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Unioni civili e testamento biologico, il M5S: "Chi governa Forlì?"

"Chi governa realmente Forlì? il Partito Democratico o il “Partito... Democristiano”?”, si interrogano i due consiglieri comunali del Movimento 5 stelle.

Si è celebrata anche a Forlì la prima unione civile tra una coppia dello stesso sesso: due dipendenti comunali si sono uniti civilmente in Municipio, la cerimonia è stata celebrata dall’assessore Sara Samorì, per l’occasione con la fascia tricolore. “Ci chiediamo perchè il sindaco Davide Drei non abbia colto questa occasione per passare alla storia? - pongono l'ironico interrogativo i due consiglieri comunali del Movimento 5 stelle di Forlì, Daniele Vergini e Simone Benini -. Come è accaduto pochi giorni fa a Firenze a cura del sindaco Dario Nardella o a Bologna con il sindaco Virginio Merola. Quella di Forlì è stata la prima unione civile in Italia ad essere celebrata da un assessore, le altre infatti sono state celebrate da sindaci. Strana coincidenza; forse che la provenienza cattolico-democristiana di Drei lo abbia inibito dal metterci la faccia?".

I due pentastellati, oltre a far notare che Drei ha la tessera del Pd in tasca soltanto dal 2013, insistono: “Certamente c’era già da qualche tempo il dubbio che l'attuale primo cittadino non fosse mai stato paladino delle battaglie della sinistra, ma questo suo defilarsi dalla cerimonia di un'unione gay può soltanto confermare le perplessità dei più”. Vergini e Benini approfittano poi per ricordare un altro caso recente, quello del testamento biologico, che è diventato realtà anche a Forlì pochi giorni fa con l'istituzione del registro amministrativo locale a distanza di un anno e mezzo dalla mozione approvata in Consiglio e che lo stesso M5S aveva firmato nel gennaio del 2015.

"Forlì s'è distinta per il ritardo con cui è approdata al testamento biologico", proseguono i pentastellati, ricordando che "in altre città dell'Emilia-Romagna il meccanismo è ormai rodato da tempo e lo stesso sindaco di Cesena Lucchi nel febbraio scorso aveva lanciato un appello ai suoi colleghi sindaci degli altri Comuni della Provincia di Forlì-Cesena per sensibilizzarli su questo tema eticamente delicato. Dopo un attento esame, poi, non possiamo che rilevare come la versione forlivese del registro contenga la “fregatura”, ovvero l'obbligo di presentare un consenso informato firmato dal proprio medico e l'obbligo di passare da un notaio convenzionato (spesa media 100 euro), requisiti non presenti in altri Comuni dove è possibile utilizzare un fiduciario qualsiasi a spesa zero; tali “paletti” ci sembrano fatti appositamente per disincentivare l’uso del registro.”

“Ci chiediamo cosa pensino di queste vicende le forze politiche di maggioranza presenti in consiglio, che si dicono "di sinistra", con particolare riferimento al Pd, già lasciato a “bocca asciutta” in fase di rimpasto di giunta! Chi governa realmente Forlì? il Partito Democratico o il “Partito... Democristiano”?”: concludono i due consiglieri comunali del Movimento 5 stelle.
 

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