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Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

Le orchidee selvatiche: maggio è uno dei mesi migliori per vederle

Possiamo osservare le orchidee in tutte le regioni, dal livello del mare fino ai 2.500 metri, e quasi in tutte le stagioni

Quando pensiamo alle orchidee siamo portati ad immaginare quelle vistose piante, con pochi grandi fiori dalle forme strane e con grosse foglie lucide: sono le tipiche specie coltivate in serra e che hanno solitamente origini tropicali. Ma forse pochi sanno che anche in Italia vegetano, allo stato spontaneo, molte decine di specie di orchidee selvatiche, altrettanto belle e preziose: la maggior parte di esse, infatti, è soggetta a tutela integrale attraverso la Legge 150/1992, che recepisce la convenzione di Washington, la quale disciplina il commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione.

Possiamo osservare le orchidee in tutte le regioni, dal livello del mare fino ai 2.500 metri, e quasi in tutte le stagioni: infatti, a seconda della specie, possiamo vederle fiorire a gennaio oppure a fine settembre. Questa grande variabilità è legata non solo alla specie, ma anche alla latitudine e alla quota, tanto che la stessa specie può fiorire in periodi diversi, a seconda che ci si trovi al nord o sud Italia.

Le orchidee spontanee italiane, a differenza di quelle tropicali, sono terrestri perenni, con radici infisse nel terreno. Proprio la forma delle radici di alcuni generi è all’origine del nome attribuito poi a questo gruppo di piante: il termine greco orkis significa “testicolo” ed il botanico greco Teofrasto (371-278 a.C.), il primo che ha identificato il fiore, ha notato una certa somiglianza tra queste rizotuberi (questa la definizione corretta) e la forma degli attributi dell’anatomia maschile.

Anche una leggenda spiega come sia nata la prima orchidea: per gli antichi Greci è frutto della metamorfosi di Orchis, figlio di una Ninfa e di un Satiro. Il giovane s’innamorò di una sacerdotessa del dio Dioniso e tentò di sedurla con la forza: questo fece andare su tutte le furie il dio, che fece sbranare il ragazzo da belve feroci. Gli dei dell’Olimpo però, impietositi, mutarono i resti del giovane in un fiore che, nelle sue caratteristiche, era l’opposto del ragazzo: esile e delicato il primo, forte e passionale il secondo. L’esuberanza del ragazzo venne però mantenuta nelle radici della pianta, che sono forti e simbolo di mascolinità, anche a motivo della loro forma.

Le diverse specie italiane nascono in una grande varietà di di habitat, dai terreni asciutti e poveri fino ai sottoboschi freschi ed umidi, dagli ambienti di palude alle praterie alpine.

Le foglie delle orchidee sono poste generalmente alla base del fusto, sono lucide e parallelinervie, con forme che possono andare dall’ellittica all’ovata; i fiori sono costituiti da sei parti: tre sepali esterni e tre petali interni. Di questi ultimi, quello mediano viene definito “labello” ed è generalmente la parte più vistosa e caratteristica del fiore, legata al sistema di riproduzione. Per la maggior parte dei casi questi fiori si riproducono grazie all’impollinazione entomofila, cioè favorita dagli insetti, ed è proprio con meccanismi definiti di “seduzione ed inganno” che alcune orchidee attraggono a sé questi animali.

Le orchidee del genere Ophrys, ad esempio, hanno un labello più o meno estesamente ricoperto di peluria e con morfologia e disegni che ricordano l’addome di un insetto; a questo si aggiunge l’emissione, da parte dal fiore, di una sostanza volatile (feromone) in grado di attrarre sessualmente i maschi di alcune specie di imenotteri (api, bombi, …): ecco spiegata la seduzione e l’inganno delle orchidee. Questi animali, nel tentativo di copulare con le femmine della loro specie, si posano sul fiore e ne asportano il polline (che non è pulvirulento, ma è addensato in piccole masserelle spesso dotate di un dischetto adesivo); queste masserelle polliniche verranno ridepositate su altro fiore… mandando in bianco nuovamente l’insetto, ma fecondando l’orchidea, che così, a fine fioritura, potrà disperdere i suoi semi contenuti in un piccolissimo frutto chiamato capsula. Questi semi, leggerissimi, possono essere dispersi dal vento a grandissima distanza, ma per poter germinare hanno bisogno della presenza di un fungo del terreno che, mettendo a disposizione le sostanze organiche necessarie, permetterà all’orchidea di crescere.

Come si è detto in precedenza, le orchidee fioriscono in varie stagioni, anche se nel mese di maggio si assiste all’acme della fioritura di molte specie. La più vistosa e grande è l’Orchidea maggiore (Orchis purpurea), con un’infiorescenza che può superare i 10cm e con un colore che varia dal rosa tenue al fucsia acceso. La possiamo trovare nei boschi radi o sui pascoli, spesso a grandi gruppi, ma anche nei parchi e nelle aiuole cittadine: fiorisce in numerosi esemplari nel giardino di Villa Saffi a Forlì, ma anche in alcune aree verdi della nostra zona industriale, tanto che nel quartiere Coriano di Forlì è presente un cartellone che sensibilizza i cittadini sull’importanza della difesa di questi fiori presenti nei prati.

Ritornando alle specie che ingannano gli insetti a proprio beneficio, possiamo ricordare la Vesparia o Fior d’ape (Ophrys apifera) o l’Ofride fior di bombo (Ophrys bombyliflora) o ancora l’Ofride insettifera (Ophrys insectifera), che nel nome richiamano la specie di insetto di cui necessitano per riprodursi. Può capitare, a volte, che questi insetti sbaglino bersaglio, originando così esemplari ibridi di orchidea.

Alcune orchidee hanno colorazioni e forme particolari: è il caso della Cefalantera maggiore (Cephalanthera longifolia), dal fiore completamente bianco, o del Fior di legna (Limodorum abortivum), dal fusto grigio-verde-violaceo e dai fiori di un bel viola intenso. Se poi siete frequentatori dei prati dolomitici non sarà sfuggita ai vostri occhi la bellissima Nigritella rossa (Nigritella rubra), dal bel colore rosso rubino.

Insomma, che siate in un parco pubblico o in mezzo ad un boschetto di latifoglie o in una prateria alpina, lasciatevi incantare dalla bellezza di questi fiori, pensate a quanto siano preziosi e scattate una foto a ricordo di un bell’avvistamento.

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