Gli affreschi inneggianti ai “trionfi” del fascismo, che Francesco Olivucci aveva realizzato nel salone d’onore della Prefettura per un’ampiezza di ben 150 metri quadrati, non sono più visibili, forse scialbati nel secondo dopoguerra. La studiosa Flavia Bugani è convinta che, con le moderne tecniche potrebbero anche essere recuperati
Angelo Masini, conosciuto in tutto il mondo per la straordinaria voce e apprezzatissimo dallo zar di Russia e dallo stesso Giuseppe Verdi, si trasferì nella sontuosa dimora di Borgo Cotogni nel 1881. Nel 1904 fu uno dei primi a Forlì a comprarsi un’automobile
Letteralmente sventrato dall’attacco aereo del 19 maggio 1944 sul fronte di viale Vittorio Veneto, l’ex Distretto militare appare invece integro nella parte che si affaccia su via Felice Orsini. Quegli ambienti hanno dato insperato riparo ad un centinaio di forlivesi privati di tutto dai bombardamenti. La testimonianza inedita di Loredana Zaccarini: “Ho vissuto fra quelle mura per 14 anni”.
Poco prima dell’ultima guerra, lo scomparso Palazzo Orselli si ritrovò al centro di un ipermercato “ante litteram”, “E Borg dal Sarach”. In quella fila di negozi che si fronteggiavano in via Quadrio, si poteva star certi di trovare qualunque cosa
Il programma della festa del 4 febbraio, nel solco di una tradizione che nasce a Rio Petroso, borgo abbandonato sul Passo del Carnaio, da cui proviene il maestro Lombardino. Recenti studi affermano che l’icona mariana estratta illesa dal rogo forlivese del 4 febbraio 1428, sarebbe la stessa scampata alcuni anni prima ad un altro incendio divampato proprio a Rio Petroso
Sessant’anni fa, ai tempi del sindaco Icilio Missiroli e di don Mario Ricca Rosellini, il controllo delle periferie in espansione era un problema anche a Forlì. Il parroco della Cava violò la sacralità del Consiglio Comunale pur di avere le fognature alla Cava. E le ottenne
Nel 1931 gli viene affidata la comunità di San Nicola di Bari in Vecchiazzano, dove opererà pastoralmente per ben 47 anni, sino al 1978. “Mi venne l’idea di cominciare la nuova chiesa in piena guerra – scrive lo stesso don Biagio nei suoi diari – pensando che il continuo deprezzamento della moneta mi rendesse più facile pagarla. La indovinai”
Nel corso dei secoli, la storica via d’acqua che nasce dalla chiusa del Calanco, a S. Lorenzo in Noceto, non si è fatta mancare nulla, nemmeno una disputa giudiziaria per deciderne la potestà di utilizzo
Il ricordo dell’opera di Melozzo da Forlì, persa per sempre quel tragico pomeriggio del 10 dicembre 1944, in cui perirono anche 19 persone, rimane nelle foto in bianco e nero scattate dallo Studio Alinari nel 1938
La mattina del 9 novembre 1944, la panoramica di Forlì risulta amputata del campanile del Duomo e della torre civicafatti saltare dai tedeschi in ritirata. E’ invece salvo il campanile di San Mercuriale. La sua sagoma svettante, nella desolazione generale, apparve come un miracolo. Chi fu l’artefice?
Sera del 19 novembre 1939: il caso Bustelli, menzionato persino dalla stampa nazionale, sconcerta non poco l’opinione pubblica forlivese e decreta la fine delle rappresentazioni profane all’interno del Teatro Comunale, che cesserà definitivamente di operare con la distruzione del 9 novembre 1944, causata dal crollo della torre civica minata dai tedeschi in ritirata
A Forlì se ne parlava già nel 1861, subito dopo l’avvento del nuovo Stato Unitario Italiano sotto l’egida dei Savoia: il Consiglio Comunale avvertì la necessità di realizzare delle case popolari, in modo da risanare un poco la terribile condizione igienico-sanitaria delle fasce più povere
Una mattina di primavera del 1933, in piazza Saffi c’è un inconsueto crocchio ciarliero all’altezza del nuovo Palazzo delle Poste. Il grande edificio razionalista, progettato dall’accademico Cesare Bazzani, era stato inaugurato il 28 ottobre dell’anno prima. Di cosa staranno discutendo quelle persone? Il popolino ironizza sul fatto che le aquile volassero più alte dei cavalli
Il chiostro razionalista di San Mercuriale ha fatto discutere sin dalla sua apparizione, nel 1941. “Nel 1939 Mussolini ne decise l’apertura come conquista del popolo”.
Viaggio alla riscoperta della chiesa più antica del territorio forlivese. Sarebbe opportuno inserire la Pieve in un circuito turistico coinvolgente Forlì e Ravenna, che ne valorizzi appieno le qualità storico-artistiche, uniche nel loro genere in Romagna
Nel gennaio 1945, il Villino Soprani, realizzato da pochi anni su progetto razionalista di Leonida Emilio Rosetti, divenne base operativa del Comando neozelandese per lo smistamento dei propri soldati rimasti feriti sul fronte faentino nel corso dell’avanzata alleata
A realizzare il cosiddetto “Asilo Notturno” all’interno del Quartiere Costanzo Ciano, per risolvere i problemi legati alla mancanza di alloggi popolari, fu l’Istituto Fascista Autonomo per le Case Popolari della Provincia di Forlì. Alla fine degli anni ’70 fu ristrutturato per ricavarne 56 alloggi popolari. Oggi l’accoglienza notturna è svolta in via sussidiaria dalla Caritas diocesana
Proprio nei giorni in cui la comunità forlivese innalza Benedetta Bianchi Porro fra i beati della cristianità, in pieno centro storico non si stempera l’eco dei prodigi di uno dei più grandi santi della storia
Sono almeno due le aste pubbliche andate in scena sinora per la vendita giudiziale di Palazzo Braschi. Neanche la diminuzione del prezzo base, pressoché dimezzato rispetto all’esordio, ha avuto effetto: entrambi gli incanti sono andati deserti. Questo significa uno slittamento ulteriore della rinascita del grande edificio di Via dei Mille, per decenni al centro della dinamica politica forlivese.
La ricostruzione della chiesa dedicata a Santo Stefano e San Mercuriale risale al 1176, mentre la benedizione inaugurale, a cura del vescovo Alessandro, è del 1180, lo stesso anno in cui si conclusero i lavori del maestoso campanile, poggiante su fondazioni definite “imponenti”
Viaggio nei luoghi forlivesi di Benedetta a neanche un mese dalla solenne beatificazione nel Duomo di Forlì. Benedetta risiedette a Forlì dal 1945 a tutto il 1951
Com’era bella Piazza Aurelio Saffi quando ancora si chiamava Vittorio Emanuele II e prima ancora Maggiore, dominata dal monumento alla Madonna del Fuoco e dalla cortina scenografica dell’Isola Castellini.
Nell’avvilente scenario dell’archeologia industriale forlivese, caratterizzato da distruzioni e “tabulae rasae” sistematiche, la Filanda Maiani spicca per essere arrivata al terzo millennio cristiano praticamente intatta
Nel 2010, della vecchia recinzione liberty degli ex Cantieri Benini sul viale della Libertà, sono state recuperate le due porte d’ingresso e lacerti del muro addossato ai due accessi