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E' la più giovane della Nazionale: la forlivese Gaia Zauli ai mondiali di kudo in Giappone

Maturanda all’Istituto Aeronautico di Forlì, si esibirà con una serie di protezioni: su tutte un casco simile a quello di Andrea Dovizioso

E' la più giovane della nazionale italiana assoluta di Kudo, in gara, sabato, a Nagoya, in Giappone, ai Campionati Mondiali di questa arte marziale ibrida, da considerarsi summa di diverse e con la specifica di prevedere nel kumite (combattimento), il contatto fisico pesante. Per questo, la kudoka Gaia Zauli, non ancora diciannovenne di Vecchiazzano, maturanda all’Istituto Aeronautico di Forlì, si esibirà con una serie di protezioni: su tutte un casco simile a quello di Andrea Dovizioso, con tanto di visiera in plexiglas. Il Kudo, è abbastanza sconosciuto in Italia, ma è praticato in 52 paesi del mondo, ed é popolarissimo in Asia (anche se è la Russia a possedere la leadership mondiale per praticanti), tanto è vero che sta a veloci passi conquistando l’interesse del Cio, per la sua unione nei vertici d’insieme, per tecniche, finalità e filosofia e, proprio per codeste virtù e distinguo, ha buone probabilità di divenire, in un futuro prossimo, disciplina olimpica.

Gaia, è una ragazza davvero originale: coraggiosa, virtuosa, tanto esplosiva quanto coordinata, capace di dare tutto nei tre minuti di un combattimento di questa arte marziale. Centottanta secondi, dove il confine fra vittoria e sconfitta, può stare nell’inezia del movimento di una tecnica (koka), quanto nella terrificante offensiva che porta all’jppon, ovvero l’equivalente del ko nel pugilato. Per un’ottima competitività, serve essere atleti sopraffini, prima ancora che kudoka, con la mente capace di volare leggera su quel movimento che crea la base per portare, ad esempio, un calcio sul capo del contendente avversario. Reattività, flessibilità muscolare, ed assoluta padronanza dell’equilibrio, sono ulteriori e peculiari distingui per riuscire nel Daidojuku, il nome originale del Kudo che, tradotto, significa “la grande via”. 

La giovanissima Gaia, è figlia di quel Giorgio Zauli che è un’icona in città per quanto riguarda il ciclismo, uno sport di massima evidenza per quella forza resistente che lo fa distante dalle specificità del Kudo. Ma in famiglia, la ragazza che sogna di diventare pilota dell’Aeronautica Militare, possiede i cromosomi dei valori che servono a quest’arte marziale, grazie alla nonna materna, tedesco-polacca, che è stata pattinatrice di figura su ghiaccio di autentico valore internazionale. Non a caso, le capacità di coordinazione e le doti di equilibro che servono nel pattinaggio su ghiaccio, sono assai sincroniche a quanto lo stesso Kudo richiede. 

Gaia comunque, sportivamente è nata nel karate, ma faticava ad accettare il poco realismo finale dei combattimenti di quell’arte marziale e, pur riuscendo con evidenze europee, voleva giungere a quelle consistenze reali che il Kudo le sta dando. E deve tutto questo a mamma Scarlett, che le ha fatto conoscere il Maestro Daidojuku Albert Deda. Dopo nemmeno due anni, ed un solo campionato alle spalle (quello tricolore con terzo posto finale nel 2017), Gaia Zauli ha saputo bruciare le tappe negli allenamenti e nel combattimenti all’interno dei collegiali azzurri, al punto di essere scelta dai 
Maestri Lecci, Rossini e Lori, tecnici della Nazionale Italiana, fra gli otto kudoka italiani, sei uomini e due donne, che saranno schierati sabato e domenica prossimi ai Mondiali di Nagoya. Qui, la Zauli gareggerà sopra il limite di 220 di indice fisico, che non è altri che la somma del peso in chili e di altezza in centimetri. Gaia è infatti alta 163 centimetri a cui vanno aggiunti i 59 chili di peso.

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