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Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

Escursioni di gruppo in montagna, quando si diventa responsabili degli altri?

Siete appassionati di montagna e ogni tanto accompagnate i vostri amici in escursione? Cosa succede in caso di infortunio di uno di essi?

Quando si va in montagna si spera sempre che non accada nulla di grave e che si possa rientrare a casa solamente con il bel ricordo di una giornata trascorsa in mezzo alla natura. A volte però può capitare che qualcosa vada storto e che si possa incappare in un imprevisto, dagli esiti più o meno gravi. Ma quando si rischia, se questo accade mentre si esce con un gruppo di persone?

Come scritto un paio di articoli fa, il rischio zero non esiste… quindi c’è sempre una percentuale, seppur minima, che qualcosa possa andare storto e ci si possa trovare in difficoltà. Ma quando si è in comitiva e avviene un incidente, la Giustizia dovrà necessariamente verificare eventuali responsabilità, andando a chiarire se esiste o meno “affidamento”. In caso di prestazione professionale (rapporto Guida/cliente) questo affidamento è palese: se il cliente inesperto si affida alle competenze e ai servizi di una Guida (che viene retribuita) per vivere una entusiasmante esperienza in montagna, esige anche, dettaglio non trascurabile, di essere riportato sano e salvo a casa. Da questo punto di vista è sempre bene che il cliente (possibilmente prima di prenotare l’escursione!) si accerti che la Guida a cui si affida lo sia realmente, cioè abbia un titolo ufficiale (Guida alpina, Guida Ambientale Escursionistica) conseguito dopo la frequenza di un corso che ne attesti le competenze.


Ma se si sta accompagnando un gruppo di amici, che succede? In questo caso le cose si complicano un po’ ma, di base, il principio potrebbe essere il medesimo: è necessario accertare se c’è affidamento da parte della persona (o gruppo di persone) meno esperta e se esiste una capacità organizzativa dell’amico accompagnatore. In questo caso potrebbe accadere che quest’ultimo debba risarcire eventuali danni, se questi sono stati cagionati da sua imperizia, imprudenza o negligenza. 


Non siamo in condizioni di affidamento se le persone del gruppo hanno tutte, più o meno, le stesse capacità e competenze e si affidano l’uno all’altro per la gestione dell’escursione: in questo caso la giurisprudenza tende a condividere gli oneri di responsabilità in maniera più proporzionata su tutto il gruppo. Ma se un amico, in maniera acclarata, è riconosciuto dal resto del gruppo come “esperto di montagna” e possiede maggiori competenze, esperienza, capacità nel condurre l’uscita, tali che il gruppo stesso si rivolga completamente a lui per l’organizzazione e lo svolgimento dell’uscita stessa, in questo caso ci si trova nelle condizioni di “affidamento”, obbligando così l’amico esperto ad un “dovere di protezione” nei confronti degli amici inesperti.

Ma quand’è che un accompagnatore esperto è chiamato a risarcire i danni per un infortunio subito da un membro inesperto della comitiva? Certamente quando l’incidente è dovuto a comportamento negligente dell’accompagnatore, ma anche quando l’incidente è causato da un comportamento dell’accompagnato, frutto dell’imperizia o imprudenza di quest’ultimo, o dovuto al fatto di non avere questi un’esperienza adeguata alla gita in corso: è infatti un onere dell’accompagnatore esperto valutare l’idoneità degli amici a quella determinata uscita e, eventualmente, sconsigliarne la partecipazione.

Un’ulteriore distinzione, nell’attribuzione delle responsabilità, riguarda il dolo o la colpa: siamo in presenza di atto doloso quando il soggetto vuole intenzionalmente provocare quel determinato incidente, mentre siamo in condizione di atto colposo quando il soggetto non aveva intenzione di provocare incidenti, ma, ciò nonostante, questo si è verificato per mancata diligenza, perizia, prudenza o perché si sono ignorate le basilari regole di comportamento, volte a prevenire il verificarsi del danno. Solitamente (e si spera!) fra amici si rientra in questa seconda casistica.

Ci possono essere, però, situazioni per le quali si può escludere la responsabilità: caso fortuito (un evento imprevisto e imprevedibile), forza maggiore (situazioni che non possono essere controllate o impedite in alcun modo), l’aver agito in stato di necessità (quando ci si trova costretti, ad esempio, a scegliere tra più possibili soluzioni, sapendo che ciascuna di queste, provocherà conseguenze dannose), il concorso di colpa del danneggiato. 
Probabilmente qualcuno di voi avrà anche letto nella promozione di qualche escursione (di solito organizzate da persone non titolate) la presenza di clausole di esonero della responsabilità: sappiate che non hanno valore giuridico, per tutti i motivi elencati nell’articolo che avete appena letto.


L’argomento finora esposto non è di semplice comprensione ma, alla luce di quanto esposto sopra, provate a capire, nell’ultima escursione fatta con amici, se eravate in condizione di affidamento oppure no… e, nel dubbio, fatevi condurre da una Guida Ambientale Escursionistica!
 

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