"Quando Dante descrisse la Crocetta forlivese e nessuno se ne accorse"
Domenica 15 maggio si svolgerà un nuovo "Eductour" promosso dal Parco Letterario "Le Terre di Dante", che coinvolgerà anche diversi luoghi forlivesi toccati da Dante, ma occorre notare che molto probabilmente mancherà la "Crocetta," un luogo testimone di eventi fondamentali della storia forlivese descritto implicitamente da Dante nella divina commedia.
Lo afferma lo scrittore forlivese Ivo Ragazzini autore di "Sotto le branche verdi- Gli ultimi ghibellini" libro pubblicato del 2013, che parla della famosa battaglia di Forlì.
"Dante fu segretario forlivese di Scarpetta Ordelaffi per un po' di tempo e vide la Crocetta, il monumento che i forlivesi eressero per la loro vittoria sulle truppe franco guelfe inviate dal Papa per punirci," spiega Ragazzini.
"La Crocetta era un monumento che si trovava in piazza Saffi, costruito dai forlivesi in onore di quella battaglia, sotto il quale vi furono seppelliti 2000 francesi caduti in battaglia. E sopra la Crocetta i forlivesi vi piantarono un altare più le insegne degli Ordelaffi, che erano appunto le branche verdi. Quindi quanto Dante scrisse "E sotto le branche verdi di franceschi sanguinoso mucchio si ritrova" molti pensano che simbolicamente i forlivesi si erano riuniti per combattere sotto queste insegne i francesi, mentre invece Dante intendeva proprio quel mucchio di francesi sepolti sotto le insegne forlivesi poste sulla Crocetta, che aveva visto quando era segretario di Scarpetta Ordelaffi a Forlì. Quindi Dante vide e descrisse en passant la Crocetta come "quel sanguinoso mucchio di francesi che sotto le branche verdi si trovava sepolto", anche se nessuno fino al 2013 se ne era accorto, come ben raccontato nel capitolo finale del mio libro interamente dedicato a quella battaglia." spiega Ragazzini.
"Quel libro a dire il vero contiene molto altro", continua Ragazzini, "compreso a chi era stata dedicata la Crocetta, le vere origini forlivesi, e per quale motivo eravamo rimasti gli ultimi ghibellini d'Italia, ma per ora parliamo di Dante e della Crocetta e il resto chiunque può scoprirlo da solo." conclude Ivo Ragazzini.