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Dovizioso re della MotoGP? "Sarebbe il più grande successo per Forlì degli ultimi 60 anni"

La vittoria di Andrea Dovizioso nel Motomondiale sarebbe il più grande successo sportivo per la città di Forlì degli ultimi sessant'anni, statistica alla mano

La vittoria di Andrea Dovizioso nel Motomondiale sarebbe il più grande successo sportivo per la città di Forlì degli ultimi sessant'anni. Incrociare le dita è d'obbligo, ma è anche giusto acquisire questa fondamentale notazione di statistica sportiva. Forlì ha l'occasione di salire sul tetto del mondo, dopo decenni, in particolare dal quel 1958 che segnò l'apice per Ercole Baldini, in un altro sport ma sempre su due ruote, che nel giro di poco tempo si aggiudicò un campionato del mondo su pista, un campionato mondiale su strada, un titolo olimpico in linea ed un Giro d'Italia. A rilevarlo è il giornalista sportivo forlivese Marino Bartoletti.

“Non solo, – riprende Bartoletti, sentito da ForlìToday – immaginate cosa possa significare: la vittoria al Motomondiale di un italiano su una moto italiana, l'ultima volta è stato nel 1972 con Agostini. Un evento che quasi due generazioni non hanno mai potuto vedere. Ed anzi, aggiungo: un titolo per un romagnolo su una moto emiliana”. E per completare il mosaico di questo momento magico per il motociclismo nostrano, bisogna ricordare che la prossima gara si corre qui, praticamente sotto casa di Dovizioso, a Misano. Inevitabile, quindi che le attese siano altissime.

Riprende Bartoletti: “Mi sono accorto che mai come prima questo ragazzo ha risvegliato il mio orgoglio forlivese. Circa 50 anni di professione nello sport mi fanno vedere le cose in modo distaccato, ma mi sono ritrovato ad urlare davanti alla tv, a fare il tifo come un ragazzino per un campione che mi ha massaggiato il cuore”. I ricordi di Bartoletti risalgono ai primi anni duemila e in particolare al 2005, quando si ritrovò con Dovizioso in una gara all'Ippodromo di Cesena (“Vinsi io, ma solo perché avevo un cavallo solo e non i duecento della Ducati”), o quando fu ospite di alcuni incontri politici “in cui gli regalai, nel 2004, una targa in cui si diceva 'al futuro campione del mondo', predicendo la vittoria nella 125 di quella stagione”.

Continua Bartoletti: “E' un ragazzo straordinario per determinazione, per lealtà, per talento sportivo. A volte la maturazione dei campioni si presenta con percorsi strani: esploso a 17 anni, non sempre ha trovato le occasioni giuste, un anno sembrava addirittura che rimanesse a spasso, non si è mai lamentato se non intimamente con alcuni amici... ed ora lo ritroviamo come primo pilota della Ducati, a un passo dal portare qualcosa che noi appassionati di moto sogniamo da una vita”.

Il tifo nella sua Forlì è tutt'altro che esuberante, nessun colore alle finestre o striscione. Perché? “C'è un po' di timidezza nei suo confronti – spiega Bartoletti – e si potrebbe fare di più. Un po' è per il suo carattere, che invita a volergli bene in silenzio. Non è uno spaccone, lui stesso avrebbe paura di un tifo molto acceso, Dovizioso è discreto e la città si adegua. Ma se vincesse il Motomondiale mi piacerebbe vedere tutta Forlì scendere in piazza Saffi. Se lo merita. Sarebbe il più grande successo sportivo per la città negli ultimi sessant'anni, ci sono dei forlivesi in città, già nonni, che non hanno mai visto un successo del genere per lo sport forlivese”. 

Un augurio in vista dellla prossima gara a Misano? “Quando ero piccolo c'erano tanti piloti forlivesi che andavano per la maggiore. Il motto all'epoca era 'Noi, Forlì e il mondo'. Dovi, rispolveriamolo”.
 

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