Escursionisti consapevoli: poche semplici regole per fare trekking in sicurezza
Alcune semplici regole per poter diventare “escursionisti consapevoli”, cioè camminatori che sanno quello che fanno, che progettano la propria passeggiata e che si equipaggiano come si deve
L’appennino è un posto meraviglioso: in alcune stagioni non ha nulla da invidiare alle più blasonate Alpi o Dolomiti, è ricco da biodiversità e di posti incantevoli da scoprire, ma non va sottovalutato. Un’escursione in questi ambienti non deve essere mai presa sottogamba e, in molti casi, avere una conoscenza di base della pratica dell’escursionismo può trasformare una bella giornata in natura in una tragedia o quasi (come ci testimoniano i fatti di queste ore avvenuti nel Parco regionale del Corno alle Scale). Ecco dunque alcune semplici regole per poter diventare “escursionisti consapevoli”, cioè camminatori che sanno quello che fanno, che progettano la propria passeggiata, che si equipaggiano come si deve e che hanno le capacità di fronteggiare gli eventuali imprevisti.
Equipaggiamento
“Il tempo in montagna cambia rapidamente”. Quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase, ed è vera! Soprattutto nelle mezze stagioni (quelle che si dice non esistano più). In questi periodi di cambiamenti climatici, il meteo riserva sempre numerose sorprese ed è quindi bene partire per un’escursioni bene equipaggiati. Il consiglio è quello di utilizzare sempre (anche in estate) pantaloni lunghi, ovviamente di pesantezza commisurata alla stagione. I vantaggi sono presto detti: in caso di basse temperature evitano il raffreddamento delle gambe e del corpo in generale, scongiurando ipotermie nel caso in cui il maltempo ci sorprenda in maniera improvvisa. Nel periodo primaverile-estivo-autunnale possono salvarci da scottatture ed eritemi solari, oltre che dalle zecche e trombicule (fastidiosi acari ematofagi che, pungendoci, ci regalano un prurito persistente anche per dieci giorni). Uno dei must dell’escursionista è il cosiddetto “vestirsi a cipolla”, cioè avere più strati da mettere e togliere all’occorrenza. Generalmente gli strati sono quattro e servono rispettivamente per allontanare il sudore dal corpo (intimo), fornire calore (1° strato), riparare dal vento (2° strato) e proteggere dalla pioggia (strato impermeabile).
Avere la possibilità di indossare una giacca “windstopper” o un “guscio in gore-tex” potrebbe rappresentare una vera ancora di salvezza, soprattutto in questa stagione. Inoltre, anche in estate, è bene non dimenticare mai di mettere nello zaino berretto o bandana e un paio di guanti. Ma cosa più importante di tutte sono le calzature: indossare un adeguato paio di scarpe (e di ottima qualità) è la prima cosa che un escursionista dovrebbe curare quando inizia ad acquistare il proprio equipaggiamento. Scarpe con suola ben scolpita e tomaia con fodera impermeabile sono basilari per la nostra sicurezza. Statisticamente gli incidenti lievi (storte e similari) in montagna avvengono proprio a causa di un’errata calzatura. Qui si potrebbe anche disquisire se usare scarponi alti, medi o scarpe basse: io consiglio i primi due, a meno che non si pratichi escursionismo solamente in zone senza dislivelli e nel periodo estivo, ma questo tema è sempre molto dibattuto fra gli escursionisti.
Orientamento
Sapersi orientare è una delle cose fondamentali, se si vuole affrontare un’escursione in autonomia. La lettura di una carta escursionistica (e saperla orientare nel verso giusto!), imparare a capire da quale parte dobbiamo dirigerci quando arriviamo ad un bivio, saper distinguere sulla carta un crinale da un fosso, sono tutte capacità necessarie, se il nostro desiderio è camminare in natura senza una Guida. Ecco dunque che saper calcolare le distanze o se il nostro sentiero sarà pianeggiante o in salita servirà per capire se il tracciato scelto sarà facile o impegnativo, sia a livello di fatica sia di durata. Per questo aspetto molti si affidano alle App o ai GPS: la tecnologia è la benvenuta in questo campo, soprattutto in fase di pianificazione del percorso, ma contare esclusivamente su questi dispositivi senza una conoscenza di base della cartografia e dell’orientamento è sbagliato. Per la famosa Legge di Murphy, secondo la quale “se qualcosa può andar male, lo farà”, sappiamo che il cellulare potrebbe non avere campo o le batterie del GPS potrebbero lasciarci a piedi (se ovviamente non avremo pensato a mettere nello zaino un paio di pile di ricambio), quindi è molto utile avere le minime conoscenze di cartografia e orientamento, che torneranno utili durante la passeggiata. E mappa escursionista cartacea e bussola non devono mai mancare nello zaino!
Meteo
Abbiamo già detto che il meteo è variabile (oltre a non essere una scienza esatta) e le previsioni, per quanto basate su modelli matematici ormai consolidati, sono pur sempre previsioni. Questo è il motivo per cui è necessario saperle interpretare e, soprattutto, non fermarsi a guardare se l’icona indica “nuvola” o “sole”: nei vari bollettini meteo c’è tanto altro. Ad esempio è bene sapere che la temperatura diminuisce di 0.65°C ogni 100m di altitudine, quindi se leggiamo un certo valore a Campigna (1066m) sapremo che a Monte Falco (1658m) ci saranno almeno 3.5°C in meno.
Altro elemento importantissimo, e che spesso non è considerato quando si guardano le previsioni, è il vento: la velocità del vento rende la temperatura percepita sul nostro corpo molto più bassa di quella reale e lo sarà quanto maggiore sarà la sua velocità. Terzo aspetto da considerare è la pressione: è un dato un po’ nascosto nei bollettini, ma guardandolo si potrà capire l’andamento (se in diminuzione o in aumento durante la giornata): sappiamo tutti che alta pressione significa bel tempo e bassa pressione il suo contrario. Questo dato ci permetterà di capire se la giornata volgerà verso tempo soleggiato o nuvoloso.
Primo soccorso e gestione degli imprevisti
La cassetta del pronto soccorso è spesso uno degli accessori dimenticati nello zaino di un escursionista. Non serve una dotazione da ospedale, ma lo stretto necessario per curare una ferita, estrarre una spina dalla pelle, cerotti e protezioni per le vesciche, 2-3 buste di ghiaccio secco (no spray!) per eventuali contusioni, un po’ di bende e garze sterili. Ciascuno potrà poi inserire eventuali medicinali che utilizza abitualmente o che potrebbero essere utili, quali antiinfiammatori/antidolorifici. Potrebbe rivelarsi utile anche avere un elenco (scritto e non sul cellulare… vedi la Legge di Murphy di cui sopra) dei principali numeri di soccorso: a tale proposito a breve anche l’Emilia-Romagna si doterà del Numero Unico di Emergenza – NUE, il 112.
Altro
Fra gli elementi aggiuntivi, alcuni dei quali sarebbe deleterio dimenticare, non dobbiamo scordare di aver sempre con sé una borraccia o la più pratica “camel-bag”, perché l’idratazione durante il cammino è fondamentale. Consigliati anche i bastoni da trekking, che hanno il vantaggio di scaricare il peso e di favorire l’equilibro (soprattutto nei sentieri in discesa). Non sarebbe male avere con sé anche un piccolo fischietto per segnalazioni di emergenza e una pila o torcia frontale (nel caso in cui, per un imprevisto, il buio ci dovesse sorprendere).
Ecco dunque queste piccole e semplici regole per poter vivere con più consapevolezza le nostre escursioni in ambiente, e, se qualcuno volesse approfondire questi temi, è possibile partecipare ai Corsi di Escursionismo. In questi giorni si sta concludendo l’edizione primaverile organizzata dalle Guide Ambientali Escursionistiche di Romagnatrekking®, ma è già pronta quella autunnale in partenza a settembre. Per tutte le informazioni potete visitare il sito www.romagnatrekking.it oppure inviare una mail a info@romagnatrekking.it
Diventate escursionisti consapevoli …e buoni passi a tutti!