Odissea di un viaggiatore: "Due ore e mezza perse a pochi metri dalla stazione"
Un assurda vicenda di cattiva gestione del servizio ferroviario, quella che si è verificata alla stazione di Forlì nella serata di giovedì. A causa di un'avaria di un treno in transito e fermo a Forlì tutto il traffico ferroviario ha avuto forti ripercussioni, con ritardi anche superiori alle tre ore. La beffa, oltre che per i viaggiatori del treno bloccato, anche per un treno che seguiva, che è rimasto imbottigliato a Forlì e ha dovuto fare dopo, diversa attesa "retromarcia" fino a Faenza. Alla fine il ritardo per questi viaggiatori è arrivato a quasi due ore e mezza.
A raccontare la vicenda è un forlivese che spiega "Ero sul treno il RV 2133 che parte da Bologna alle 18:35. Arriviamo a Forlì (insolitamente in orario!) e a poche centinaia di metri dalla stazione il treno si ferma per minuti, per decine di minuti che poi diventano oltre un' ora. Nessuna comunicazione a bordo, a meno che il viaggiatore non si alzasse e andasse a cercare il capotreno, fermo a metà treno in un atrio insieme ad un gruppo di viaggiatori. Apprendo che siamo fermi per guasto al treno precedente, fermo presumibilmente in stazione e in attesa di essere spostato dal binario. La comunicazione era stata fatta, a detta del capotreno, ma l'impianto di diffusione sonora non funzionava e almeno l'ultima metà del treno era rimasta all'oscuro dei fatti".
A un ceto punto "gli altri treni in arrivo da Bologna vengono deviati sul primo binario e proseguono, con ritardi "normali"; mentre chi è salito su uno dei due treni rimasti bloccati, continua ad attendere. Poi il nostro treno riparte a marcia indietro, avrei pensato fino al primo scambio in ingresso alla stazione. No: fino a Faenza e lì stop di nuovo per fare passare l'AV, che anche in questi casi ha diritto di precedenza. Poi cambio treno essendovi a quel punto ben tre treni utili per Forlì, tutti fermi a Faenza. Opto per il Frecciabianca, quotato come quello che sarebbe partito prima. Il capotreno non era stato nemmeno informato di quanto successo (benchè sempre al telefono...) e tocca a me informarlo. Comunque parte prima un altro e poco dopo il mio Frecciabianca. Arrivo a Forlì alle 21:50, con un ritardo di 2 ore e 20 minuti. Un impegno importante con la famiglia, con i miei figli, salta tranquillamente nelle inefficienze di questo sistema. A Forlì, intanto, un viaggiatore del treno guasto, fermo lì in stazione da oltre tre ore, mi racconta che non si riusciva a spostarlo, perchè il locomotore fatto arrivare non era "compatibile".
"A breve farò un reclamo a Trenitalia con evidenza dei danni subiti e relativa quantificazione economica; vedrò se il caso di andare anche oltre. E per la prossima volta, siccome per un paio di minuti le porte si sono aperte e siccome erano veramente poche centinaia di metri dalla stazione, consiglio di scendere. Non sono previste particolari contravvenzioni, anche se ovviamente è a vostro rischio e pericolo. Manager di Trenitalia, decisori, politici: voi che avete investito sull'AV e con essa vi siete fatti belli, lasciando cadere a pezzi il trasporto regionale, riflettete! Comitati Pendolari, perchè continuate a non smuovere un dito?".