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Briciole di natura

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A cura di Riccardo Raggi

Botton d’oro: una rarità del Parco Nazionale Foreste Casentinesi

Chi volesse osservare le fioriture di Botton d’oro, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, sabato 6 maggio, le Guide Ambientali Escursionistiche di Romagnatrekking® organizzano un’escursione dal Passo della Calla fino all’eremo di Camaldoli (e ritorno)

Questo bellissimo fiore ha una sola stazione di fioritura nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e per questo rappresenta un’entità preziosa per il territorio, da tutelare e conservare.

Il Botton d’oro (Trollius europaeus) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, originaria della Scandinavia, del Nordamerica e delle alte montagne delle zone temperate. Il suo habitat è costituito da prati e boschi a mezz'ombra, con suoli argillosi e ricchi di humus, ma è possibile trovarla anche in prati umidi e acquitrinosi, dove costituisce ampi gruppi; vegeta dai 500 ai 2700 m di quota.
Il fiore, generalmente unico, è posto alla fine dello stelo, che si presenta allungato e spesso privo di foglie: ha una caratteristica forma globosa di circa 3-5 cm, di colore giallo-oro o giallo-verdastro, costituto da 10-12 sepali, incurvati a formare una sorta di sfera, che ha lo scopo di proteggere stami e pistilli dalla pioggia. I petali veri e propri, invece, sono esili linguette.
È una pianta perennante (ossia che in determinate condizioni può vegetare per più anni consecutivamente), grazie alle gemme poste a livello del terreno.
La sua impollinazione è entomofila, quindi favorita da insetti impollinatori quali api, coleotteri o farfalle che, convergendo sulla sua corolla, succhiano il nettare e al contempo si incaricano di trasportare il polline da un fiore all’altro.

Come gran parte delle Ranunculaceae, il Botton d’oro è una pianta velenosa: contiene infatti un alcaloide, la protoanemonina, che può provocare irritazione alle mucose e, se ingerita, causare vomito, diarrea e dolori addominali. Le bestie domestiche e selvatiche evitano, infatti, di cibarsene, tant’è che spesso la si vede fiorire solitaria nel verde dei prati adibiti a pascolo, in quanto le mucche mangiano tutta l'erba attorno ignorandola. Una volta disseccata non è più nociva.

L’etimologia del nome generico, Trollius, deriva dall'antico tedesco “trol/trolen” che significa “rotondo, globoso”. È stato attribuito da Linneo, ricordando il nome “flos trollius” con il quale il naturalista svizzero Conrad Gessner (agli inizi del 1500) chiamava il Botton d’oro, latinizzando il nome volgare locale “trollblume”, cioè fiore globoso. Il nome specifico “europaeus” si riferisce, ovviamente, al fatto che sia specie tipica del continente europeo.

C’è anche una leggenda, tutta italiana, legata a questo fiore: si narra di un principe del castello che una volta sorgeva a Pieve di Cadore, sul Monte Rico. Il sogno del principe era sempre stato quello di incontrare l’anima gemella e, un giorno, nel far ritorno a palazzo con tutta la famiglia, attraversò un villaggio vicino. Il principe, che seguiva la carrozza a cavallo, notò la bellissima Gemma, una fanciulla dalle lunghe trecce bionde. Giunto a palazzo comunicò ai genitori di voler sposare la ragazza e non passò molto tempo che la introdusse a palazzo. La giovane aveva già un bellissimo pretendente, ma comunque cedette alle lusinghe del principe. La vita a palazzo però ben presto le sembrò una prigione, anche se sfarzosa e comoda, e alla fine Gemma fuggì proprio il giorno del suo matrimonio, per il quale indossava un bellissimo vestito bianco, con bottoni d’oro a forma di fiore.
Giunta al suo villaggio, arrivò nei pressi di un laghetto e, pensando che tutti l’avessero ormai dimenticata, venne presa dallo sconforto. Si gettò nel lago, ma non annegò. Venne ritrovata dal principe, che le confessò ancora il suo amore e le disse che, se desiderava, era libera di ritornare indietro, perché aveva sbagliato nel pretendere che lo seguisse a palazzo. Lei a quel punto comprese che l’amore del principe era vero e che avrebbe potuto sempre fare affidamento su di lui. Avendo capito di amarlo a sua volta, gli chiese se volesse ancora sposarla e lui felicemente annuì. Si sposarono con una grande festa. Gemma indossava lo stesso abito, rimesso a nuovo, ma senza i bottoni, molto probabilmente dispersi nel lago. In quelle zone oggi fioriscono i Botton d’Oro.

Chi volesse osservare le fioriture di Botton d’oro, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, sabato 6 maggio, le Guide Ambientali Escursionistiche di Romagnatrekking® organizzano un’escursione dal Passo della Calla fino all’eremo di Camaldoli (e ritorno): durante la passeggiata si farà tappa anche nei pressi di Poggio Scali, dov’è presente l’unica stazione di fioritura del Parco.
Informazioni e iscrizioni all’escursione a questo link: https://bit.ly/41bcF61

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