Rivoluzione a Forlì
Una furibonda insurrezione popolare travolge Francesco III Ordelaffi: era il 3 settembre 1405.
Una furibonda insurrezione popolare travolge Francesco III Ordelaffi: era il 3 settembre 1405.
“I 93 autori – si legge nell’introduzione al volume di oltre cinquecento pagine - hanno fatto un lavoro eccezionale: sono riusciti a riportare su un foglio bianco l’anima di quelle donne"
Sull'assenza del Museo Archeologico, denunciato da Italia Nostra in occasione del ricordo dei cento anni dalla morte di Antonio Santarelli, padre dell'archeologia forlivese, interviene anche l'antropologo Mirko Traversari
"La chiusura del Museo civico ha allontanato intere generazioni dalla conoscenza della propria storia e della propria identità. Solo alla scuola dell’obbligo qualcosa si racconta sull’antica e nostra Forum Livii"
11 agosto: Santa Chiara. I suoi legami con Forlì, tra un antico terremoto e un recente parco archeologico.
Le monache di Schiavonia hanno 48 ore per andarsene e trovare una nuova sistemazione. L'ultimatum scade il 31 luglio 1805.
Si sono conclusi i due appuntamenti del ciclo "Storie e Personaggi di Forlì", condotti da Marco Viroli e Gabriele Zelli che si sono tenuti presso l'ex Cinema Mazzini
La Forlì-Cesenatico, un'altra infrastruttura che non verrà mai alla luce: 24 km dritti fino alla spiaggia.
San Francesco Grande: la scomparsa dell'antico tempio caro agli Ordelaffi, una brutta pagina di storia forlivese.
Un prato chiamato piazza d'Armi fu il primo aeroporto di Forlì. Nel 1910, una città a naso in su tra velivoli rudimentali e cometa di Halley.
Ravaldino resta ancora in attesa di conoscere il suo futuro. Nemmeno alla fine del Cinquecento se la passava molto bene.
Un clamoroso fallimento e una lunga agonia: oltre centoventi anni fa chiuse il più importante istituto di credito locale con gravi ripercussioni.
Tagliarsi capelli è ancora "proibito": e allora si legga la storia di questa professione a Forlì, nata tra i ferri di un chirurgo.
Un giallo poco noto riguarda un importante gruppo scultoreo che da novant'anni nessuno ha più visto. E apre una riflessione sul Palazzo del Merenda.
Il "San Francesco Regis" e il "Sant'Anna", due istituzioni forlivesi che nell'Ottocento si fecero carico dei figli rimasti senza famiglia per il colera.
Nel marzo 1916 si guardava il cielo e si spegnevano le luci, non per romanticismo, ma per terrore. La minaccia dei bombardamenti.
Dalla peste manzoniana al colera ottocentesco, i forlivesi alle prese con le epidemie. Una cartolina da "Forlì Disinfettata".
Strade illuminate a gas per la lotta contro le tenebre nel cuore della città. Poi venne l'elettricità. Bagliori all'alba della tecnologia contemporanea.
Il sogno di un concittadino dimenticato, Archimede Montanelli: un grande teatro per Forlì. Rimarrà sulla carta, dimenticato come il sognatore.
Una seconda vita della Bussola, dopo un trentennio di splendore e quasi altrettanto tempo di declino e infine di mesta chiusura al pubblico? E' il progetto a cui sta lavorando la proprietà storica
Oltre alla Madonna del Fuoco, a un'altra immagine forlivese sono attribuiti miracoli fin dal Quattrocento: la Madonna della Ferita. Tutto iniziò con del sangue.
Gennaio 1911: aumenta il prezzo del latte. I forlivesi non stanno a guardare. Volano pugni con Mussolini e Nenni tra socialisti e repubblicani.
Il 23 gennaio 1914 irrompe il futurismo nel capoluogo romagnolo. L'avanguardia sarà accolta da una pioggia di ortaggi.
Fino a qualche anno fa si parlava di un dettagliato progetto mai diventato realtà né come ferrovia né come grande arteria. E oggi?