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FulgorLibertas a tutto Jazz: "Sarò il vostro leader"

Forlì presenta l'ultima pedina del mercato, la guardia USA Jazzmar Ferguson. Che promette, senza tanti giri di parole, leadership, velocità e punti. Sabato primo test al PalaFiera con Ferentino.

Come De Niro nella celeberrima scena della battuta al cervo de “Il cacciatore”, per Jazzmar Ferguson vinci solo se l'avversario lo batti prima sul terreno del rispetto, dell'intelligenza. Poco importa che in ballo ci sia un mansueto quadrupede piuttosto che un canestro guardato a vista da un manipolo di muscolari umani, lo slogan della neo guardia ex Bendigo Braves è sempre e comunque “Eat what you kill!” (letteralmente “mangia ciò che uccidi”, ndr). “E' il mio motto – spiega la point-guard nata a Louisville, Kentucky, nel 1986 – lo hanno coniato alcuni miei amici, e vuol dire proprio questo: bisogna sempre puntare a migliorarsi, guadagnarsi il rispetto degli avversari dimostrandolo per primi, lavorare sodo per giocare al massimo”. Parole di miele per Stefano Benzoni, già entusiasta dell'ultimo innesto dopo averlo visto all'opera in neanche una settimana d'allenamenti. “Se il buongiorno si vede dalla dal mattino – dice il diesse FulgorLibertas – per Ferguson e Forlì sarà una grande stagione; appena arrivato ha subito dimostrato di aver quanto più ci serviva: carica e entusiasmo. Ha stimolato l'ambiente come un vero leader, sia in campo sia nello spogliatoio. Prova certa di quello che dico è la sua voglia di allenarsi, i suggerimenti e gli incoraggiamenti continui riservati ai compagni, la protezione verso i più giovani”.

Mood “baldo” che il player formatosi tra le fila dell'Indiana University Southeast (da dove è uscito con discrete medie: 24.3 punti, 3.6 rimbalzi e 4.9 assist di media) e chiamato in estate a Forlì per formare con Tyler Cain una coppia USA dall'apporto davvero importante, non smette quando si descrive: “Come mi definisco? Un leader morale e in campo. Quella che mi si presenta è l'occasione della vita, una grande opportunità che voglio sfruttare dimostrando di meritare questa categoria e questo campionato. Fuori campo sono una persona socievole, curiosa, mi piace conoscere le città in cui mi trovo a giocare. Di Forlì già adoro il cibo (Benzoni annuisce snocciolando i piatti già testati da Jazzmar: in serie cappelletti, piadina romagnola guarnita da un improbabile maionese-cipolla-tonno e tagliatelle). In campo gioco con il cuore, sfruttando al meglio le mie caratteristiche: velocità, tiro, forza mentale. In particolare, voglio avere la palla nei minuti che contano per realizzare oppure creare il gioco decisivo”.

Il curriculum non pende propriamente a favore di “Jazz” (un anno nei canadesi Moncton Miracles, poi tre stagioni nella seconda lega australiana con gli Albury Wodonga Bandits e, in ultimo, Bendigo Braves con cui ha registrato 22.1 punti, 4.1 rimbalzi e 3.9 assist di media) ma il ritmo delle intenzioni è alto: “Prediligo giocare da playmaker - continua Ferguson - ma al college l'ultimo anno il mio coach, vista la mia velocità e le mie doti di realizzatore, mi ha consigliato di giocare anche la guardia ed è quello che mi sta succedendo da professionista; mi sono sempre adattato a quanto mi chiedono i coach anche se nei minuti finali delle partite mi piace comunque tornare a giocare play per avere la palla decisiva”.

Positività ed entusiasmo anche verso i compagni, in barba alle prove bianco-nero del torneo di Cervia dove l'FL ha battuto Ravenna e subito una bella batosta da Mirandola-Mantova nella finale: “Siamo una squadra giovane, con talento, che deve trovare una chiara identità. Contro Ravenna abbiamo giocato bene, insieme, non ci siamo disuniti nei momenti difficili; sabato, dopo una buona partenza, invece è successo il contrario. E' mancato un giocatore che tenesse unito il gruppo. Sono comunque convinto che al di là delle difficoltà di un campionato tosto come questa LegaDue, se giocheremo uniti potremo vincere molte partite: siamo sì giovani ma c'è voglia di far bene e talento. Soprattutto mi ha colpito la tenacia di Saccaggi, un combattente, il grande talento di Crow e Cain, il nostro giocatore più esperto, un grande rimbalzista e atleta”.

All'alba di una stagione tosta, dove Forlì non parte con i favori dei pronostici, le perplessità riguardano direttamente il Ferguson “atleta”: piccolo e magro (nonostante sia un'ottima forchetta). “Sì – sorride Jazz – in effetti sono sempre stato piccolo. Nella mia carriera ovunque ho trovato avversari più grossi e atletici di me, ma io ho sempre risposto con la mia velocità e la mia intelligenza, cercando di leggere le situazioni e anticipare i movimenti. Credo che prima ancora di essere forti atleticamente bisogna esserlo mentalmente. In campo non mi sono mai tirato indietro. Ho parlato dell'Italia e della LegaDue con Jeff Brooks (ex Jesi e Cantù) e il play di Verona, Jerry Smith: mi hanno confermato essere un campionato difficile ma non ho paura, anzi, è una grande occasione che saprò sfruttare al meglio”. 

Sabato (palla a due alle 18) il primo vero test: al PalaFiera arriva Ferentino. Si vedrà cosa c'è tra il dire e il fare di Forlì e Jazzmar Ferguson, se il classico mare o più auspicabilmente un rivolo.

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