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Unieuro, il ritorno di Sandrokan: "La squadra? Me la immagino fortissima. Voglio ambizione e disponibilità"

"L'obiettivo sarà stare nella parte alta della classifica ma soprattutto avere un'identità di squadra precisa quando ad aprile/maggio ci giocheremo i playoff", spiega il coach

Ufficializzato martedì sera, non sono tardate ad arrivare le prime parole da coach dell'Unieuro Forlì 2.015 di Sandro Dell’Agnello. La nuova guida è stato presentato ufficialmente mercoledì a Palazzo Orsi Mangelli. "Sandro Dell’Agnello prima che da allenatore lo ricordo come giocatore, che ho conosciuto come un grande combattente, vincente, con una mentalità in linea col nostro hashtag #GenteCheNonMollaMai - ha esordito il general manager Renato Pasquali -. Ho avuto modo di andarlo a vedere alle finali di Coppa Italia a Porto San Giorgio. In quell’occasione ho visto la sua grande leadership, mi ha impressionato l’attenzione con la quale i suoi giocatori lo guardavano e lo ascoltavano. Abbiamo avuto buoni allenatori in passato, che sicuramente sapevano dove e come mettere i giocatori; forse avevamo bisogno di gente capace di motivare, gestire giocatori di un certo tipo. Sandro, essendo stato un grande giocatore, può spiegare a chi ancora non lo è come fare per diventarlo. Anche questa è stata un’altra delle motivazioni che mi hanno spinto assieme alla società e a tutti a puntare su di lui".

Unieuro, il ritorno di Sandro Dell'Agnello a Forlì

Il presidente Giancarlo Nicosanti ricorda come la programmazione sia una prerogativa fondamentale in una società ambiziosa: "La scelta su Sandro è nata diversi mesi fa e ben prima della fine del campionato. Il lavoro è stato quello di analizzare in modo preventivo i possibili scenari, con una visione più ampia possibile che ha riguardato anche altri profili, non tutti sono apparsi sui giornali. Abbiamo avuto la concretezza di aspettare che finisse i propri impegni professionali. La sua storia ha lasciato il segno, non solo come grande professionista, ma anche di una grande persona con valori che hanno un grande peso nella nostra scelta. Ora iniziamo a pensare al roster per la prossima stagione".

Sugli obiettivi della prossima stagione, il presidente ha pochi dubbi: "Sono molto semplici. Credo che in questi quattro anni abbiamo cercato di dare solidità alla società. La cosa più importante per me e per i soci della fondazione è dare solidità e serietà, perché arriviamo da situazioni in cui questa parola era molto abusata piuttosto che usata. In un processo di crescita si deve tendere a migliorare, quindi l’obiettivo è quello di guardare la stagione 2018/19 e migliorare quanto fatto. Bisogna cercare di fare meno errori possibili, fare tesoro di ciò che negli ultimi anni abbiamo sbagliato e cercare assieme a due professionisti come Renato e Sandro di guardare il futuro dandoci un obiettivo di miglioramento. Ce lo dobbiamo dare noi soci della fondazione e lo dobbiamo ai tifosi forlivesi che ci hanno seguito gli ultimi anni in maniera sempre numerosa, dandoci sempre il loro supporto. La responsabilità nostra è partire da dove siamo arrivati e cercare di fare un passo in più".

Le parole del coach

Per Dell'Agnello è un bis a Forlì: "Sono stato un anno e somo tornato. Esserci stato e tornare ci vuole coraggio. Questo lo dico con profonda simpatia. L'ho fatto per l’ambiente, perché essere in un una città come Forlì che vive di pallacanestro, dove si vive per andare al palazzetto la domenica, è una cosa motivante al massimo. In più, da quattro anni è nata una società che si sta strutturando sempre di più e sta facendo le cose in maniera seria e concreta, come purtroppo poche altre realtà in Italia, che ha fatto sì che accogliessi la proposta del general manager Pasquali con grande motivazione".

Il coach biancorosso tratta la maturazione dovuta alle esperienze successive alla stagione 2012/13, ultimo anno trascorso in Romagna): "Io credo che siano esperienze che mi hanno migliorato molto, perché chi segue il basket sa che ho vissuto esperienze non facili: in posti dove c’è stata troppa pressione e poca disponibilità economica, quindi roster abbastanza ridotti abbiamo fatto salvezze miracolose e sono le difficoltà che ti migliorano e ti rafforzano. Sicuramente mi sento migliore e più pronto ad affrontare qualunque avversità rispetto a sette anni fa, perché quando fai un percorso professionale le esperienze difficili ti migliorano".

Il progetto

Il progetto societario suscita fiducia nel coach livornese: "Spero che possa arrivare il più lontano possibile perché qua ci sono delle basi importanti, fatte di strutturazione e serietà. Forlì negli ultimi anni è sempre cresciuta ovviamente l’obiettivo principale mio e di Renato sarà quello di consolidarci nella parte alta della classifica, non ci vogliamo nascondere su questo. E’ molto meno importante la posizione di arrivo in regular season che non il tipo di squadra che arriva a giocare il playoff, basta guardare i playoff di Serie A; guardate cosa sta facendo Milano che è arrivata prima e Sassari che è arrivata quarta. Una è arrivata mentalmente in difficoltà e l’altra col morale a mille e i risultati sono stati opposti. Ecco, il mio obiettivo è cercare di stare ovviamente più in alto possibile, ma arrivare con un’identità di squadra ben precisa quando ad aprile-maggio ci giocheremo i playoff”.

Le richieste

Sono due le richieste fondamentali del coach nei confronti dei ragazzi e dello staff: "La squadra la immagino fortissima, perché siamo ai primi di giugno e con Renato ho fatto delle ipotesi e sicuramente abbiamo costruito la più forte squadra del campionato, poi dopo c’è il mercato, ci sono le trattative, i giocatori che vanno e che vengono e dalla squadra A che avevi ipotizzato costruisci poi la D o la F, ma usciremo forti lo stesso. Ho iniziato a parlare coi giocatori che sono già qua, faremo il punto della situazione con Renato per capire esattamente quali direzioni prendere. Di sicuro abbiamo bisogno di due caratteristiche che chiederò non solo ai giocatori ma anche allo staff: ambizione (da non confondere con presunzione) e disponibilità. Se sappiamo di valere 6 dobbiamo puntare a diventare 6.5, quando siamo diventati 6.5 non dobbiamo accontentarci di avere fatto un passo ma avere l’ambizione di provare a diventare 7. Disponibilità perché siamo una squadra, e credo che tra i giocatori esistano diritti e doveri: i doveri sono uguali per tutti, i diritti no. Essere un professionista ed allenarsi vale per tutti, la disponibilità è nei diritti, perché se ho un giocatore preziosissimo per la squadra, che ha una mano quadra, non ha il diritto di fare dieci tiri a partita come il tiratore deputato. Ci vuole la disponibilità di ognuno a capire il suo ruolo all’interno della squadra, questo sarà compito mio e credo sia stato uno dei segreti della stagione fantastica vissuta a Bergamo".

Marini e Giachetti

Sulla squadra: "Pierpaolo Marini mi piace molto. Jacopo Giachetti è una risorsa importante, ci ho parlato e ci parlerò anche giovedì. A me piace avere nel reparto "piccol"i gente talentuosa e che sia il punto di forza della squadra, che non vuol dire trascurare il reparto lunghi ma avere un reparto piccoli sostanzioso. Il nostro obiettivo è costruire un buon telaio italiano dove poi innestare i due giocatori stranieri che hanno un mercato molto vasto e quindi si ha maggiore possibilità di scelta”. "Troppi cuochi rovinano la cucina" fu l’ultima dichiarazione a Forlì di Dell’Agnello, che ora però ha sensazioni diverse: "Ho parlato per la prima volta di persona col presidente, c’è stato un feeling immediato e mi ha dato la percezione di essere una persona in gamba e al di sopra di ogni sospetto, purtroppo nella mia esperienza passata non fu proprio così e tutti lo sapete meglio di me”.

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