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Salute

Welfare, riabilitazione per tutti attraverso l'attività dei volontari: se ne parla in un incontro

Pioniere e primo promotore della riabilitazione comunitaria è Germano Pestelli, già primario di Medicina Riabilitativa all'ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì

Venerdì al Villaggio Mafalda in Via Dragoni 75/M si parlerà di riabilitazione su base comunitaria. Saranno presenti esperti e rappresentanti di numerose associazioni attive a livello nazionale che porteranno la propria esperienza nel settore, per realizzare una giornata incentrata sulla promozione e sul confronto di conoscenze su questo tema, alla presenza delle autorità cittadine.

La riabilitazione su base comuntaria è una pratica sempre più diffusa, che consiste nel formare volontari che –sotto supervisione medica- operano interventi gratuiti di mobilizzazione su persone con problemi motori per migliorare la loro qualità di vita. Pioniere e primo promotore della riabilitazione comunitaria è Germano Pestelli, già primario di Medicina Riabilitativa all'ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, che dall’aprile 2016 è il medico responsabile del nucleo di riabilitazione Comunitaria attivo nel Quartiere Musicisti e grandi italiani. Questo progetto, sostenuto dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, è nato dalla collaborazione fra Cooperativa e Associazione Paolo Babini, Unità Anziani del Comune di Forlì e Parrocchia di San Paolo e dal suo avvio ad oggi conta oltre 2698 accessi di persone bisognose di interventi, con il coinvolgimento di una quindicina di volontari. Il presupposto della riabilitazione su base comunitaria è che una comunità possa essere direttamente coinvolta nel processo di riabilitazione attraverso volontari adeguatamente formati e supervisionati, e che la relazione che si crea fra i partecipanti ed i volontari sia altrettanto importante nel miglioramento della qualità della vita delle persone degli interventi di mobilitazione, che comunque non sono atti medici.

"Il nostro desiderio è di aiutare le persone che partecipano, non nei bisogni clinici e riabilitativi specifici, che non ci compete, ma nei bisogni sociali, assistenziali, ambientali e di rientro in un regime di vita e di partecipazione che sia di qualità migliore di quello in cui vivono attualmente. Come dire: non siamo un ambulatorio ma piuttosto una piazza dove incontrarsi; forniamo servizi ma questi sono ben poca cosa rispetto alle relazioni che si costruiscono", afferma Simona Farneti, coordinatrice del progetto. Le relazioni sono il grande patrimonio di questa esperienza che sostituisce la ‘cura’ con il ‘prendersi cura’, contribuendo così a rigenerare legami tra le persone e una  rete ‘amicale’ e solidale di supporto per tutti. La giornata si svolgerà in due momenti: dalle 10 alle 12:30 per la cittadinanza e dalle 14 alle 17 per gli addetti ai lavori.

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