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Sedicicorto 2022

Sedicicorto nelle scuole, le recensioni dei ragazzi: "Il nostro mondo ha più macchie, più dolore e meno colore"

"MenoD5" è una selezione di cortometraggi di ogni genere con durata non superiore a 5 minuti. Sono film che trattano principalmente di attualità e tematiche sociali

Anche quest'anno Sedicicorto Forlì International Film Festival dedica una specifica attenzione agli studenti del territorio. "MenoD5" è una selezione di cortometraggi di ogni genere con durata non superiore a 5 minuti. Sono film che trattano principalmente di attualità e tematiche sociali. I film sono presi in esame e valutati da studenti delle scuole medie e superiori, con recensioni e dibattiti in aula. ForlìToday pubblica a puntate una selezione di queste recensioni degli studenti.

War and color 

Una dimostrazione degli effetti della guerra sui bambini e dei bambini sulla guerra. Anche noi eravamo bambini, con voglia di giocare e divertirsi, eppure ora siamo qui, in guerra. Come possiamo dimenticarci così presto di ciò che eravamo. Il loro mondo è acceso, forse è un mondo non del tutto sincero, ma il nostro ha più macchie, più dolore e meno colore. Come possiamo costringere dei semplici bambini ad entrare in un mondo così?
Anna Mariani, 4ACH, ITI Marconi

Green

Essendo un animale il protagonista del corto, fa sì che la gente si affezioni molto più facilmente a lui che ad un protagonista umano, creando così ancora più tensione per quello che di lì a poco succederà. La suspence e il non far vedere il fuoco che dilania non tolgono affatto il magone che comunque si crea, ed anzi lo aumenta considerando che la mente umana elabora gli elementi che riceve, creando così un’idea tutt’altro che serena rispetto a quello che non abbiamo visto. Il tocco finale di far guardare l’orango nella ‘telecamera’ rompendo così la parte finale, dà i brividi, perché il gesto viene percepito come un ‘visto cosa è successo?’, ed il fuoco ancora presente nei punti luce dei suoi occhi è stato un modo per evidenziare ancora di più il motivo del suo sguardo.
Gaia Boschi, 4D, Liceo Artistico Musicale Canova

In leaf

È una caduta, un impatto nitido e diretto, un momento di piena consapevolezza di sé e del mondo circostante. Raccontato con una quotidianità estremamente casuale, visualizza la più peculiare delle caratteristiche umane: pensare. E lo fa nel modo più immediato ed immedesimabile, rendendo difficile, se non impossibile esprimere tale concetto a parole. Il corto è la approfondita narrazione di un vastissimo e profondissimo flusso di pensiero puramente fine a sé stesso. A colpire lo spettatore è più il tema che la tecnica usata (animazione digitale) che comunque fa da strumento perfetto per il tipo di illustrazioni.
Iside Mambrini, Liceo Artistico Musicale Canova

Pink

È un corto efficace per l’originalità della trattazione del tema della violenza domestica. Il protagonista del corto è il rosa, delicato e fragile come la vita di una persona ma allo stesso tempo così irruento e impetuoso da riuscire a cambiare, con una sottilissima linea, la vita di una donna. Brillante l’abbinamento del rosa ad un effetto sonoro morbido, che ben sposa la delicatezza, la dolcezza e la fragilità del colore. Sconcertante e incredibilmente triste è invece la semplicità con cui un colore così sensibile e puro può essere danneggiato. Ed è così che la felicità e la tranquillità di una vita pacifica come il rosa, si trasformano in tante chiazze viola di dolore.
Elena Laghi, 4D, Liceo Artistico Musicale Canova

Don't be afraid

Una madre cerca di proteggere il suo tesoro: i suoi figli. Il regista Nicola Gastaldi è riuscito a rappresentare le paure che si nascondono dietro alle ferree regole dei genitori, eccessive agli occhi degli adolescenti. Le paure sono raffigurate da un animale di grandi dimensioni che vola, si cala, e giace nei pensieri della madre preoccupata. Gli adolescenti inconsci di ciò che un genitore provi, in quanto anch’esso essere umano capace di avere paura, quasi escludono questa possibilità; nel cortometraggio difatti in un primo momento notiamo il dissenso dei figli. Questi, però decidono di non reagire irrazionalmente, ma di dimostrare solo e puro amore. Dunque questo filmato invita, servendosi di immagini e non di parole, i figli a capire e i genitori a osare. La paura si alimenta di paura. Si ripropone perché ha bisogno di essere vissuta, non evitata e capita, non subita.
Salma El Hilali, 3CU, Liceo Classico Scienze Umane Morgagni

Elevator alone

Uno. Dai, veloce continua, non ti vede nessuno. Due. Schiaccia quel brufolo, balla, balla di più, fin che puoi, sfrutta ogni secondo, tra poco è tutto finito. Tre. Il ticchettio, la frenata, il contraccolpo. Sta arrivando. Fermo, ricomponiti. Stella! Le porte si sono aperte, le porte di un ascensore sulla realtà, le porte che fanno da ponte tra la bolla che un individuo crea nella sua piccola realtà e il mondo, gli estranei, gli occhi pieni di “mi è sembrato di vedere” e le bocche piene di “sai cos’ha fatto quello?”. Partendo dalle piccole cose che tutti facciamo quando siamo da soli in ascensore, questo corto è riuscito a spiegare con delle semplici immagini l’impatto che lo sguardo pignolo e criticante degli sconosciuti ha su di noi. È come un giocare a “uno, due, tre, stella!”. Tutti i giorni. In ogni momento. Hai tre secondi di libertà, dove con una botta di adrenalina e con la stessa fretta che una mamma quando porta il figlio a scuola, puoi fare tutte quelle cose che se ci fosse qualcuno non faresti; ma non lo fai tanto per un bisogno materiale, quanto per sentire di nuovo il sangue che pompa nelle vene, lo stomaco che formicola, tutte quelle sensazioni che si provano ad infrangere delle barriere che la nostra società ha indirettamente messo riguardo a cosa è “normale” e cosa no. Diretto, semplice ed universale, il corto è arrivato a lanciare il messaggio che voleva trasmettere, lasciando comunque a chi lo guarda un margine per traslitterarlo nella sua realtà, e strappandogli anche un sorriso.
Emma Giannelli, 4BC, Liceo Classico Tradizionale Morgagni

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