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Briciole di natura

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A cura di Riccardo Raggi

Un gioiello sconosciuto: alla scoperta del Museo Ornitologico “Ferrante Foschi”

Pur essendo attivo da quasi quarant’anni, molti forlivesi non sanno della presenza a Forlì del Museo Ornitologico “Ferrante Foschi”, l’unico museo in città a sfondo scientifico-naturalistico

Il Museo ornitologico è stato istituito nel 1983, grazie ad una convenzione stipulata fra il Comune di Forlì e Ugo Foscolo Foschi, proprietario della collezione e figlio di Ferrante Foschi, il celebre ornitologo che ha ispirato la creazione di questo polo culturale, inizialmente dedicato all’ornitologia, ma che poi nel corso degli anni si è allargato alle scienze naturali nel loro insieme.

Ma chi era Ferrante Foschi? Forlivese nelle origini e nel temperamento, Ferrante svolgeva la professione di avvocato e, parallelamente, conduceva studi e ricerche in ambito ornitologico. Questa sua passione nacque, come spesso accade, da un rapporto di amicizia con un altro concittadino illustre: il famoso naturalista Pietro Zangheri. Quest’ultimo nel 1934 regalò al diciannovenne Ferrante tre uccelli “impagliati” (un Tarabuso, una Ghiandaia marina e un Airone cenerino) e da quel momento iniziò l’amore di Foschi per l’ornitologia. Come tutti i collezionisti dell’epoca (Zangheri compreso), anche Foschi si procurava gli esemplari da inserire in collezione tramite la caccia, ma ebbe anche l’intuizione e l’intelligenza di salvare intere raccolte, acquistandole da colleghi ornitologi, arricchendo così il proprio posseduto con esemplari provenienti da tutte le parti d’Italia. In questo piccolo museo forlivese (ma di importanza nazionale) sono infatti conservati esemplari di quasi tutti gli uccelli che frequentano l’Italia (o perché vi passano alcuni mesi durante la stagione invernale o perché nidificanti nella stagione primaverile-estiva o ancora perché presenti stabilmente tutto l’anno).

La passione per l’ornitologia portò Ferrante, assieme ad un piccolo gruppo di collaboratori, a fondare nel 1976 la Società Ornitologica Italiana, prima organizzazione in Italia ad occuparsi dello studio e della ricerca in questo specifico ambito.

Il Museo ha la propria sede nel palazzo Numai-Foschi, edificio del 1500, ancora di proprietà della famiglia Foschi: è costituito da due sale espositive più un terzo locale, non accessibile al pubblico, denominato sala-serie, ove sono conservati gli esemplari non esposti. Entrare in questo piccolo museo è come fare un tuffo indietro nel passato: gli armadi in cui sono custoditi gli animali, gli arredi essenziali e l’allestimento delle stesse vetrine sono ancora quelli del periodo della sua costituzione. Potremmo definirlo un museo “storico”, anche perché, essendo privato, non è possibile implementare e rinnovare la collezione con altri esemplari (come invece avviene per i musei pubblici) e già da diversi anni non sono state più confermate le convenzioni con gli enti locali, che garantivano un minimo supporto economico alla manutenzione e cura degli uccelli esposti.

Pertanto la fruizione di questa perla nascosta è possibile solo grazie all’Associazione Rilevatori Faunisti – A.Ri.F., che, in virtù di una convenzione con la famiglia Foschi, si occupa della gestione del museo. La stessa associazione poi, grazie alla collaborazione con le Guide Ambientali Escursionistiche di Romagnatrekking®, ha ripreso da qualche anno ad erogare attività didattiche per le scuole del territorio.

Rispetto agli standard della moderna museologia, l’allestimento delle vetrine risulta un po’ datato: innanzitutto ciascuna teca presenta una grande quantità di uccelli e gli stessi sono esposti secondo un criterio “tassonomico” (in una vetrina ci sono tutte le anatre, in un’altra tutti i gabbiani, in una terza ancora tutti gli avvoltoi e così via). Chi si trovasse a visitare invece moderni allestimenti vedrebbe, più spesso, dei diorami, cioè la ricostruzione scenografica di un ambiente (ad es. un bosco), in cui vengono collocati esemplari appartenenti a diverse famiglie/generi (es. picchi, cince, sparvieri, allocchi, …).

Nel complesso, però, questo museo ha il pregio di permettere ai cittadini di poter ammirare dal vero certe specie di uccelli, che difficilmente sarebbe possibile vedere in natura: la divulgazione è infatti uno delle colonne portanti di tutti i musei (di qualsiasi tipologia essi siano) e la prova di questo la si vede nello sguardo dei piccoli visitatori (ma anche in quello degli adulti), che restano sorpresi dalle dimensioni del Gufo reale o dai colori sgargianti del Gruccione.

Nel 2022, grazie ad un finanziamento del Servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del concorso "Io Amo i Beni Culturali", l’Istituto Comprensivo IC7 “Carmen Silvestroni” di Forlì – Scuola Secondaria di Primo Grado Zangheri, in partnership con Arif, coinvolgerà diverse classi nella realizzazione di un progetto, avente lo scopo di valorizzare il Museo Ornitologico e promuoverne la conoscenza fra la cittadinanza.

Per tutti coloro che volessero visitare il Museo è possibile chiamare il n. 0543-27999 (dal martedì al venerdì, dalle 9 alle 12) per concordarne l’apertura (o visitare il sito https://www.arif.it/museo.htm), mentre per tutte le scolaresche che volessero effettuare attività didattiche è possibile contattare il Responsabile delle Attività Didattiche (347.0950740 oppure info@romagnatrekking.it).

Per chi volesse approfondire la figura di Ferrante Foschi si consiglia di leggere il volume scritto dallo stesso Foschi, “Uccelli di Romagna”, in consultazione presso la Biblioteca Comunale di Forlì.

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