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La Fulgor che non ti aspetti, Vucinic: "C'è ancora da lavorare"

Appena una settimana dalle brutte prove di Coppa contro Jesi ed ecco la FulgorLibertas che non t'aspetti. Che sia bastata la mano di Nenad Vucinic per rimettere a posto pesi e misure è legittimo dubitarlo

Appena una settimana dalle brutte prove di Coppa contro Jesi ed ecco la FulgorLibertas che non t'aspetti. Che sia bastata la mano di Nenad Vucinic per rimettere a posto pesi e misure è legittimo dubitarlo, in ogni caso con Scafati, Forlì ha difeso, mostrato grinta e aggressività assenti contro i marchigiani. “E' andata oggettivamente meglio – spiega Vucinic – ma è stato merito anche del gran lavoro svolto questa estate sulla resistenza e la tenuta fisica. Ovviamente questo non può né deve essere il nostro standard di gioco: dobbiamo lavorare molto sulla difesa e l'intensità perché abbiamo avuto un grandissimo apporto da Austin (Freeman ndr; l'ex Georgetown ha chiuso i 40' con 38 punti e 45 di valutazione col 59% totale dal campo), dovremo saper vincere anche senza questi numeri, senza queste percentuali così alte”.

SCAFATI - E' stata una Scafati opaca quella presentatasi all'esordio di campionato contro la MarcoPolo. Le premesse davano la Givova in palla, pericolossisima in area forte di un peso massimo come l'armadio di 2,07, James Thomas e del “sale” dato dall'esperto Radulovic. Dunque prontissima ad azzannare Forlì nel suo punto debole: il pitturato. In verità sotto il pero gli ospiti hanno ben figurato mentre nel reparto esterni hanno stentato: male e molto Ghiacci, benino Levin (12 punti e 5 assist), così così Marigney autore sì di 17 carambole ma col 33% da 2 (4/12) e il 20% dalla lunga (1/5). “Come si suol dire – confessa il coach della Givova, Giulio Griccioli – abbiamo steccato la prima. In effetti siamo entrati nella partita a sprazzi, in troppo maniera soft e limitandoci a svolgere il compitino. A Forlì il merito d'averci messo molta più grinta e aggressività, a noi il demerito di aver permesso loro di prender fiducia. Sapevamo che Forlì, messa in condizione, in ritmo, poteva esser pericolosa e i risultati si son visti tutti: a tratti la loro palla pareva telecomandata”.

FULGOR-SCAFATI: LE EMOZIONI IN FOTO

 

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