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Dovizioso chiude il 2019 col record di punti. Ma non è stato tutto rose e fiori

La terza consecutiva. Record di punti malgrado i due zeri di Barcellona e Silverstone: 269, otto in più del favoloso 2017. Due vittorie e sette podi

Medaglia d'argento. La terza consecutiva. Record di punti malgrado i due zeri di Barcellona e Silverstone: 269, otto in più del favoloso 2017. Due vittorie e sette podi. Andrea Dovizioso ci ha messo tanto del suo talento nel tentativo di tener testa ad un super Marc Marquez, che domenica a Valencia ha chiuso una stagione trionfale che gli ha regalato l'ottavo titolo con 420 punti, dodici vittorie, sei podi ed un solo zero. Il secondo posto di Dovizioso in classifica merita sicuramente un voto più che sufficiente. Il forlivese, 33 anni, anche nel 2019 è stato quindi il primo degli umani. Il bicchiere è da vedersi senza alcun dubbio mezzo pieno, ma non mancano i dubbi. DesmoDovi e la Ducati si sono presentati ad inizio anno con l'ambizione di spodestare dal trono della classe regina sua maestà Marquez, ma quest'anno il "marziano" è andato oltre, complice anche una Honda equipaggiata di un super motore che solo il "cabroncito" ha saputo domare. Il 93 non ha mai mancato l'appuntamento col podio, salvo la caduta segreta di Austin mentre era involato ad una vittoria più che certa.

Dovizioso ci ha provato a restare incollato nei tubi di scarico della Honda bianco-arancione del 26enne di Cervera e fino a Barcellona il gap di punti che lo separava era ancora accettabile. La gara spagnola, col forlivese steso da Jorge Lorenzo, ha di fatto sancito la fine del campionato, minando le certezze dell'ex iridato della 125cc. Il ducatista ha cercato di stimolare Borgo Panigale a fornirgli una rossa in grado di combattere la supremazia di Marquez, arrivando ad un picco di tensioni al Sachsenring, quando ha manifestato pubblicamente tutte le sue insofferenze a Gigi Dall'Igna. Malumori alimentati anche da vittorie che hanno faticato ad arrivare (solo Qatar e Austria) e dalle voci di mercato che hanno visto in estate un riavvicinamento di Ducati a Jorge Lorenzo, che nel weekend di Valencia ha annunciato il ritiro (l'abbraccio di Dall'Igna a fine gara al "Martillo" dice molto). 

Dall'Austria in poi lo 04 ha colto tra le difficoltà tre podi, tutti arrivati in rimonta dopo brutte qualifiche. Sulla stagione pesa anche la ritrovata competitività della Yamaha, il fenomeno Fabio Quartararo e i progressi tecnici della Suzuki. Insomma in casa Ducati ci sarà tanto da lavorare per tornare ad essere quella che nei test invernali in Malesia consideravano il team di riferimento per le innovazioni. Da martedì a Valencia sarà già 2020. Dovizioso scenderà in pista e proverà diverso materiale che indirizzerà la Casa bolognese a realizzare la GP20 "anti-Marquez". Del resto, come ha detto il vicecampione del mondo, "in ogni stagione possono succedere un sacco di cose. Bisogna quindi continuare a lavorare, come abbiamo fatto in questi anni". 

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