rotate-mobile
Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

A Natale, rosso o bianco?

Dopo aver colto le differenze tra rosso e bianco, ecco il dubbio: faremo campeggiare al centro del salotto un bell’abete vero oppure una simil-pianta puntuta aghifoglia di materiale sintetico?

Posto in questi termini potrebbe sembrare un dilemma di tipo enologico, tanto più che in Romagna siamo abili produttori di vino e degni seguaci di Bacco; in realtà il dubbio è prettamente botanico: visto il periodo, infatti, si sta parlando di alberi di Natale, e nello specifico di abeti. Sì perché nel nostro paese, e in particolare nei boschi del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, sono ampiamente diffusi (oltre ad altre specie di conifere) l’abete bianco (Abies alba) e l’abete rosso (Picea abies).

Il termine abies proviene dalla radice sanscrita “abh” che significa sgorgare (con tutta probabilità in riferimento alla resina, di cui l’abete rosso è ricco) mentre picea è il nome latino del pino selvatico che si rinviene negli scritti di Virgilio e Plinio, e alba si riferisce al colore bianco (o chiaro) di alcune parti della pianta (corteccia e foglie). Queste due specie di aghifoglie hanno caratteristiche morfologiche ed esigenze ecologiche differenti, tant’è che troviamo foreste di abeti sia su tutto l’arco alpino (dove sono autoctone e vegetano allo stato spontaneo) sia sulla catena appenninica (dove sono rivenute principalmente in formazioni arboree di carattere antropico, salvo alcune piccole stazioni dove vegetano allo stato spontaneo).

Prima di decidere quale tipologia di abete posizionare in salotto per essere addobbato a dovere con palle e file di lucine colorate (meglio al led perchè più sostenibili, visti i bassi consumi), può essere interessante capire quali siano le differenze fra le due specie che maggiormente possiamo incontrare durante una passeggiata. Ecco di seguito alcuni caratteri distintivi che, messi a confronto, vi permetteranno di riconoscere una specie dall’altra.

La chioma dell’abete bianco adulto, dopo i 70-80 anni, subisce una riduzione della crescita dell’asse principale assumendo così un tipico aspetto “a nido di cicogna”, a differenza dell’abete rosso che appare sempre “appuntito/conico”.  La corteccia dell’abete bianco appare sempre di un colore grigiastro chiaro, mentre quella dell’abete rosso è spiccatamente rossiccia, con piccole placche che si sfaldano: in un bosco con presenza contemporanea di queste due essenze arboree è facilissimo notare la differenza. Anche le foglie (cioè i singoli “aghi”) hanno caratteri molto diversi e facilmente riconoscibili: piatti e con vertice arrotondato/smarginato e dotati di due linee chiare nella pagina inferiore quelli dell’abete bianco, a sezione quadrangolare e appuntiti quelli dell’abete rosso. Se poi guardiamo i frutti, cioè le pigne, noteremo che quelle dell’abete bianco crescono verso l’alto, mentre quelle dell’abete rosso sono pendule verso il basso: chi di voi frequenta la montagna ed utilizza impianti di risalita avrà certamente notato questa caratteristica sugli alberi che vi sfilano di fianco. Inoltre la pigna dell’abete bianco si sfalda a maturità (e quindi difficilmente la troverete a terra integra), mentre quella dell’abete rosso cade intera.

Anche per ciò che riguarda l’ambiente di crescita vi sono esigenze e diverse preferenze: l’abete bianco ama versanti umidi, ombrosi ed a limitata escursione termica; l’abete rosso è invece più resistente alle basse temperature (tanto che lo troviamo ben distribuito nella fascia fitoclimatica del Picetum fino ai 2200m) e ben si adatta ad ambienti luminosi.

A questo punto, forti delle nostre nuove conoscenze botaniche, siamo pronti per fare la nostra scelta… ma un altro dilemma (questa volta di tipo “etico”) ci attanaglia: faremo campeggiare al centro del salotto un bell’abete vero oppure una simil-pianta puntuta aghifoglia di materiale sintetico?  Proviamo a vedere i pro e contro dell’una o l’altra scelta


Abete vero

Pro:
    •    Un albero vero avrà, fino al momento dell’acquisto, catturato CO2 in ambiente
    •    Se acquistato con le radici, potrà sempre essere ripiantato, continuando la sua azione di cattura dell’anidride carbonica
    •    È biodegradabile, quindi facilmente conferibile nel cassonetto delle potature 
    •    Se acquistato in un vivaio vicino a casa, non avrà prodotto inquinamento derivato dal suo trasporto 
Contro:
    •    È di difficile mantenimento, viste le temperature delle abitazioni e la difficoltà ad innaffiarlo durante il periodo delle feste
    •    Se acquistato reciso sarà destinato a seccare. Inoltre se la provenienza non è certificata potrebbe provenire da un abbattimento non regolare


Abete finto

Pro:
    •    Se ben conservato potrebbe durare moltissimi anni
    •    È comodo e veloce da addobbare: in alcuni casi basta tiralo fuori dall’involucro ed è già pronto
    •    Non ha bisogno di manutenzione, salvo la cura nel riporlo al termine del periodo natalizio
Contro:
    •    Per la sua produzione si utilizzano materie prime e si provocano emissioni di CO2 in ambiente
    •    Il suo smaltimento comporta comunque l’emissione di sostanze inquinanti in ambiente, anche perché non è biodegradabile
    •    Se non è di fabbricazione artigianale, la provenienza è di solito extraeuropea, con aumento delle emissioni di inquinanti durante il trasporto

Vale anche la pena ricordare che, ai sensi del Regolamento del verde Pubblico e Privato del Comune di Forlì, nell’allegato A vengono indicate le principali specie arboree consigliate per i nuovi impianti, sostituzioni, reimpianti: ebbene, fra le tre specie fortemente sconsigliate c’è anche l’abete rosso (per chi pensasse, dopo le feste, di piantarlo in giardino). Sembra di capire quindi che non ci sia una “formula magica” che guidi nella scelta: ci sono vantaggi e svantaggi in entrambi i casi e, forse, l’unico discrimine e scegliere l’opzione che, per il nostro stile di vita e per l’ambiente in cui viviamo, risulti essere la più sostenibile. Ricordiamo, come recita un proverbio masai, che “Noi non abbiamo ereditato il mondo dai nostri padri, ma lo abbiamo avuto in prestito dai nostri figli e a loro dobbiamo restituirlo migliore di come lo abbiamo trovato”… anche scegliendo il giusto albero di Natale.

Si parla di

A Natale, rosso o bianco?

ForlìToday è in caricamento