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Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

Perchè le lucciole si illuminano? Vederle è uno spettacolo sempre più raro. Come, dove e quando ammirarle

Le lucciole sono insetti appartenenti all’ordine dei Coleotteri, presenti con oltre 2000 specie a quasi tutte le latitudini, con eccezione delle zone molto fredde, vicine ai Poli

Se ci capitasse di fare una passeggiata in un bosco o in campagna, durante una calda notte estiva, potremmo avere la fortuna di assistere ad uno spettacolo sempre più raro: potremmo vedere accendersi in mezzo alla vegetazione piccole lucette, in maniera più o meno intermittente, come magiche lampadine danzanti, che rendono suggestivo l’ambiente. Stiamo parlando delle lucciole.

Habitat e caratteristiche biologiche

Le lucciole sono insetti appartenenti all’ordine dei Coleotteri, presenti con oltre 2000 specie a quasi tutte le latitudini, con eccezione delle zone molto fredde, vicine ai Poli. Il loro habitat preferito è costituito da ambienti temperati e molto umidi (foreste, paludi, campagne, o sponde di fiumi e ruscelli). Una delle cose più significative da sapere riguardo alle lucciole è che hanno uno spiccato dimorfismo sessuale: maschi e femmine sono notevolmente differenti. Dotati l’uno e l’altra di occhi grandi e zampe corte, i maschi hanno dimensioni maggiori, con una lunghezza di oltre 1 cm: al contrario le femmine hanno un corpo più tozzo e tondeggiante. Inoltre i maschi sono generalmente dotati di ali e quindi possono volare, mentre le femmine sono quasi sempre attere (cioè senza ali). Entrambi i generi hanno la parte finale dell’addome di colore bianco: in questo segmento del corpo avviene la produzione della luce, fenomeno conosciuto col nome di bioluminescenza. Come molti coleotteri, anche le lucciole hanno una vita ben più lunga sotto forma di larva, prima di divenire un adulto. 

Le uova dei Lampiridi sono sferiche ed incolori, vengono deposte sotto i sassi o in luoghi umidi. Una particolarità delle uova di questa famiglia è che sono dotate di bioluminescenza. Una volta usciti dall’uovo, restano quasi due anni sotto forma di larve, prima della metamorfosi. Le larve (che sono in grado di emettere luminescenza, sebbene con intensità minore rispetto agli adulti) a seconda della specie, hanno un aspetto nero con macchie rosa o gialle: questa colorazione, definita “aposematica”, serve a segnalare ai potenziali predatori la loro tossicità, in quanto dotate di un potente veleno di difesa, che utilizzano anche per nutrirsi. Infatti le larve di lucciola sono utilissime alleate nell’orto, in quanto vanno ghiotte di chiocciole e lumache: attaccano le loro prede spostandosi nell’erba e, dopo aver raggiunto la preda, la attaccano con i loro morsi velenosi, utilizzandola come pasto per alcuni giorni. Uno specifico organo caudale serve alle larve per ripulirsi dopo essersi nutrite. Nel periodo invernale, quando le prede sono assenti, le larve si ibernano. Dopo un paio di inverni, la larva compie l’ultima trasformazione, creando un bozzolo dal quale (dopo circa due settimane) uscirà una lucciola adulta: nella maggior parte delle specie, i maschi non sono in grado di alimentarsi e, di conseguenza, avranno vita brevissima. La priorità dunque, una volta raggiunta la vita adulta, sarà cercare una femmina per potersi riprodurre.

La bioluminescenza

Ma perché le lucciole si illuminano? È in questa fase adulta che il fenomeno della bioluminescenza ha la sua massima utilità. La produzione di luce serve come rituale di corteggiamento e di accoppiamento. Ma come fa la lucciola ed emettere quei bagliori verdi (o di altri colori, a seconda della specie)? Tutto è possibile grazie alla combinazione di due sostanze (luciferina e ossigeno), che producono una reazione chimica, la catalisi, grazie all’enzima luciferasi: gli ultimi segmenti addominali del corpo della lucciola sono trasparenti nella parte ventrale e sono percorsi da elementi che trasportano l'ossigeno utile alla reazione chimica. Le lucciole sono in grado di regolare il flusso dell'aria e di conseguenza anche la frequenza del lampeggiamento. La luce emessa è fredda, con una lunghezza d'onda oscilla fra i 500 ed i 650 nanometri, mentre l'intensità varia a seconda delle specie. L'emissione luminosa è differente a seconda della specie: in alcune specie i maschi emettono segnali ritmici luminosi, cercando di attirare l'attenzione delle femmine, che a loro volta emettono luce a ritmi differenti, in altre le femmine emettono una luce continua, visibile ai maschi che volano senza emissione di luce, cercandole in mezzo all’erba alta.
Una volta avvenuto l’accoppiamento, la femmina depone le uova (al suolo in mezzo all’erba alta o sotto le pietre) e poi muore, mentre il maschio vive circa due settimane in più. Vengono deposte circa 80 uova, che dopo circa un mese si schiudono, e così si ripete il ciclo vitale.

Fattori di minaccia

Ormai è sempre più raro poter vedere lo spettacolo delle lucciole a causa di alcuni fattori, purtroppo di origine antropica: l’utilizzo di veleni lumachicidi, che priva questi coleotteri della loro risorsa alimentare principale; il forte inquinamento luminoso, che limita fortemente i loro segnali luminosi fondamentali per la comunicazione a la riproduzione; la riduzione di habitat favorevoli quali ambienti boscati e campi caratterizzati da forte umidità.


Dove e quando vederle
Il momento migliore per poterle osservare quindi è durante il periodo della loro riproduzione, nelle serate di giugno e luglio, in luoghi dove non sia presente inquinamento luminoso e solitamente tra le 22 e la 24. Se volete assistere ad una “lucciolata” potete approfittare dell’escursione organizzata dalle Guide Ambientali Escursionistiche di Romagnatrekking® per venerdì 24 giugno: nei pressi del Centro Visite Spinadello, Meandri del Fiume Ronco, potrete camminare ai margini del bosco fluviale e delle campagne forlivesi, godendovi uno spettacolo senza precedenti (info e prenotazioni su www.romagnatrekking.it)

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