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Venerdì, 19 Aprile 2024
Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

"Lo famo strano", il San Valentino tra gli animali: c'è anche chi porta una preda alla fidanzata per accoppiarsi mentre lei mangia

Non siamo gli unici rappresentanti del regno animale ad impegnarci nel fare la corte ai rappresentanti dell’altro sesso: i rituali di corteggiamento sono un elemento fondamentale nella vita di ogni animale

Ieri si è festeggiato San Valentino, ricorrenza tanto attesa dagli innamorati di tutto il mondo, durante la quale noi esseri umani ci produciamo in gesti di affetto e galanterie nei confronti del proprio partner. Ma non siamo gli unici rappresentanti del regno animale ad impegnarci nel fare la corte ai rappresentanti dell’altro sesso: i rituali di corteggiamento sono un elemento fondamentale nella vita di ogni animale.

Come premessa dobbiamo puntualizzare che la Natura, nel corso della sua evoluzione, ha messo a punto dei collaudati meccanismi, che hanno come scopo finale la propagazione della specie, qualunque essa sia. Detta così non c’è nulla di romantico, ma vedremo che i vari atteggiamenti nei riti di corteggiamento degli animali selvatici sono tutti finalizzati ad un unico obiettivo: l’accoppiamento e la riproduzione. Tutti gli organismi viventi infatti hanno come scopo principale trasmettere il proprio patrimonio genetico ai posteri, e nel farlo cercano tutte quelle strategie che risultino più rapide, economiche (dal punto di vista energetico), produttive e, in taluni casi, anche piacevoli.

Guardando il fenomeno da un punto di vista prettamente biologico (epurandolo quindi da tutti quei condizionamenti sentimentali tipici della specie umana), sarebbe molto facile poter fare come il lombrico che, se sezionato in due parti, è in grado di riprodurre da ciascuna metà due individui perfettamente uguali (e lo stesso dicasi per batteri e organismi unicellulari). Ma chi si affida a questa strategia, pur evitando le complicazioni ed i pericoli di un corteggiamento, rinuncia anche ad un rimescolamento genetico, che ha numerosi vantaggi in termini di probabilità di sopravvivenza, nel caso di condizioni ambientali variabili. Ecco quindi che il ricorso alla riproduzione sessuale e, di conseguenza, alla ricerca del partner diventano un elemento fondamentale nella vita di moltissimi animali, per i quali il corteggiamento diviene elemento necessario e condizione imprescindibile per l’accoppiamento.
Gli animali hanno messo a punto tre diversi segnali per attrarre l’altro sesso: acustici, visivi e chimici. 

Chi di noi non si è incantato ad ascoltare il canto flautato del Merlo o il ritmico gracidare di rane e rospi durante il periodo primaverile? Sono segnali di contatto e di attrazione, ai quali spesso ne seguono altri di tipo visivo (il giallo acceso del becco del merlo o il sacco vocale che si gonfia sotto la gola delle rane). 

Nel periodo che va da metà settembre alla prima settimana di ottobre nel Parco delle Foreste Casentinesi è possibile udire anche a notevole distanza il “canto d’amore” del Cervo: si tratta del famoso bramito, che attira centinaia di appassionati. Questo lungo e poderoso suono ha l’obiettivo di attrarre le femmine in un harem e, al contempo, di scoraggiare eventuali pretendenti, che avessero messo incautamente gli occhi addosso alle cerve del maschio dominante. Gli stessi palchi (quelli che erroneamente vengono chiamate corna) sono un ulteriore status-symbol, che il cervo mostra alle femmine e agli avversari, per dimostrare che lui è il più forte e meritevole dell’accoppiamento. Dopo tutto in natura (con l’eccezione del genere umano… forse) vige la legge che a scegliere è la femmina, mentre il maschio deve fare ogni sforzo possibile per dimostrarsi il miglior partito possibile. Se pensiamo ad uccelli come il Rigogolo o il Fringuello, vedremo che i maschi hanno colori sgargianti per farsi notare, mentre le femmine sono dotate di livree molto più criptiche o poco appariscenti, dato che hanno l’onere della cova e della cura dei piccoli.

Se invece parliamo di insetti ed invertebrati, allora spesso si fa ricorso alle “armi chimiche”: si chiamano feromoni, segnali chimici odorosi che, lanciati nell’aria, sono capaci di attirare il partner anche a chilometri di distanza. Ne sanno qualcosa i maschi di diverse specie di farfalle che, attirati da invisibili molecole profumate rilasciate dalle femmine, si gettano a capofitto nell’aria alla ricerca della dolce metà. 

Ovviamente per ogni regola ci sono le dovute eccezioni, ed ecco quindi che ci sono insetti che si affidano a segnali sonori come le cicale (che friniscono per ore ed ore nella calura estiva) o come le lucciole (che affidano la ricerca del partner a lampi di bioluminescenza nel buio delle sere primaverili). Non tutti coloro che poi riescono a giungere al tanto agognato amplesso hanno vita semplice: sappiamo che il maschio di Mantide religiosa dovrà perdere letteralmente la testa per indurre la femmina alla copula, mentre per alcune specie di ragni il maschio (per essere certo di non finire cannibalizzato) porta in regalo alla femmina una preda, in modo da potersi accoppiare intanto che la dolce metà è intenta a mangiare.

Per chi volesse approfondire l’argomento ci sono numerosi testi divulgativi che permettono di capire meglio i sottili meccanismi dell’amore negli animali selvatici: consiglio in particolare “Sesso selvaggio”, di Claudia Bordese (Instar libri editore) che spiega l’argomento con parole semplici e leggere.

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