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Unieuro 2.015, le prime parole del gaucho Nicola: "E' una grande sfida"

Afferma il coach: "Dobbiamo uscire da questa situazione e toglierci qualche soddisfazione in vista dei playoff".

"L’emozione è grande". Prime parole da coach della Pallacanestro Forlì 2.015 di Marcelo Nicola, il gaucho che ha ereditato la squadra da coach Giorgio Valli col compito di imprimere fiducia e rinnovata energia in vista dei playoff. "Dopo tanti anni tornare ad allenare in Italia per me è una bella cosa, sicuramente una bella sfida - evidenzia -. Conosco la passione che c’è in questa città. La sfida è grande quanto la possibilità di fare bene, sono qui per questo. Dobbiamo uscire da questa situazione e toglierci qualche soddisfazione in vista dei playoff".

Che tipo di allenatore sei?
“Sicuramente uno che mette tutto per tirare fuori il meglio dai suoi giocatori. I titoli di allenatore è meglio lasciarli a voi, non è facile dare una definizione di chi sono. La cosa migliore è dimostrarlo in campo negli allenamenti e nelle partite”.

Tra tutti i coach con cui hai collaborato e che ti hanno allenato, c’è qualcuno a cui devi qualcosa in più?
“Mi reputo fortunatissimo perché da giocatore ho avuto i migliori coach, sin da piccolo in Argentina che in Spagna ho conosciuto allenatori storici come Obradovic, Messina o D’Antoni… basterebbe trarre una piccola cosa da ciascuno di loro per essere un bravo allenatore. Anche con Renato mi sono divertito, a volte abbiamo anche litigato ma sempre viaggiando nella stessa direzione. Cerco sempre di dare ai giocatori la mia impronta personale, non credo sia corretto imitare altri allenatori”.

Quali sono i punti forti e quali i punti deboli della squadra che ti hanno messo a disposizione?
“Punti forti tanti: penso che la squadra abbia molto talento e capacità di sorprendere o di giocarsela contro chiunque, come ha dimostrato questa stagione poiché ha ottenuto ottimi risultati. Punti deboli… forse il momento di difficoltà, la negatività del momento che va ribaltata per far sì che i giocatori recuperino la fiducia in sé stessi. Dal primo giorno ho chiesto loro di giocare per la squadra”.

Nell’immediato cosa vorresti vedere dalla squadra?
“Nell’immediato quello che chiedo alla squadra è di mettersi a disposizione, con una svolta di energia e di personalità. Sicuramente troviamo una squadra importante domenica con obiettivi molto alti, dobbiamo scendere in campo combattendo e lottando, indipendentemente dal risultato la cosa che conta è la faccia con la quale affronteremo questa partita. Non dobbiamo temere nessuno né tantomeno avere complessi d’inferiorità. Dopo tre giorni, ovviamente a livello tecnico-tattico c’è ancora qualcosa da aggiustare, migliorare e sistemare”.

Il destino ha scelto proprio Treviso come tuo primo avversario...
“Io ho una partita da vincere, mi interessa poco di chi ho davanti. C’è Treviso, è un aneddoto, una situazione non scelta né da noi né da loro. La squadra deve combattere, giocando per vincere sia che si giochi contro Treviso, Fortitudo o l’ultima in classifica: non cambia niente. In questo momento dobbiamo pensare a noi stessi, a quello che dobbiamo fare e cercare di portare una vittoria a casa”.

Quale sarà l’impronta che proverai a dare alla squadra?
“La squadra deve assolutamente alzare l’intensità in difesa. Ciò comporterebbe una maggiore velocità in attacco, questo è quello che stiamo cercando di improntare ai giocatori, però le partite sono diverse e molto lunghe, bisogna avere chiare anche le situazioni di 5 vs 5”.

Come arrivate alla partita di domani a livello fisico?
“Sono tutti a disposizione, c’è qualcuno acciaccato, ma mi fa piacere che tutti abbiano stretto i denti sopra ai fastidi. E’ un buon segnale di disponibilità da parte dei giocatori”.

Cosa rappresenta per te questa sfida?
“Sicuramente è una bella sfida motivante, ringrazio il presidente che mi vorrebbe confermare anche l’anno prossimo, ma io sono concentrato sulla sfida di domenica. Ragiono di partita in partita”.

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