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Fulgor, liberazione Vucinic: “Interrotti 74 giorni di panico”

Battuta Imola, finito il digiuno di successi durato due mesi, Forlì torna in pista per la salvezza. Una gara a quattro con Imola, Sant'Antimo e Bologna.

Era il scorso 5 gennaio quando Forlì batté Pistoia in casa 91-87. A tanto risale l'ultima vittoria romagnola. Un'astinenza che se prolungata anche con Imola – dato il successo di Sant'Antimo a Bologna e la differenza canestri sfavorevole con entrambe – avrebbe significato retrocessione al 99%. Invece la Fulgor ha ritrovato gioco, ha battuto l'Andrea Costa, ribaltando la differenza canestri.

“Abbiamo vissuto settantaquattro giorni di dolore e panico – quasi sussurra Nenad Vucinic –, a inseguire una vittoria che non arrivava mai. Ora ce la siamo guadagnata e ne siamo felici e orgogliosi. E' stato il successo di tutti, della squadra, della società, dello staff tecnico e dei nostri tifosi. Sappiamo anche però che non abbiamo ancora raggiunto la salvezza, che la strada è lunga, complessa e ci vorranno ancora più sacrificio e lavoro”. Passando al match, domanda d'obbligo per Austin Freeman, nel IV quarto lasciato in panca nei primi 7': “Quando le cose vanno bene, inutile cambiare e senza Austin il parziale è stato 14-6. Lui è stato comunque bravo quando contava così come Poletti e Thomas Coleman. Tutti i ragazzi hanno dato il loro contributo”.

Guardando classifica e calendario: “E' presto per fare discorsi sugli avversari, noi la corsa dobbiamo fare ogni domenica su chi abbiamo di fronte. Ora ci aspetta Jesi, una gara fondamentale. Vogliamo vincere perché per salvarci almeno una trasferta deve portarci punti e per gasare l'ambiente”. Sulle costanti voci di mercato, interviene il ds Nicola Alberani che di fatto non chiude le porte: “Sono e siamo dell'idea che la squadra possa andare avanti così. Abbiamo un tesseramento ma ritengo sia meglio tenerselo per eventuali emergenze”.

Non fa drammi il coach degli imolesi Federico Fucà: “E' evidente che avevamo impostato la partita per tenere i timi bassi e ci siamo riusciti per 30'. Poi la gara si è spezzata per merito di Forlì e disattenzioni nostre. A quel punto ci siamo disuniti e abbiamo perso lucidità. Avevamo il nostro miglior giocatore con problemi e di questo ne abbiamo risentito. Ora pensiamo a lavorare serenamente anche se aver lascito la differenza canestri non è certo un aspetto positivo”.

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