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"Le grandi altezze" a Mosto Festival: dal concerto di Nada al funambolo che camminerà nel cielo

"Raccontare storie è il modo nuovo per conoscere la realtà", dice il direttore artistico Matteo Caccia

Ogni storia è un piedistallo che ci permette di spostare più in alto il punto di vista e osservare il mondo oltre il confine delle cose a noi più prossime. Spingersi un po’ più in su per guardare un po’ più in là. Raggiungere cime che non conoscevamo per allargare il nostro orizzonte. La terza edizione di Mosto, il succo delle storie, è dedicata alle Grandi Altezze, che ci permettono di sollevare cuori e sguardo. Prosegue il viaggio attraverso le storie ideato due anni fa dall’imprenditore vinicolo Marco Martini, Presidente dell’azienda Poderi dal Nespoli 1929, insieme a Matteo Caccia, conduttore radiofonico e noto “cacciatore di storie”, con il coordinamento di Vania Vicino, responsabile comunicazione e marketing dell’azienda. Tre giorni di incontri per condividere storie e punti di vista, senza barriere espressive.

“Per il nostro Gruppo vitivinicolo Mondodelvino, in cui Nespoli rappresenta un po’ la nostra punta di diamante – spiega il Presidente dell’azienda Marco Martini - è aspetto fondamentale il poter avvicinare il racconto al vino, al fine di valorizzare il territorio ed il lavoro dell’uomo. In questo mondo, caratterizzato da alte velocità e basse densità nei fatti della vita, è bello pensare di poter creare un luogo in cui poter rallentare, per ascoltare la voce e le parole di importanti personaggi del mondo dell’arte e della cultura in genere". "Raccontare storie - gli fa eco il direttore Artistico Matteo Caccia - è anticamente il modo usato dall’uomo per tramandare informazioni, storia e cultura. Mosto ha l’obiettivo di diventare un riferimento per la raccolta e la narrazione di storie, una vetrina e un archivio che permetta di alzare lo sguardo e i cuori". Cornice naturale degli eventi, come ogni anno, sarà la sede dell’azienda, posta con suoi i vigneti e la cantina innovativa a Cusercoli, nel cuore della Romagna, tra le colline forlivesi. Durante tutti gli incontri saranno operativi angoli per la degustazione dei vini e per la ristorazione, in modo da vivere a pieno l’atmosfera del festival mangiando un boccone tra uno spettacolo e l’altro, rilassati sulla grande area verde a disposizione.

Il programma

Giovedì 5 settembre

La prima serata di Mosto sarà dedicata alle grandi altezze fisiche, prima ancora che emotive, quelle che evocano vette da raggiungere o situazioni estreme e sfidanti. Il compito di aprire il festival spetterà per questo ad Andrea Loreni, Il funambolo. Funambolo e filosofo, da dodici anni si dedica alla ricerca della verità artistica camminando su cavi a grandi altezze. Alle ore 20 lo vedremo attraversare il cielo della collina sospeso sopra alla vigna, camminando su una corda. Ogni cambiamento è un passo sospeso sul vuoto. Il funambolo sul cavo perde i punti di riferimento che ha a terra, affronta il disequilibrio, l'ignoto, la paura. Ad ogni passo scopre l'equilibrio, che è una ricerca non conclusa, un frammento di consapevolezza, una meta mai raggiunta.

Alla performance seguirà alle 21 il primo talk condotto da Matteo Caccia e dedicato a Zen e funambolismo, il focus della ricerca personale di Andrea Loreni. Ha camminato sopra l’acqua o immerso nel verde delle montagne, per il cinema e la televisione, in piano e in pendenza, in silenzio o accompagnato da suoni che hanno vibrato insieme alla corda. Ha percorso chilometri su un cavo teso nei cieli di numerose città e Paesi,  da Torino, a Firenze, dalla Svizzera a Israele. L’intuizione dell’assoluto lo avvicina alla pratica della meditazione zen e al Giappone, dove ha attraversato sospeso il lago del Tempio Sogen-ji.

La serata chiude alle 22 con un incontro dedicato letteralmente alle grandi altezze, con il racconto a due voci di due scalatori di grande esperienza, compagni in salita e nella vita. Sulla cima della nostra vita è il titolo dell’incontro che ha per protagoniti Nives Meroi e Romano Benet, la prima coppia al mondo ad aver scalato in cordata tutti i 14 8.000 senza ossigeno e climbing sherpa, insieme un passo dopo l’altro, il cammino di due solitudini unite in coppia verso la cima. Con loro si parlerà di alpinismo come stile di vita, dove forza di volontà, passione e umiltà sono i valori che portano al successo, e dove ogni sconfitta alimenta una nuova voglia di ricominciare.


Venerdì 6 settembre 

Gli ospiti della seconda serata allargheranno lo sguardo sulle grandi altezze del titolo riflettendo sulla profondità dell’animo umano. Alle 20.30 è in programma lo spettacolo (tra parentesi) La vera storia di un’impensabile liberazione. Massimo Cirri, conduttore di Caterpillar Radio2 e impegnato a lungo nei servizi di salute mentale, insieme a Peppe Dell’Acqua, psichiatra e storico collaboratore di Franco Basaglia, porteranno in scena la storia della chiusura dei manicomi, dei giorni, memorabili, in cui la malattia mentale fu messa “tra parentesi” e i malati – prima solo internati senza più nome – tornarono a essere cittadini, persone, individui da curare con dignità. Una storia che non è finita, che non potrà mai finire. La regia dello spettacolo prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia è di Erika Rossi.

Alle 22.30 arriva una delle voci più iconiche della musica italiana. Interprete e autrice dalla classe e sensibilità uniche, Nada proporrà al pubblico il disco uscito quest’anno dal titolo È un momento difficile, tesoro, in una versione intima e acustica. Sin dagli esordi la critica definito la sua personalità artistica “eterodossa” rispetto ai canoni classici della musica pop. “Ho sempre provato attraverso i miei dischi e i miei libri a cercare di raccontare quello che sento e avverto, sia dentro che fuori di me – ha spiegato in occasione dell’uscita - è esattamente da questa disposizione d’animo che è nato l’ultimo disco”.

Sabato 7 settembre

L’ultimo giorno del festival prevede due eventi a numero di posti limitato. I più “arditi” avranno la possibilità di partecipare a un laboratorio di equilibrio tenuto dal funambolo Andrea Loreni: il workshop è dedicato a chiunque sia interessato alla ricerca di un lavoro approfondito sulla gestione del disequilibrio e sulla accoglienza dell’equilibrio, attraverso un’intensa esperienza psico-fisica che alternerà esercizi di visualizzazione,  camminata sul cavo basso e tecniche di meditazione.  Laboratorio a pagamento, orario dalle 10 alle 18. Numero di posti limitato. Info e iscrizioni a info@festivalmosto.com. Alle 15 è prevista invece una passeggiata in bicicletta sulle colline romagnole guidati da Emilio Previtali. Anche in questo caso il numero di posti è limitato. Prenotazione obbligatoria a info@festivalmosto.com

Il primo incontro del giorno è fissato alle 18. Emilio Previtali, al rientro dalla passeggiata di cui sopra, racconterà a Matteo Caccia la propria esperienza di alpinista e sciatore professionista, oltre alla sua nuova avventura in veste di Direttore di Alvento, rivista dedicata a storie di ciclismo. Previtali ha cinquantadue anni e scrive storie di sport e di avventura, le sue preferite sono quelle in cui non succede quasi niente. I libri classici e celebri di alpinismo non gli piacciono perché insinuano nel lettore l’idea che la vita, senza lo straordinario, sia priva di senso. Gli alti e i bassi della narrazione del quotidiano saranno al centro del talk, in programma alle 20.30, che ha per protagonisti Luca Sofri, Direttore de Il Post, Massimo Cirri di Caterpillar Radio2 e Giuseppe De Bellis, direttore di SkyTg24, per analizzare il racconto del quotidiano tra notiziari, web, radio, e social network. A condurre l’incontro Francesca Baraghini, giornalista Sky. Si parlerà di distanze tra media e fruitori, tra i diversi mezzi di comunicazione, e il ruolo degli intermediari nel flusso di informazioni. I giornalisti e il loro ruolo.

Matteo Caccia, alle 22, chiuderà la terza edizione di Mosto con la versione teatrale de “La Piena”. Dopo il grande successo on line di questo testo sulla piattaforma Audible, Caccia porta in scena dal vivo l’inizio della serie che racconta uno dei casi più incredibili di narcotraffico avvenuto nel nostro paese. Con il supporto della musica originale composta e suonata live da Luca Micheli, e le voci dei protagonisti registrate nell’arco di 6 mesi di lavoro sul campo, Matteo Caccia racconterà la storia di Gianfranco Franciosi, un giovane meccanico nautico del levante ligure che si ritroverà infiltrato per la polizia italiana in una serie di missioni internazionali fino al più grande sequestro di droga mai effettuato in Europa.  Per tutta la durata del festival sarà presente l’installazione permanente Da dove sto chiamando, che ha generato tante storie anche lo scorso anno. Una cabina telefonica senza fili, uno spazio privato e intimo nel quale chiunque può raccontare la propria storia di coraggio. I dettagli sull’evento ed i contatti per maggiori informazioni sono sul sito www.festivalmosto.com e sui profili social del festival. 

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