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Verdi contro Romagna Acque: "Progetta una nuova faraonica sede"

"Romagna acque si appresta a celebrare il proprio 50° anno di fondazione spendendo i soldi dei contribuenti per un'opera inutile: la nuova faraonica sede"

“Romagna acque si appresta a celebrare il proprio 50° anno di fondazione spendendo i soldi dei contribuenti per un'opera inutile: la nuova faraonica sede, di cui nessuno sentiva il bisogno fatta eccezione forse per i vertici della SPA e di qualche impresa di costruzioni”: è la critica mossa dai Verdi di Forlì-Cesena.

Per gli ambientalisti “Romagna Acque stava nella sede ormai storica e bene che ci stava. A cosa serve allora un nuovo edificio del costo di diversi milioni di euro? A riempire un po' la ex Mangelli, luogo ormai degradato, frutto di una insensata e squallida speculazione immobiliare? Serve alla solita mania di grandeur, vizio originario della società. Perchè i cittadini devono pagare questi costi? Vorremmo una risposta. Persino Zanniboni, nostro eterno avversario ne dava!”.

Per i Verdi “nelle dichiarazioni autocelebrative per la prima volte si ammettono però alcune verità da sempre tenute nascoste: la prima è che l'avventura della diga con i suoi costi altissimi non è in grado di soddisfare le esigenze idropotabili del territorio servito, soprattutto perché l'acqua non si "produce" essendo frutto dell'azione di elementi naturali sempre più influenzati dai cambiamenti climatici. La seconda che Romagna acque ha dunque dovuto fare ricorso a impianti aborriti da sempre, dipinti come la peste, tipo l'uso dell'acqua del CER o lo sfruttamento dei pozzi o, come nei programmi annunciati, a grandi depositi di acqua superficiali”.

“Ricordiamo che il CER era l'opzione iniziale del Piano regionale che i fautori della grande opera, la diga, vollero abbandonare pur di far girare le betoniere, dichiarando ai 4 venti che quell'acqua era cattivissima, quasi veleno e additando i Verdi che la sostenevano come novelli Borgia. Ricordiamo che l'azione sfruttamento dei grandi depositi di acque superficiali era una ipotesi riminese, anch'essa sostenuta dai Verdi, abbandonata anch'essa dagli amici del cemento perché... troppo poco costosa.

Ricordiamo che si continua ad emungere i sottosuolo pompando acqua dai pozzi a tutta canna con risultati assai negativi nel ravennate e nel cesenate”.

“Quello che non si può lasciare a una SPA anche se totalmente pubblica è la "politica" delle acque, è l'assenza di luoghi ove una rigorosa pianificazione si confronti con i cittadini, sono obiettivi e strategie aperti alla conoscenza e partecipazione di tutti e non lasciati alla managerialità di poche persone. A cui vorremmo chiedere dov'è una rigorosa politica di risparmio idrico? quali i piani di sostituzione delle vecchie tubature che perdono parte dell'acqua distribuita? Dov'è sono piani e programmi per superare gli emungimenti dalle falde? E potremmo continuare a lungo. Certo non ci sono più le festa con le salsicce e le fontane di un'epoca lontana ma la nuova sede, oltre a dimostrare che i soci di Romagna Acque non hanno nessuna capacità di programmare l'uso e il recupero e riqualificazione dell'enorme patrimonio edilizio di cui dispongono, contraddistingue ancora una stagione di inutile sperpero di denaro”.

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