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Briciole di natura

Briciole di natura

A cura di Riccardo Raggi

Un pettirosso stanco e infreddolito 'salvato' da un arbusto: è il Calicanto, la pianta dell'inverno

Introdotto in Europa nella seconda metà del XVIII secolo, è una pianta utilizzata prevalentemente a scopi ornamentali

In questi giorni, in alcuni giardini fiorisce una pianta che attira la nostra attenzione coi suoi fiori di un tenue colore giallo e dal profumo intenso: è il Calicanto. Scopriamo assieme alcune curiosità di questa pianta dalla fioritura invernale.

Il Calicanto (Chimonanthus praecox) è un arbusto di medie dimensioni, caducifoglia, originario delle foreste montuose del Sichuan cinese, dove cresce fino a 3.000 m. di altitudine; appartenente al genere delle Calycanthacee, questa pianta è ancora chiamata Calicanto nonostante il genere Calycanthus (istituito originariamente da Linneo nel Settecento) fu successivamente diviso in più generi e questo arbusto assegnato al genere Chimonanthus.
L’etimologia del nome scientifico Chimonathus deriva dal greco “χειμών” (cheimón) = inverno, e “ἄνϑοϛ” (ánthos) = fiore, in riferimento al periodo di fioritura, mentre il nome specifico deriva dal latino “praecox” = precoce, perché matura in anticipo rispetto alle specie simili.

Complice il caldo di questi giorni, possiamo trovare il Calicanto già sbocciato, anche se generalmente fiorisce nei mesi di febbraio o marzo, prima che la pianta abbia cominciato a produrre le foglie: ciò che vediamo quindi è un arbusto all’apparenza secco, ma completamente ricoperto da piccoli fiori profumati, senza picciolo e dotati di petali allungati, di colore bianco o giallo, dalla struttura cerosa. Le foglie, allungate e di forma simile a quelle del salice, compariranno solo in primavera, dopo o durante la fioritura.

Introdotto in Europa nella seconda metà del XVIII secolo, è una pianta utilizzata prevalentemente a scopi ornamentali anche se, una volta terminato il periodo della fioritura, è un arbusto abbastanza anonimo: rustico, resistente anche alla neve e al gelo, non necessita di particolari cure.  Ha una preferenza per i terreni ricchi e ben drenati, le posizioni soleggiate e ben ventilate; non ha problemi anche in ambienti “inquinati”, quindi è un’ottima pianta da coltivare anche in città, ma bisogna sapere che la fioritura avviene solamente dopo alcuni anni, pertanto è consigliabile acquistarlo già in fase adulta. Non necessita di potature regolari (intervento da realizzare successivamente alla fioritura). Se lo si volesse moltiplicare si può utilizzare la tecnica “per pollone”: durante il periodo primaverile si stacca dalla base della pianta un pollone, che verrà poi messo a dimora direttamente in piena terra. In alternativa si possono effettuare delle propaggini, interrando i rami lunghi in settembre; le propaggini si staccano dalla pianta madre dopo 2 anni.

Vi sono varie leggende legate a questa pianta: una di queste è legata alla nascita del Calicanto.
In un freddo giorno d’inverno, un piccolo pettirosso, stanco e infreddolito, vagava cercando riparo in un ramo per potersi riposare e proteggere dal freddo, ma tutti gli alberi che incontrava durante il volo si rifiutavano di dargli ospitalità. Il pettirosso stremato giunse nei pressi di un Calicanto, il quale, alla vista del piccolo uccellino, decise di dargli riparo e con le sue ultime foglie ingiallite provò a scaldarlo. Il Signore, che aveva visto il bel gesto, volle ricompensare la pianta, facendo cadere sull’albero una pioggia di stelle brillanti e profumate. Fu così che da quel momento il Calicanto fiorì in inverno.

Una seconda leggenda, che arriva fino a noi e che sottolinea la natura quasi magica di questo arbusto, ci racconta la storia di un bambino tanto malato, che per guarire aveva bisogno di un fiore. Ma era inverno, i giorni del gelo, il periodo in cui tutti i fiori debbono ubbidire alla grande “legge del sonno”. La madre disperata supplicava: “Alberi del mio giardino, vi ho sempre trattati con cura. Datemi un fiore per il mio bambino”. Ma gli alberi indifferenti dormivano e quelli che si svegliavano borbottavano: “Chi ha fretta di fiorire, ha fretta di morire”. Soltanto una pianticella, tutta coperta di bottoncini scuri, tentava di aprire le sue gemme per esaudire il desiderio della giovane mamma. Il gelo infuriato subito le gridò: “Vuoi disubbidire alla grande legge del sonno? Morirai!”. Ma una luce brillò e la pianticella si coprì di fiori profumatissimi. Era nato il Calicanto, il fiore che non ha paura del gelo. E la mamma, felice, lo portò al suo bambino, che immediatamente guarì.

L’ultima storia è quella che lega il Calicanto al Natale. Era una notte fredda di dicembre di tanti, tanti anni fa e tutto il mondo dormiva: gli uomini dormivano nelle loro case, gli animali dormivano nelle loro stalle o molti, in letargo, nelle loro tane. Le piante avevano già fatto cadere le foglie, per poter riposare meglio durante tutto l’inverno. Solo una piantina di Calicanto aveva sbagliato stagione: si era svegliata, mentre tutti dormivano, ed aveva caricato i suoi rametti di fiori. Vicino a lei c’era una grotta, dentro la quale avevano trovato rifugio un uomo, una donna e un bambino appena nato. Tutto ad un tratto dalla grotta si udì il vagito di un bambino. Incuriosita, la piantina decise di allungare i suoi rametti dentro la grotta, per vedere chi c’era all’interno. Timidamente il Calicanto guardò il bambino: non voleva farsi vedere, per non disturbare, ma Gesù (questo era il nome del bambino) vide il Calicanto e sorrise. La pianta non sapeva cosa donare al bimbo per ricambiare il bellissimo sorriso: aprì allora i petali dei fiori per dimostrare la sua gratitudine ed immediatamente un profumo soave si sparse per tutta la grotta. Il Bambino Gesù sorrise ancora e da quel giorno il Calicanto fiorisce tutti gli anni per Natale. (le leggende sono tratte dal sito www.viaggiatoriignoranti.it)
 

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