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Unieuro, mercato in fermento: dentro Melvin Johnson, in uscita Francesco Infante

Forlì prova a cambiare passo per salvarsi: innesta la guardia/ala Melvin Johnson da Varese (A1) e mette sul mercato Francesco Infante (destinazione Recanati?).

Stavolta non dovrebbero esserci sorprese: è Melvin Johnson il secondo innesto del mercato di riparazione (il primo è stato Davide Reati) della Pallacanestro 2.015. Dopo aver fallito l’accordo con il casertano Jackson che ha preferito (i soldi di) Scafati – ma c’è di più: l’accordo tra Juve e la seconda società campana prevede anche lo scambio Linton Johnson-Nika Metreveli, contropartita tecnica che Forlì non ha mai avuto tra le proprie armi di contrattazione –, finalmente il roster in mano a Giorgio Valli godrà di un riferimento nel perimetro.

Un riferimento che, fissiamolo subito nella mente, suona come una scommessa. Rookie per l’Europa, virtualmente “messo sulla graticola” da Varese già a novembre (dove ha viaggiato a 9.4 punti di media in 22 minuti con un poco scintillante 22% da 2 e un più dolce 42.3% dall’arco), Johnson è una guardia dal buon fisico (in A2 potrà spostarsi senza fatica in ruolo di ala piccola o, molto meno, da 4 tattico) ma non particolarmente esplosivo. Nella più lassa atmosfera della seconda lega tricolore, il player dovrebbe poter mostrare anche le doti di rimbalzista imputategli dagli scout ma tenute ben nascoste a Varese (appena 1 rimbalzo di media staccato in maglia Varese).

Tira e segna con continuità sugli scarichi senza però spiccare nella costruzione di situazioni di gioco, specie per arrivare al ferro. Un ottimo terminale cui serve un contorno già in grado di aprire le difese, insomma. Nato nel Bronx (NY) il 19 giugno 1993, prodotto della Virginia Commonwealth University (VCU Rams), dove si è laureato in criminologia, si è messo in luce durante la scorsa Summer League di Las Vegas giocando una partita con gli Houston Rockets (8 punti).

Dentro un USA vistato, la P2.015 continua a muoversi su più tavoli. Anzitutto, quello in uscita. Sacrificato all’altare del rimpasto sarà Francesco Infante. Il centro prelevato in estate da Piacenza per il ruolo di cambio di Rotondo, sembra già accasato tra le fila di una diretta contendente alla salvezza: Recanati. Buone mani, discreti principi tecnici, il giovane 5 ha difettato in termini di grinta (per non parlare della propensione difensiva) non riuscendo a convincere né Garelli (fin troppo parco nel gestirlo) né Valli finendo così tra i "sacrificabili". A suo discapito anche un contratto più leggero - quindi più facilmente passabile. Il taglio di un lungo non può che prevedere l’arrivo di un pari ruolo, potenzialmente titolare. A quanto pare non Valerio Amoroso, solleticato da Roma, né Metreveli, sarà forse un comunitario o un altro USA vistato.

La foga di mercato non deve distrarre dal campionato. Domani – ore 18 – Forlì salirà in un tempio del basket italiano: alla Ghirada di Treviso, culla e mausoleo della Benetton di Kukoc, Williams, Delnegro, Pittis, Garbajosa e altre dozzine di giocatori simbolo della pallacanestro europea dagli anni ’80 al primo decennio 2000. Quella società non esiste più ma l’aurea magica permane. E i 4.000 trevigiani che settimanalmente sostengono i propri colori ne sono diretta conseguenza. L’Unieuro sfiderà il team magistralmente diretto da Pillastrini, priva di Francesco Paolin per dolori alla schiena e con Vico non al top. Sorpresa neanche troppo tale sarà l’ennesimo tentativo di recupero di Wayne Blackshear. L’ala USA si è allenato tutta la settimana e pare in leggero miglioramento. Sperare nel miracolo, in 10’ di qualità, è lecito anche se per farlo ci vuole tanta, ma tanta fede.

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