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Unieuro, Serra e Nanni le spalle di coach Dell'Agnello: "Privilegio ed emozione essere qui"

Nel quotidiano sono una spalla fondamentale per coach Sandro Dell’Agnello, e nella vita privata ammettono di non avere tempo libero, ma di sognare in grande

Tutte le domeniche sono in panchina, con lo sguardo fisso sui particolari della partita e attenti ad ogni dettaglio. Nel quotidiano sono una spalla fondamentale per coach Sandro Dell’Agnello, e nella vita privata ammettono di non avere tempo libero, ma di sognare in grande. Tutto questo con l’emozione e l’orgoglio di essere assistenti alla Pallacanestro 2.015. Si tratta di Alberto “Pomo” Serra e Francesco “Franz” Nanni, gli assistenti allenatori della Pieffe 2.015. Serra è vice allenatore, "che vuol dire tutto e niente. Da pulire il campo se qualcuno cade ed è bagnato per terra a dare qualche suggerimento utile e non banale a Sandro o ad un giocatore. Bisogna essere pronti a fare qualsiasi cosa e farla sempre con entusiasmo". Nanni è  incaricato nello scouting degli avversari: "Studio i giochi e le loro caratteristiche individuali. E poi tutto c’è tutto il lavoro quotidiano, il lavoro individuale con i più giovani e il condividere tutto con lo staff e il capoallenatore".

Serra spiega la decisione di fare l'allenatore: "Ho sempre pensato di farlo, anche quando giocavo ho sempre avuto l’idea di poter fare un giorno questo lavoro. Mi piace gestire persone e condividere realmente momenti con loro". Nanni racconta di aver  iniziato a giocare a basket abbastanza tardi, a 13 anni: "Mi mancava tutta la parte dei fondamentali. Grazie ai miei coach, in particolare a Mario Santarelli, mi è venuta questa passione con l’obiettivo di trasmettere ad altri ragazzi quello che loro hanno trasmesso a me".

E' più bello allenare un giovane o un giocatore d’esperienza. Questo il Serra pensiero: "Ci sono pregi e difetti in entrambi i casi. I giovani sono più pronti ed assorbono subito perché hanno meno retaggi mentali ad accettare novità e, spesso, vedi subito i progressi; i giocatori d’esperienza sono, alcune volte, più restii e più legati alle loro abitudini. Se riesci però a convincere un giocatore d’esperienza che gli stai insegnando la cosa giusta e lui la fa sua, la soddisfazione è grande comunque anzi". 

"Ad un giovane puoi dare tanto, e al tempo stesso dai giocatori di esperienza ho imparato tanto in questi anni", è l'opinione di Nanni. Un pensiero alla partita che resta nel cuore. Per Serra "Gara 3 semifinale San Vendemiano- Bertinoro quando ero capo allenatore, e Recanati-Unieuro del primo anno di serie A. Ho ancora i brividi a pensare al nostro ingresso in campo e l’accoglienza dei nostri tifosi venuti in trasferta". Per Nanni "la vittoria in casa contro Jesi, l’antivigilia di Natale. Era il mio primo anno da assistente allenatore e vincemmo con un canestro di Naimy da metà campo".

I due assistenti parlano anche del rapporto col giocatore: "Deve essere modulato in base ad ogni giocatore ma sempre sincero e franco - illustra Serra -. l mio mantra è che devo risolvere i problemi e non crearli. Devo essere di sostegno ai ragazzi rimanendo sempre coerente e onesto". Sulla stessa lunghezza d'onda Nanni: "Onesto e diretto, con possibilità di confronto. L’assistente allenatore può accettare una domanda che magari al capoallenatore non arriverebbe". Serra spiega cosa significa allenare la Pieffe 2.015: "Un privilegio e una grande soddisfazione. Mi rendo conto di essere una persona fortunata: sono nella squadra della mia città insieme a persone che mi fanno crescere sia sotto il profilo cestistico che umano e al tempo stesso so che ci sono tante persone che vorrebbero essere al mio posto". Per Nanni "è un’emozione. Sono arrivato qui dopo avere fatto per tanti anni il settore giovanile. Rappresenta il coronamento di una parte del mio percorso, ma anche un punto di partenza per fare tante cose nel mondo del basket".

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