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MotoGp, il "cucchiaio" Ducati mette a rischio la vittoria del Dovi. Si attende il verdetto

Ai giudici federali potrebbe non bastare una sola giornata per arrivare alla sentenza

Si avvicina l'ora del verdetto. Venerdì mattina i giudici della Corte d’Appello Federale analizzeranno nella sede della Federazione internazionale di Motociclismo, a Mies, il ricorso presentato da Aprilia, Honda, Suzuki e Ktm contro l'appendice della Ducati e quindi se validare o meno la vittoria conquistata meritatamente in pista in Qatar da Andrea Dovizioso per pochi millesimi su Marc Marquez. 

Massimo Rivola, nuovo amministratore delegato di Aprilia Racing ed ex direttore della Ferrari Driver Academy, "papà" della protesta contro il "cucchiaio" posizionato sul forcellone posteriore, difronte alla gomma, in una lunga intervista rilasciata a Motosprint, ha ribadito come l'intenzione della protesta non sia mai stata quella di privare Dovizioso della vittoria a Losail, ma di fare chiarezza su ciò che si può e non si può fare in quell'area della moto.

"La Ducati non avrebbe dovuto usare quell'appendice anche se avesse creduto servisse davvero solo per il raffreddamento - ha evidenziato Rivola a Motosprint - l'abbiamo testata anche con i nostri ingegneri e abbiamo rilevato che genera carico aerodinamico. Se lo fa su un'Aprilia, non capisco come possa non farlo anche su una Ducati. Ripeto. trovo incredibile che il reparto corse di Borgo Panigale, uno dei più avanzati al mondo, non l'abbia notato". 

Tuttavia ai giudici federali potrebbe non bastare una sola giornata per arrivare alla sentenza. Per l'"accusa", l'appendice potrebbe avere una funzione aerodinamica, mentre per la "difesa" è sicura che il verdetto sarà a loro favore, in quanto l’obiettivo del deflettore è di raffreddare la gomma. “Noi siamo tranquilli che il nostro operato rispetti perfettamente il regolamento tecnico. Siamo convinti e fiduciosi che anche in appello ci verrà data ragione”, ha dichiarato il direttore di Ducati Corse Gigi Dall’Igna a Motogp.com. 

Nel caso in cui la Corte di Appello della Fim dia ragione ai team che hanno presentato il ricorso, alla Ducati non resterà che rivolgersi alla Corte Arbitrale dello Sport. "Ma in questo caso si esce dal perimetro della Federazione, e non è mai un bel segnale per il nostro ambiente - ha commentato Dall'Igna -. Noi siamo sereni perché convinti di essere stati corretti ed avere rispettato il regolamento. Non vediamo i motivi per cui la Corte d’Appello dovrebbe decidere in modo diverso".

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