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80 studenti dell'Industriale impegnati in un "Viaggio della Memoria" in Austria

Da Vienna, scelta quale base logistica, l’affollata carovana si è spostata prima a Sigmundsherberg e poi a Mauthausen

Un viaggio della memoria in Austria, mai realizzato in precedenza, ha visto quali protagonisti 80 ragazzi dell’Istituto Tecnico Industriale “G. Marconi” di Forlì, accompagnati dagli insegnanti Paola Bezzi, Maurizio Gioiello, Donatella Rabiti, Carlo Rondoni, Roberto Valente e Roberto Versari. Quattro classi (2^ D, 2^ G, 5^ EN, 5^ BCH) hanno dato vita, dal 10 al 14 aprile, all’inedito progetto – che ha beneficiato di un finanziamento elargito dalla regione Emilia Romagna – dal titolo “L’evoluzione tra prima e seconda guerra mondiale dei campi di concentramento, luoghi della memoria per antonomasia”.

Da Vienna, scelta quale base logistica, l’affollata carovana si è spostata prima a Sigmundsherberg e poi  a Mauthausen. Illustra il professor Gioiello: "L’idea che ha generato l’iniziativa è partita dalla lettura del diario redatto dal fante Elmo Cermaria – recentemente pubblicato dal nipote Francesco Nicolini, autore del volume “Forte Verena, 24 maggio 1915 ore 4” – recluso dopo la disfatta di Caporetto proprio nel campo di prigionia per militari italiani di Sigmundsherberg, di fatto sconosciuto o quasi in Italia".

"Attraverso la visione diretta dei luoghi della memoria, considerati fonti privilegiate, il gruppo, di cui ha fatto parte lo stesso Nicolini, è riuscito a comprendere e ricostruire il passato - aggiunge il docente -. Il campo di  Sigmundsherberg è stato poi messo a confronto con quello di concentramento e sterminio di Mauthausen (che ha assai colpito gli studenti), in modo tale da rilevare affinità e differenze tra i sistemi di coercizione adottati, rispettivamente, nella prima e nella seconda guerra mondiale, simili ma diversi tra loro".

"Prima della partenza, i ragazzi si erano lungamente formati e preparati, partecipando a numerosi incontri e conferenze - precisa ancora il professore -. L’obiettivo primario, che può dirsi raggiunto, è stato quello di far riflettere i partecipanti su quanto accaduto nel secolo scorso, utilizzando i luoghi (che conservano ciò che è stato e consentono di ricostruirlo) per immergersi direttamente nella storia. Solo la visione diretta rende possibile evitare l’oblio e fa meglio comprendere i pericoli insiti in un futuro che fosse, viceversa, privo della conoscenza del passato".

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