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Domenica, 28 Aprile 2024

Il comparto legno-arredo si ferma, sciopero per il contratto: "Il settore vola, serve un adeguamento nei salari"

Venerdì davanti alla sede di Confindustria Forlì si è svolto lo sciopero nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici del comparto legno e arredo indetto dalle segreterie nazionali di Feneal Uil ,Filca Cisl, Fillea Cgil. Le rispettive sigle regionali hanno deciso di regionalizzare lo sciopero con una unica manifestazione: "La mobilitazione - spiegano - si è resa necessaria perché risulta inaccettabile l’intenzione di Federlegno di modificare il modello contrattuale cosiddetto della “doppia pista” (salario contrattato per l’andamento di settore più adeguamento annuale all’indice IPCA complessivo). Vogliamo continuare a garantire ai lavoratori e alle lavoratrici salario fresco e retribuzioni adeguate.

A fronte di un incremento per l’anno 2022 di 135,45 euro, dovuto in base all’attuale modello contrattuale, Federlegno ne propone 63,83 euro modificando per il futuro il meccanismo di incremento del salario, naturalmente in senso peggiorativo per chi lavora. Inoltre, considera la piattaforma contrattuale troppo onerosa e propone una sospensione del rinnovo della parte normativa con una moratoria di 14-16 mesi. Condizioni inaccettabili per le lavoratrici e i lavoratori che sono lasciati senza tutele a fronte di aumenti dei beni di prima necessità e dell’energia a doppia cifra. Mentre i lavoratori arrancano, ci troviamo di fronte ad un andamento straordinario per le imprese del settore per gli anni 2021 (anno record in termini produttivi) e 2022 (nei primi nove mesi del 2022 la filiera ha venduto all’estero prodotti per un controvalore di circa 15,6 miliardi di euro, con una crescita complessiva del 16%, rispetto allo stesso periodo del 2021) tanto che risulta ancora più incomprensibile la posizione di rifiuto di Federlegno nel riconoscere l’adeguato aumento dei salari erosi dall’inflazione e dal caro bollette".

Venerdì mattina la manifestazione era perciò finalizzata a "rivendicare aumenti retributivi per tutelare il potere d’acquisto, meno ore di lavoro a pari retribuzione, maggiore formazione per gli operai e gli impiegati di uno dei settori cardine dell’economia e dell’export italiano  La mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori del legno e arredo riveste una valenza anche confederale, perché chiede di affrontare l'emergenza salari e contrasta la strategia confindustriale di segno esattamente opposto, quella di fondare ancora una volta la ripresa di un settore su politiche di moderazione salariale fuori tempo e fuori luogo. E per questo si inserisce a pieno titolo nella campagna di mobilitazione indetta a livello nazionale da Cgil, Cisl e Uil".

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