Grazie ai ricordi di Carla Nannucci riemerge l’inedita storia della grande casa rurale posta in via Casamorata, di proprietà dei Bertaccini, sul cui terreno, a partire dal 1954, sono sorti viale Italia e la scuola elementare Dante Alighieri
Grazie ai ricordi di Ariella ed Elio Soffritti riemerge dall’oblio la storia di un’azienda forlivese che, negli anni ’50, grazie all’intuizione del fondatore Amedeo Soffritti, assurse ai vertici dell’autotrasporto europeo
Napoleone Bonaparte entrò personalmente a Forlì il 4 febbraio 1797, nel giorno della Patrona. Il suo passaggio è rimasto agli annali cittadini come una pagina buia. Questo non significa che Forlì, prima dell’avvento dei transalpini, fosse una realtà, per così dire, luminosa. “Quando i francesi occupano Forlì – scrive Elio Caruso in Forlì città e cittadini fra Ottocento e Novecento – trovano una città priva della benché minima illuminazione”
Istituiti nel 1851 su base volontaria dal conte Pietro Guarini, i Vigili del Fuoco forlivesi in origine constavano di 45 unità ed avevano sede nei locali posti al piano terra del Palazzo Comunale. Il loro trasferimento nell’attuale sito dia viale Roma, risale al 20 gennaio 1990
La seconda guerra mondiale ha inferto colpi durissimi ai luoghi di culto del forlivese. Se quasi tutte le chiese, sia del forese che del centro, sono state ricostruite, mancano all’appello due campanili di grande effetto monumentale
La Cattedrale di Forlì è uno scrigno di tesori d’arte e di fede, a cominciare dai monumentali affreschi del forlivese Pompeo Randi, per continuare con la preziosa xilografia su carta della Madonna del Fuoco, conservata nella cappella omonima inaugurata nel 1636. Pochi però sono a conoscenza del prodigio progettuale operato da Giulio Zambianchi nel 1841
La storia del 30° Stormo Aeronautico di stanza all’aeroporto di Forlì e dell’aviere Peppino Gorini, raccontata dal figlio Gabriele. I sopravvissuti di ritorno dalle operazioni militari nel corso della 2° guerra mondiale, si contano sulle dita di una mano
A 76 anni di distanza dalla distruzione della chiesa quattrocentesca di San Biagio in San Girolamo, occorsa il 10 dicembre 1944, emerge dall’oblio la testimonianza oculare di una forlivese: Marta Tramontani
Il muro perimetrale dell’immobile in vendita, posto al civico 11 di via del Portonaccio, è un relitto dei bastioni quattrocenteschi che sino al 1905 hanno cinto il cuore di Forlì per una lunghezza di oltre 5 chilometri
Approdati a Forlì nell’arco temporale dal 1169 al 1176, i monaci benedettini risiedettero a San Mercuriale sino al 1798, l’anno della loro soppressione disposta per decreto dai napoleonici
E’ destino che i resti del Ponte dei Morattini, visibili sotto una lastra di vetro in corso Garibaldi, a poche decine di metri dalla chiesa della SS. Trinità, facciano discutere. Fra le sue sponde la sera del 27 agosto 1495 trovò la morte Giacomo Feo, cripto-marito di Caterina Sforza
Fino al 1° maggio 1904, a Porta Schiavonia come nelle altre 3 barriere di accesso a Forlì, ancora cinta dalle mura medievali, un corpo di dazieri riscuoteva il pagamento di una tassa all’ingresso in città di determinate merci
La Soc. An. Cantieri Ettore Benini durante il Ventennio fascista divenne una delle più grandi ditte costruttrici a livello nazionale, con commesse in tutto lo Stivale e anche oltre, colonie comprese. Fra le opere più importanti spicca il viadotto che unisce tuttora Mestre a Venezia e che tolse dall’isolamento millenario la Serenissima. A Forlì ha realizzato numerosi progetti, fra cui il Palazzo delle Poste e Telegrafi in piazza Saffi
La fornace di Villa Pianta sorse nel 1907 ad opera del conte Vincenzo Antolini Ossi e di Francesco Baldassari. La sua demolizione risale alla primavera del 1972. Se l’area di sedime degli impianti è stata gradualmente lottizzata e urbanizzata, la parte che si estendeva fino alla prima fila di case del cosiddetto quartiere “Libia”, in via Tripoli, ha visto sorgere, a partire dal 1980, il parco pubblico “Paul Harris”
Nell’estate 1934, passando per Piazza Saffi, Benito Mussolini non seppe trattenere uno gesto di stizza vedendo ancora in piedi Palazzo Baratti. Al suo posto, nel 1937, sorse l’attuale Palazzo degli Uffici Statali
L’ultima campagna dello zuccherificio Eridania di Forlì è andata in scena nell’estate del 1972. Da allora, sulla grande area di circa 140mila metri quadri che si estende fra la via Gorizia e la ferrovia, con ingresso da via Monte S. Michele, è sceso il silenzio. Il ricordo di Albino Zanca, l’ultimo custode dell’ex Eridania, fatto dal figlio Giuseppe
Le due chiese gemelle con campanile a cupola verderamata, sono unite da un passaggio sotterraneo che attraversa la stretta ma trafficata via Maroncelli, già strada dei Cavalieri
Il sottufficiale in congedo Marcello Scarpellini, l’ultimo residente nell’ex Monastero della Ripa, rievoca il coraggio di centinaia di operaie forlivesi, che il 27 e 28 marzo 1944, subito dopo la morte di 5 giovani renitenti alla leva messi al muro nel cortile posteriore della caserma, si astennero dal lavoro riuscendo ad evitare la fucilazione di altri 10 disertori
Dalle finestre del suo alloggio, il sottufficiale in congedo, classe 1942, ha una vista privilegiata del gigante addormentato, la più grande area dismessa nel centro storico di Forlì: “Mi auguro che si possa presto intervenire per restituirla all’uso collettivo”
Dal Popolo di Romagna del 4 febbraio 1933: “Con la massima regolarità e disciplina si sono compiuti il trasloco e la sistematizzazione delle scuole della città, nel nuovo e grandioso edificio scolastico rionale intitolato a Rosa Maltoni in Mussolini sul viale Benito Mussolini”. Il 10 aprile 1945 la scuola viene dedicata ad Edmondo De Amicis.
Dove sono finiti i leoni in sasso bianco che per oltre un secolo, dal 1825 al 1927, hanno ruggito a Porta Cotogni? Quel che è certo è che l’antica Strada Petrosa, poi divenuta Borgo Pio, Corso Vittorio Emanuele, Ettore Muti e della Costituente, fino all’attuale Corso della Repubblica, rimane il “dominus” degli accessi all’urbe
“Chi può metta, chi non può prenda”. Ci volevano un forlivese devoto a San Giuseppe Moscati e l’emergenza Coronavirus per riportare alla luce la funzione caritativa della Chiesina del Miracolo, svolta soprattutto nel periodo dal 2011 al 2014 in cui è stata custodita ed officiata da mons. Livio Lombardi
Mantenere vivo il ricordo del sacrificio dei quattro partigiani Silvio Corbari, Iris Versari, Adriano Casadei e Arturo Spazzoli, appesi il 18 agosto 1944 al lampione di Piazza Saffi posto di fronte a Palazzo Albertini, è assolutamente doveroso, al punto che i pali di tutti i candelabri centrali della piazza, risalenti al 1933, saranno smontati e sostituiti sotto stretta supervisione della Soprintendenza
Gli affreschi inneggianti ai “trionfi” del fascismo, che Francesco Olivucci aveva realizzato nel salone d’onore della Prefettura per un’ampiezza di ben 150 metri quadrati, non sono più visibili, forse scialbati nel secondo dopoguerra. La studiosa Flavia Bugani è convinta che, con le moderne tecniche potrebbero anche essere recuperati