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Sanremo 2024

Torna a Sanremo con i 'suoi' studenti per omaggiare la Romagna: "Servirebbero più balere per celebrare il liscio"

Luca Medri conosce il palco di Sanremo, anche da dietro le quinte, e racconta le sue esperienze, ma soprattutto racconta come è arrivato ad accompagnare questi giovanissimi in questa avventura incredibile, da musicista ed insegnante

La Romagna sul palco di Sanremo, la voce del territorio colpito dall'alluvione, l'enorme dignità dei Romagnoli davanti alle tragedie e una musica senza età, il liscio. Tutto questo è rappresentato dal gruppo di giovani, l'Orchestra Santa Balera, pronto a salire mercoledì sera sul palcoscenico più ambito e temuto d'Italia: una parte di loro arriva dalla una scuola di territorio forlivese Cosascuola,  fondata dal musicista Luca Medri, che racconta l'attesa e la soddisfazione per questa nuova avventura, condivisa con i 'suoi' ragazzi. “Sosteneteci e guardateci in tv, porteremo la festa romagnola all’Ariston con l’orchestra Santa Balera (15 musicisti) e i ballerini (5 coppie). Faccio un ringraziamento doveroso ai compagni di viaggio, Moreno Conficconi “il biondo” e Max Monti, oltre che, ovviamente a Giordano Sangiorgi”.

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Non è la prima volta per lei all'Ariston, ci racconta le sue precedenti esperienze?
"Esatto, nel 2007 ho partecipato al Festival di Sanremo nella sezione Giovani, di seguito negli anni successivi ho preso parte a diverse edizioni del Festival da dietro le quinte, svolgendo diverse mansioni tra cui promoter, autore e produttore artistico, talent-scout, musicista, in attività promozionali per diversi artisti locali, che producevo, cosa che continuo a fare".

Portare i suoi studenti a Sanremo è una nuova emozione?
"E' un’emozione pazzesca, un misto tra stupore ed un senso di realizzazione unico, proprio perché è come se avessi contribuito a realizzare per loro il sogno di una vita. Sono 15 musicisti bravissimi tra i 12 e i 25 anni, dei quali 6 allievi della scuola che dirigo a Forlì, ovvero “Cosascuola Music Academy” e gli altri selezionati in lungo e in largo in Regione".

Come stanno vivendo i ragazzi questa attesa?
"Increduli, ma concentrati e molto motivati a fare bene, anche perché vivono questa attesa con orgoglio, visto che sanno di rappresentare i propri coetanei e considerato che si sentono investiti di una missione importante, ovvero ricordare a tutti che siamo una grande Regione, che ha visto nei ragazzi una coesione e una motivazione uniche nell’aiutare gli altri in occasione dell’alluvione del maggio 2023: li hanno chiamati “Angeli del fango”, noi li chiamiamo “Generazione Zeta” del liscio. Si tratta della stessa generazione, che ci ha dimostrato il valore della solidarietà e il valore di un inno: “Romagna Mia”".

Com'è nata l'orchestra Santa Balera?
"L’idea del nome e del progetto è venuta all’amico e collaboratore Giordano Sangiorgi del MEI di Faenza, il quale mi propose di includere alcuni miei allievi giovani ma molto preparati, in un’orchestra di liscio. Tutto ciò perché, nella scuola che dirigo, abbiamo sempre dato spazio ai nuovi linguaggi musicali: ci  accorgemmo che molti dei nostri allievi rimanevano affascinati da un genere “nuovo”, ovvero, il liscio o per meglio dire, il “folklore romagnolo”. Da lì nacque nel 2016 un primo nucleo orchestrale di 11 elementi denominato Cosafolk, che ebbe una sua divulgazione ed ottenne un certo successo, partecipando a diversi concerti importanti, tra cui le prime due edizioni della Notte del liscio, la rassegna Nazionale “Borghi in Festa”, dal 2020 al ’23  “Cara Forlì”".

Che effetto le fa rappresentare la Romagna alluvionata su un palco così importante?
"Sono molto orgoglioso della nostra gente, che si è rimboccata le maniche per aiutare il prossimo; siamo una grande Regione e non siamo abituati a piangerci addosso, pertanto, essere qui a Sanremo con i ragazzi che hanno dimostrato cosa significa solidarietà, prima delle Istituzioni e prima di tutti gli aiuti speciali, rappresenta un privilegio che i ragazzi sapranno restituire con un tributo ai loro coetanei a casa, attraverso il canto e la musica di “Romagna mia”".

Cosa significa una canzone come "Romagna mia" per i suoi giovani studenti?
"“Romagna mia” è un inno e merita il rispetto di cui gode l’inno di Mameli; la insegniamo ai nostri giovani studenti e agli studenti delle scuole pubbliche, con le quali progettiamo ogni anno interventi di potenziamento educativo nel settore della musica e, attraverso lo studio dei testi delle canzoni tradizionali come “Romagna mia”, raccontiamo ai nuovi giovani, cittadini di domani, la storia della nostra Regione, la musica tradizionale e la cura del nostro territorio, dal quale non possiamo stare lontani. Quindi “Romagna mia” è la nostra storia e quella dei nostri genitori e dei nostri nonni: una bellissima ed immortale storia, che merita di essere conosciuta da tutti".

Quando ha fondato, oltre 25 anni fa, Cosascuola si aspettava di arrivare fino a questo punto?
"Quest'anno sono 26 anni di attività di Cosascuola: praticamente abbiamo superato di un anno le nozze  d’argento e, lo dico in maniera scherzosa ovviamente, ma per fare musica seriamente, si deve essere sposati al proprio lavoro e spesso si deve rinunciare ad avere giorni di ferie o altre distrazioni.  Il tempo passa in fretta: quando sono partito con Cosascuola, avevo 24 anni ed ero poco più che un ragazzo, però io avevo la musica nel cuore e, nonostante la giovane età, avevo una preparazione ed un’esperienza importanti e tanta voglia di arrivare a realizzare un sogno: una Factory Musicale, cioè un luogo che mancava nel nostro territorio e che nelle grandi capitali della musica esisteva già da qualche anno, un luogo che potesse concedere tutti gli step di crescita ai musicisti moderni. Già, perché il nostro focus formativo, come scuola è sempre rimasto lo stesso, ovvero: i linguaggi della musica moderna, le contaminazioni tra i generi, la produzione musicale, l’utilizzo delle nuove tecnologie applicate alla musica, la promozione e la distribuzione dei prodotti musicali e la valorizzazione e la crescita degli artisti. Per questo motivo, nel corso degli anni abbiamo avuto tanti ragazzi che hanno scelto di studiare da noi e di lasciarsi consigliare da noi ed oggi sono artisti piuttosto conosciuti e famosi; ne ricordo solo uno su tutti, con piacere: il cantautore Giacomo Toni".  

Dal suo primo Sanremo ad oggi ne ha fatta di strada questa sua creatura..
"Nel 2007 a seguito della vittoria del concorso Sanremo Lab, approdai al Festival di Sanremo sezione giovani con i KhoraKhané, nel 2015 portai allo Junior Eurovision Song Contest a Malta, un progetto nato all’interno di Cosascuola Music Academy che lanciò 5 ragazze poco più che 15enni, le “Peppermints”, a livello Europeo. Ricordo solo un altro recente successo, del 2023, quello dei Ranaway, un gruppo di musicisti fantastici, allievi della scuola, che in un anno hanno vinto le fasi finali di SanremoRock, la finale di “Tu si que vales” e suonato in lungo e in largo la nostra Regione. Ricordo anche Matilde Montanari, che seguo come personal manager, e che, negli ultimi 2 anni, ha vinto la maggior parte dei concorsi musicali a cui ha partecipato e con la quale stiamo realizzando  un progetto discografico importante che sono sicuro che stupirà. Diciamo quindi che l’aspettativa che si crea studiando da noi ha delle basi concrete: non si rincorrono le nuvole, ma è guardando alle stelle che si riesce a tracciare la propria strada in salita, che si costruisce a partire dal presente, un presente fatto di studio, dedizione, disciplina e tanta concretezza. Non prometto mai i mari e i monti, illudendo i ragazzi, come fanno in tanti in questo settore, purtroppo, ma dico a tutti come sarà il cammino di crescita e cosa si deve fare per migliorare e tentare di vivere di questo lavoro, che è bellissimo ma difficilissimo".

Il liscio sta vivendo una 'nuova giovinezza', grazie a molti progetti dedicati. Crede che questo genere stia tornando agli antichi splendori?
"Credo che i generi musicali, debbano essere conosciuti da tutti i musicisti e da tutti i cantanti, perché il lavoro è lavoro e devi sempre esplorare e metterti a studiare con umiltà, senza considerarti sopra gli altri perché hai fatto Sanremo o altro che ti abbia dato un po' di visibilità (momentanea). Non so se il liscio stia vivendo un periodo felice, credo di no, anche perché  Santa Balera ancor prima di essere l’orchestra dei giovani della generazione Z del liscio che va a Sanremo, era un circuito di balere ideato e progettato da Giordano Sangiorgi e dal MEI, oltre che sostenuto dalla Regione, in cui hanno circolato tanti giovani proposte. Le balere ancora in attività sono davvero poche: diciamo che servirebbero più balere e più momenti e spazi per celebrare questo genere. Il liscio sarebbe la medicina indispensabile, per permettere alle balere di ritornare ad essere il “mercato” ideale, dove ascoltare e ballare musica della nostra tradizione".  


 

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