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Russo (Azione Cattolica): "Come si ricostruisce una “comunità”? Il mezzo principale è l’educazione a tutti i livelli"

"Nessuno specchietto retrovisore è in grado di inquadrare quello che in gergo si chiama l’angolo buio, invisibile al conduttore e che costituisce un pericolo al quale bisognerebbe rivolgere la massima attenzione"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Nessuno specchietto retrovisore è in grado di inquadrare quello che in gergo si chiama l’angolo buio, invisibile al conduttore e che costituisce un pericolo al quale bisognerebbe rivolgere la massima attenzione. Anche la politica o, meglio ancora, l’azione dei governi può subire questo “effetto ombra”.

Sappiamo che in questi mesi si dovrebbe aprire una stagione di grandi riforme soprattutto con l’utilizzazione del Recovery Fund in cui i problemi che saranno affrontati si inquadreranno nell’ambito della governance del dopo covid. Quelli che non è opportuno dimenticare o sottovalutare sono appunto gli “angoli oscuri” che gravano e graveranno sull’azione governativa: si vedono strutture ancora oggi fatiscenti, invecchiate; si vedono anche, per le vie, comportamenti individuali e di gruppo improntati all’indifferenza, alla superficialità, alla mala sopportazione del prossimo, addirittura alla violenza generata spesso da cause banali, ma talvolta sfociata in esiti estremi.

Al di là e al di sotto di ogni macroriforma resta ben solido un costume (in)civile, che assume volti differenti, ma i cui risultati rischiano di convergere in atti, comportamenti, decisioni, atteggiamenti contrari alla ricostruzione di una buona e giusta convivenza. Nessuna azione della grande politica (chiamiamola così per intenderci) può arrivare, anche perché servono strumenti diversi dalle azioni di un governo centrale. Serve l’azione dei governi locali, i più vicini ai bisogni dei cittadini: i comuni, le province, le regioni, insomma la “micropolitica” (se questo nome è adatto), che diventa grande politica nella misura in cui si piega alle esigenze e ai drammi della vita di ogni giorno.

Alle origini della democrazia moderna un grande teorico di essa, Alexis de Tocqueville, scriveva che l’anima del sistema democratico è l’autogoverno locale, a partire dai comuni, dove non solo si possono affrontare i problemi che spesso sfuggono ai governi centrali, ma si può imparare pure a fare politica, perché occuparsi delle questioni apparentemente meno rilevanti abitua a comprendere i desideri, i bisogni, le urgenze che ci stanno lì, vicini, che ci toccano. C’è da credere che il tempo che verrà dovrà essere il tempo della riattivazione dall’autogoverno della “società civile” in sintonia con lo Stato. I tanti esempi del volontariato, sia prima che duramente la pandemia, sono un esempio di questa assunzione di responsabilità verso i “beni comuni” nella loro enorme varietà e che insieme dovrebbero convergere con il “bene comune” del Paese. Come si ricostruisce una “comunità”? Il mezzo principale è l’educazione a tutti i livelli.

Edoardo Russo - Presidente Azione Cattolica Forlì

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