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Verso il 2019, Ragni (Forza Italia): “Drei di fatto incandidabile, centrodestra al lavoro per patto programmatico"

Fabrizio Ragni, coordinatore provinciale e capogruppo comunale a Forlì di Forza Italia, commenta così l'intervento del deputato Marco Di Maio che vorrebbe mettere in chiaro subito se Drei intenda ricandidarsi oppure no

"Il punto non è se Davide Drei, sindaco di Forlì raggiunto (pur nella presunzione di innocenza fino a prova contraria) da un avviso di fine indagini della Procura di Forlì per concorso di abuso d’ufficio e falso nella questione Livia Tellus , si possa, voglia o debba ricandidarsi alle amministrative del 2019. Il punto è se sarà proprio il Pd nella primavera del prossimo anno a contendersi col centrodestra la poltrona di primo cittadino a Forlì". Fabrizio Ragni, coordinatore provinciale e capogruppo comunale a Forlì di Forza Italia, commenta così l'intervento del deputato Marco Di Maio che vorrebbe mettere in chiaro subito se Drei intenda ricandidarsi oppure no.

"Con la girandola degli assessori e pezzi della sua maggioranza che sono venuti meno nel corso del mandato (il gruppo di Peruzzini che si tiene le mani libere, i Verdi che si dissociano e i continui strappi col Pd) per non parlare degli incidenti amministrativi, revoche di incarichi e vicende giudiziarie, è evidente a tutti, forse tranne che a Di Maio, che la persona meno titolata a ricandidarsi è proprio Drei. Pensi piuttosto il deputato del Pd a tenere le fila di un partito in caduta libera non soltanto in città, ma in tutti i comuni dell'Emilia-Romagna, un tempo... 'rossa'. Oggi il Pd non ha nemmeno i numeri per superare il primo turno e giocarsi il ballottaggio”: aggiunge il forzista Fabrizio Ragni.

“Il voto del 4 marzo ci riporta un' Emilia Romagna con il centrodestra prima coalizione al 33,4% e un Pd che ha perso l' 11% rispetto alle politiche del 2013, ha perso il 18% rispetto alle regionali del 2014 e il 26% rispetto alle Europee del 2014 - continua Ragni -. Lontanissimi gli anni Sessanta e Settanta quando l'allora Pci prendeva il 60% dei voti e contava mezzo milione di iscritti su 4 milioni di abitanti. Questo è il punto di partenza di ogni ragionamento. E da qui parte la riflessione interna al centrodestra forlivese che se si presenterà unito, senza fughe in avanti da parte degli alleati anche nell'indicare nomi che inevitabilmente verranno bruciati prima del voto, e saprà stringersi attorno ad un patto elettorale programmatico fondato su poche ma fondamentali priorità (meno tasse, più sicurezza, meno clandestini, più welfare), potrà conquistare un risultato storico: 'conquistare' per la prima volta dal dopoguerra ad oggi il Municipio e governare la città di Forlì".

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