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Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

La squillante “risata” del Picchio verde

Il Picchio verde (Picus viridis), appartenente alla famiglia dei Picidi, è un uccello di circa 30-35 centimetri, con un’apertura alare di quasi mezzo metro

Con il ritorno della primavera riprende il fluire della vita, sia nei boschi di collina che nelle foreste più alte, come anche nei parchi cittadini e nelle aree verdi periferiche della città. Passeggiando in questi ambienti, già da qualche giorno si possono udire gli squillanti richiami del Picchio verde, impegnato nei fondamentali rituali di corteggiamento, preludio all’accoppiamento e alla riproduzione.

Il Picchio verde (Picus viridis), appartenente alla famiglia dei Picidi, è un uccello di circa 30-35 centimetri, con un’apertura alare di quasi mezzo metro: il suo piumaggio si presenta prevalentemente verde sul dorso e grigio-verde nelle parti inferiori, comprese le zampe e il becco. Il groppone è di colore verde chiaro-giallo, molto vistoso, mentre il vertice del capo è rosso, con una macchia nera ai lati del becco, chiamata “mustacchio”: l’unica differenza fra i generi è rappresentata da una macchia rossa all'interno del mustacchio, che identifica il maschio. Le penne remiganti primarie (quelle delle ali) sono caratterizzate da una fitta macchiettatura bianca, mentre quelle della coda sono rigide e a forma di cuneo, permettendogli così di appoggiarsi al tronco durante la percussione: per aggrapparvisi, dispone di quattro dita uncinate e robuste, due in avanti e due all’indietro. I giovani sono simili agli adulti, ma il piumaggio risulta più chiazzato e vermicolato su tutto il corpo.

Come tutti i picchi, il Picchio verde è legato ai grandi ambienti boscati e forestali, anche se presenta un maggiore adattamento rispetto alle altre specie, riuscendo a nidificare anche nei boschetti di dimensioni più ridotte, nei parchi e nei giardini cittadini, purché dotati di alberi di un certo diametro, all’interno dei quali ricavare il nido.  Nel mese di aprile inizia la costruzione dei nidi e la definizione del territorio, marcato con sonori richiami “sghignazzanti”, simili a una risata prolungata. In questa fase iniziale del corteggiamento, piuttosto rumorosa ed aggressiva, si può assistere ad inseguimenti ed esibizioni da parte dei partner: successivamente, quando la coppia si è affiatata, avviene la visita dei fori adatti per la nidificazione.

Di solito è il maschio che invita la femmina ad ispezionarli per la scelta del sito idoneo. Il nido viene scavato ricavando una grossa cavità all’interno di un tronco, generalmente su grossi alberi (preferibilmente secchi): l’ingresso è costituito da un varco orizzontale, seguito dalla camera di cova posta verticalmente (come una L rovesciata). Occasionalmente il Picchio verde scava il proprio nido anche in manufatti di origine antropica: lo sanno bene i possessori di seconde case in zona collinare che, a volte, si trovano gli scuroni delle finestre bucati. Le uova (da 5 a 7) vengono deposte dai primi di aprile fino a fine giugno e covate sul fondo del nido, ricoperto di frammenti di legno: la cova dura 17-19 giorni e viene svolta dalla coppia, a turno.

Specie solitaria, è dotata di un volo fortemente ondulato, caratterizzato dall’alternanza tra fasi di volo battuto e fasi ad ali chiuse, che lo rendono inconfondibile. Più difficile è scorgerlo quando è posato su un albero o a terra, dove spesso ricerca il cibo, costituito prevalentemente da formiche. La tecnica di “caccia”, in particolare quando si tratta di predare formiche, prevede una tipica sequenza: dopo una prima esplorazione del formicaio, segue un’azione energica di zampe e becco per scoprire le gallerie e, successivamente, la raccolta delle formiche con la lunga lingua viscosa. In questi casi il Picchio verde effettua anche un “bagno di formiche”, che lo aiuta nel controllo dei parassiti e nella pulizia del piumaggio.

Come tutti i picchi, anche il Picchio verde è dotato di una lingua molto lunga: nel suo caso può essere estroflessa fino a 10cm dalla punta del becco. Quando è a riposo la lingua, sostenuta dall’osso ioide, è fissata alla base del becco vicino alle narici ed è raccolta in un astuccio cartilagineo attorno al cranio e nella gola. L’etimologia del nome scientifico è semplice: il termine generico “picus” deriva del latino e significa picchio, mentre il nome specifico “viridis” significa verde. Al Picchio verde sono legate anche alcune leggende… ma questa è un’altra storia, che leggerete in un’altra puntata.

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