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Venerdì, 19 Aprile 2024
Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

Sono “malato” di natura da sempre. Laureato in Scienze Faunistiche, sono guida ambientale escursionistica per mestiere e appassionato di ornitologia. Mi occupo anche di divulgazione e outdoor education. Mi piace raccontare agli altri gli aspetti naturalistici del nostro territorio e far scoprire le bellezze della natura che ci circonda ed i delicati meccanismi che la regolano

Briciole di natura

Il gruccione, un arcobaleno con le ali vola sopra le vostre teste

In questi giorni i gruccioni sono in fermento, il “mal d’Africa” inizia a farsi sentire… se alzate lo sguardo al cielo, specialmente all’ora del tramonto, potrete vedere questo arcobaleno con le ali volare sopra le vostre teste.

Molti pensano che gli uccelli colorati si possano osservare solamente nei paesi tropicali: invece anche nei cieli forlivesi è possibile vedere una specie fra le più appariscenti al mondo, il Gruccione.

Il Gruccione (Merops apiaster) è un migratore dalle abitudini gregarie, che giunge nei territori romagnoli a metà primavera per ripartire tra la fine di agosto e i primi di settembre, facendo ritorno nei quartieri africani dove passa l’inverno. Con una lunghezza di circa 25-30 cm ed un’apertura alare di 35-40 cm, il gruccione è dotato di un piumaggio composto da colori sgargianti: l’adulto ha gola giallo brillante bordata di nero, petto e ventre azzurrognoli, macchie sulle spalle bianco-giallastre, vertice dorso e parte superiore dell’ala interna marrone e rosso. L’occhio è rosso. Già nell’Ottocento l’ornitologo Bacchi della Lega lo descriveva con queste parole: “…il glauco del mare, il verde della malachite, il giallo dell’oro, il candido della neve, il fulvo del Leone si avvicendano sulla divisa della Merope…”.

Il nome comune è onomatopeico e ricorda vagamente il verso che emette in volo; per quel che riguarda il nome scientifico il termine generico “merops” deriva dal greco ed è un termine usato da Aristotele per individuare questi uccelli mentre la parola “apiáster” deriva da “ápis” (ape), a indicare la sua particolare dieta costituita principalmente da imenotteri. In passato era conosciuto col nome di merope, grottajone o apingordo, mentre il termina dialettale (indicato anche da Ferrante Foschi nel suo libro “I nomi dialettali degli uccelli di Romagna”) è dêrdar, termine che ne descrive sia il volo a “saetta” (dardo) sia la particolare disposizione delle penne interne della coda (timoniere) che sopravanzano di molto le restanti, conferendo la forma di una freccia. Altri nomi dialettali con cui era conosciuto sono barbajôn e barbarël.

Presente nella periferia di Forlì fin dagli anni ottanta, negli ultimi tempi ha incrementato decisamente il suo areale distributivo, occupando porzioni di territorio sia collinari sia in pianura: è possibile osservarlo nei siti riproduttivi nei pressi di San Martino in Strada, nel Rio Ronco di Vecchiazzano, nello scolo Ausa affluente del Ronco, in aree agricole zona Romiti e Cava. Nidifica in colonie, scavando un nido a forma di tunnel lungo gli argini dei fiumi, le sponde sabbiose e le pareti d’argilla delle cave: in fondo al cunicolo, lungo fino a 3m, è posta la camera di cova. Lo scavo del nido è un’operazione che può durare fino a tre settimane (in funzione della durezza del terreno) ed è operato da entrambi i membri della coppia. A volte le gallerie dei nidi adiacenti possono essere comunicanti fra loro, creando così una sorta di labirinto che funge da deterrente per i possibili predatori. La formazione della coppia avviene dopo un complesso rituale durante il quale il maschio offre alla femmina dei “doni” per indurla all’accoppiamento. Di solito lo scambio avviene su posatoio, ma talvolta può avvenire anche in volo. Il regalo è generalmente costituito da un insetto molto vistoso come una libellula o una farfalla. Entrambe i genitori partecipano all’allevamento dei pulcini, nella maggior parte dei casi aiutati da altri individui del gruppo familiare (zii, figli di nidiate precedenti, …) che non sono ancora in fase riproduttiva: questi soggetti sono definiti “helpers”.

Per l’alimentazione sono prede elettive gli Imenotteri (vespe, api, calabroni, …), cacciate con la tecnica dell’appostamento: una volta individuata la preda il gruccione spicca un rapido volo e, compiendo un’ampia curva, la cattura per poi cibarsene sul posatoio. Se la preda non è velenosa viene ingoiata dalla parte della testa, dopo essere stata sbattuta ripetutamente sul posatoio e lanciata in aria. In caso di prede velenose, queste vengono dapprima strofinate su un ramo per staccarne il pungiglione e poi schiacciate col becco per far fuoriuscire il veleno. Sembra inoltre che la colorazione vistosa del piumaggio dei gruccioni sia utile ad attrarre in maniera più facile certe prede. I posatoi, specialmente quelli in prossimità del nido, vengono difesi dai singoli individui (soprattutto durante la fase finale di costruzione del nido) per allontanare potenziali concorrenti o estranei allo stormo: per far ciò il gruccione assume atteggiamenti aggressivi, gonfiando il piumaggio ed emettendo sibili. In caso di presenza di predatori vengono attuati comportamenti di difesa collettiva: tutti i membri della colonia si uniscono per attaccare l’estraneo, con un’azione detta “di mobbing” compiendo rumorose picchiate a ripetizione.

È facilmente identificabile grazie ad alcuni elementi distintivi: le sue abitudini gregarie, che lo portano a formare stormi vocianti anche di diverse decine di individui, a volte posati l’uno accanto all’altro formano una fila colorata sui cavi elettrici. La sua voce inconfondibile, udibile specialmente quando si trova in volo: un richiamo ripetuto, sommesso e rollante “prriut”, emesso con tono ritmato da tutto il gruppo e udibile anche da grandi distanze.  La sagoma (con le ali appuntite e le timoniere sporgenti al centro della coda) e il volo (che alterna battiti di ali a ondulazioni) sono tipici: solo il gruccione ha queste caratteristiche.

In questi giorni i gruccioni sono in fermento, il “mal d’Africa” inizia a farsi sentire… se alzate lo sguardo al cielo, specialmente all’ora del tramonto, potrete vedere questo arcobaleno con le ali volare sopra le vostre teste. E vi sembrerà di essere in un paese tropicale.
 

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