto Luigi Ridolfi. Penso al nostro centro storico, culla dell’identità forlivese, che abbiamo scelto come vetrina della ripartenza attraverso un programma di tutela del decoro urbano, di efficientamento della pubblica illuminazione e di valorizzazione degli interessi commerciali, a cui dedicheremo un plafond di risorse eccezionali per un settore che soffre e ha sofferto più di tutti gli effetti della quarantena".
 
Ma è stato sicuramente l'epidemia di Covid-19, che ha travolto l'Italia negli ultimi 4 mesi a segnare una svolta imprevista: "È stato un anno che non dimenticheremo a causa di un virus silenzioso e micidiale, che ci ha reso tutti uguali e vulnerabili davanti alla minaccia della malattia - scrive Zattini -. Un virus che ha messo a nudo le nostre debolezze, facendoci riscoprire l’importanza di stare insieme e di sentirsi parte della stessa comunità. E adesso, dopo mesi di sofferenze, ci aspetta la sfida più grande che coniuga speranza, coraggio e intraprendenza. Perché la ripartenza è il grande snodo verso un futuro di cambiamenti che potranno definirsi tali solo se accompagnati da interventi strutturali di rilancio della nostra economia. Un’economia che ha bisogno adesso, non domani. E noi dobbiamo essere i protagonisti di questa ripartenza e non gli spettatori. Dobbiamo creare occupazione, immettere liquidità ed essere partner delle nostre imprese. Solo così potremo dire di essere stati responsabili davanti ai nostri cittadini. Perché le cose di cui vantarsi sono quelle che si fanno, non che si pensa di fare. Forlì è pronta per tornare e lo farà alla grande. Non perché ciò dipenda dalla volontà della Giunta Zattini, ma perché sono i forlivesi a chiedercelo".

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