rotate-mobile
Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

Animali “pericolosi” e dove trovarli: cosa fare quando siamo in escursione

Considerata la frequenza con cui è possibile interagire, durante i trekking, con i cani da protezione del bestiame, sabato 29 aprile si terrà il “Corso + Trekking: escursionisti e cani da protezione”

I recentissimi tragici fatti accaduti in Val di Sole, che hanno visto protagonista un giovane runner ucciso da un orso, mi hanno portato a riflettere sui potenziali pericoli relativi a possibili incontri con animali selvatici durante un trekking. Sebbene l’orso non sia più presente nelle nostre montagne romagnole da alcuni secoli (ma di questo parlerò in un prossimo articolo), altre specie si aggirano fra le foreste ed i boschi, pertanto è necessario conoscere le poche ma semplici regole da seguire, nel caso in cui dovessimo incrociare i nostri passi con un animale selvatico. 

Lupo

Il lupo, nel corso degli ultimi cinquant’anni, ha ripopolato le nostre montagne e l’Italia intera, sfruttando i corridoi ecologici naturali (la catena appenninica e le sempre più numerose aree protette). Lo ha fatto in maniera spontanea, riproducendosi ed espandendo il suo areale senza che l’uomo intervenisse attivamente con reintroduzioni, come i detrattori del lupo amano dire. Questo eccezionale predatore ha un olfatto sensibilissimo (è il suo primo e più sviluppato organo di senso) ed è in grado di avvertire la presenza umana a distanza di alcuni chilometri. Considerato anche che da secoli non sono documentati suoi attacchi ai danni dell’uomo, risultano estremamente improbabili eventi simili. Diversa sorte potrebbe toccare invece ad un eventuale cane, lasciato libero di vagare indisturbato per i boschi: potrebbe essere visto dal lupo come preda ed essere ucciso. Ma lì, ovviamente, la colpa non è del lupo…

Cinghiale

Considerata la densità che questo ungulato ha in provincia di Forlì-Cesena, incrociare i passi sul sentiero con questo animale è cosa tutt’altro che remota. Però sfatiamo il mito che le femmine attaccano quando hanno i piccoli o che il cinghiale, se vi vede, vi punta per corrervi incontro. Sebbene le femmine abbiano un innato spirito materno in presenza dei cuccioli (come in quasi tutti i mammiferi), la priorità per il cinghiale è poter fuggire il più lontano possibile dal puzzolente bipede che ha di fronte (…eh sì, il nostro Chanel n°5 è avvertito come “fetore umano”). 

Pertanto, in caso di contatto con un cinghiale, basterà fare un po’ di baccano e lo vedrete scappare a zampe levate in direzione opposta alla vostra. Diverso è il caso in cui voi vi troviate sull’unica via di fuga disponibile: in quel caso basterà spostarsi di alcuni metri (magari protetti dietro ad un albero) e lasciargli la strada libera. Attenzione anche a passeggiare in periodo di caccia al cinghiale: un animale ferito (e quindi più “nervosetto” del solito), sotto l’effetto dell’adrenalina e del dolore potrebbe rappresentare un pericolo…ma anche in questo caso la colpa non è sua! Ed in ogni caso, fare rumore e togliersi dalla direzione di corsa è l’unico rimedio praticabile.

Zecche

Così piccole e così pericolose! È forse l’animale da temere di più: attiva nei periodi caldi e umidi, il morso di una zecca può avere conseguenze gravi, in quanto può trasmettere malattie quali Encefalite da zecche, Malattia di Lyme, e Febbre bottonosa. Alcuni accorgimenti che possiamo mettere in atto per non ritrovarcele addosso dopo un trekking sono: indossare abiti chiari (possibilmente a maniche lunghe) e pantaloni lunghi; evitare di rotolarsi o riposare direttamente sull’erba, camminare in mezzo ai cespugli o dove la vegetazione è alta: nel caso in cui non sia possibile, controllarsi frequentemente il corpo, per verificare l’eventuale sua presenza. Le zecche preferibilmente si attaccano in testa, sul collo, sui fianchi e dietro alle ginocchia, cioè nelle zone più calde e dalla pelle meno spessa; spruzzare sopra i vestiti un repellente specifico.

Calabroni e simili

Ogni anno si leggono segnalazioni sui social circa la presenza di nidi di calabrone all’interno di maestà, ruderi, tronchi cavi e luoghi simili, lungo i sentieri del Parco Nazionale Foreste Casentinesi. In generale gli imenotteri amano fare il proprio nido in queste cavità, pertanto, per evitare incontri spiacevoli, basterà non avventurarsi in esplorazioni in luoghi angusti o mettere la testa dentro il buco di un tronco. Meglio sapere inoltre che vespe e calabroni, quando avvertono una minaccia per l’alveare (cioè ci siamo avvicinati troppo), possono sentirsi minacciati e quindi attaccare. Come ripetuto sopra, anche in questo caso la colpa non è del calabrone che ci punge, ma…

Vipere e serpenti in genere

Premessa necessaria è sapere che tutti i rettili sono specie protetta dalla L.R. 15/2006, pertanto ucciderli è reato. Altra notizia importante: a parte la vipera, tutti gli altri serpenti presenti sul nostro territorio non sono velenosi. Inoltre l’incontro con una vipera è abbastanza remoto e, tutto sommato, di facile gestione. Non serve a nulla fare baccano, perché i serpenti non presentano né membrana uditiva, né orecchio medio e neppure tromba di Eustachio, quindi mancano di quelle caratteristiche fisiche che consideriamo normalmente indispensabili per ricevere le onde sonore e tradurle in rumori e suoni. Avvertono però benissimo le vibrazioni, pertanto basterà battere vigorosamente i piedi a terra per indurli alla fuga. 
Considerato poi che sono animali ectotermi (la cui temperatura corporea dipende dall'ambiente esterno) è bene non mettere le mani sotto le pietre (ricordate? Ci sarà un motivo se da piccoli la mamma ce lo diceva sempre…), per evitare di disturbare un rettile, che si sta beatamente termoregolando all’ombra di una caldissima pietra scaldata dal sole, e meritarci un doloroso morso.

Cani da protezione del bestiame

I cani da protezione del bestiame (diversi dai cani pastore, che hanno altre funzioni) stanno in mezzo al gregge, per proteggerlo da eventuali attacchi di lupo. A volte può capitare che un sentiero CAI attraversi un pascolo con presenza di cani da guardiania e, in quel caso, ci sono semplici accorgimenti da adottare: restare calmi, non correre, non urlare o fare rumori forti, allontanarsi lentamente senza mai voltarsi, non utilizzare bastoni da trekking o altri oggetti contro i cani. Se siete in bici, scendete e mettete la stessa fra voi e il cane. Ovviamente bisognerà cercare di aggirare il gregge e non attraversarlo: ricordo che in quel momento il cane sta lavorando e noi stiamo disturbando il suo lavoro; se è bene addestrato, capirà che non siete un pericolo per le pecore e se ne tornerà in mezzo a loro. Se avete con voi il cane, come da regola, è bene tenerlo al guinzaglio e, in ogni caso, non in braccio.

Considerata la frequenza con cui è possibile interagire, durante i trekking, con i cani da protezione del bestiame, sabato 29 aprile si terrà il “Corso + Trekking: escursionisti e cani da protezione”: una giornata per apprendere i giusti comportamenti da tenere se si incrociano cani durante un’escursione. Il corso si terrà a Campiuno (Borgo Tossignano) ed è organizzato dalle Guide Ambientali Escursionistiche di Romagnatrekking®, in collaborazione con l’Associazione DifesAttiva e l’Azienda Agricola Piccola Romagna, sotto il patrocinio del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola. Per informazioni e iscrizioni potete cliccare su questo link: https://bit.ly/3m6yGnU
 

Si parla di

Animali “pericolosi” e dove trovarli: cosa fare quando siamo in escursione

ForlìToday è in caricamento