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Forlì ieri e oggi

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A cura di Piero Ghetti

Ex Eridania: a cinquant’anni esatti dalla chiusura s’intravede la luce in fondo al tunnel

Fine ottobre del 1972: nel grande zuccherificio di via Monte San Michele è appena terminata l’ultima campagna saccarifera della sua lunga storia

Forlì, fine ottobre del 1972: nello stabilimento Eridania di via Monte San Michele è appena terminata l’ultima campagna saccarifera della sua lunga storia. La via Gorizia, realizzata nel 1950 anche per agevolare l’attività del grande zuccherificio, ha accolto ancora una volta, a partire da agosto, le solite file di autotreni carichi di barbabietole. Quei camion sono difficili da digerire per i residenti, a causa dei gas di scarico di motori di antica concezione, che si muovono a singhiozzo giorno e notte, mano a mano che dalla fabbrica arriva l’ordine di avanzare. Quell’estate, come si intuisce dai quotidiani del tempo, il malcontento non ha assunto i toni degli anni passati: in città si sa già che quello sarà l’ultimo atto della vicenda.

Il contingentamento della produzione di zucchero imposto all’Italia dal neonato Mercato Comune Europeo, ha costretto il Gruppo Maraldi, che solo due anni prima aveva rilevato la fabbrica dalla Società Eridania, a chiudere gli stabilimenti di Forlì e di Cesena, per concentrare la lavorazione saccarifera provinciale nella sola “Sfir” di Forlimpopoli. Inizia lo smantellamento dell’impianto forlivese, occupante un’area di ben 140.000 metri quadrati: Maraldi smonta tutti i macchinari per trasferirli in Spagna e Jugoslavia, decretandone di fatto la dismissione.

Rimangono attivi solo i depositi, utilizzati per stoccare il prodotto di altri siti del gruppo. Il rovinoso incendio del 1989, che distrugge tre dei capannoni adibiti a magazzino, comporta l’abbandono definitivo dell’area, poi passata in altre mani ma mai rigenerata (adesso è in atto un fallimento). L’avventura del gigante addormentato, foriero di benessere per tante famiglie forlivesi coinvolte da decenni nella coltura della barbabietola da zucchero, era iniziata nel 1900. Quell’anno, il finanziere genovese Giovanni Battista Figari, per conto della Società Anonima Eridania Zuccherifici Nazionali di cui è presidente, costruisce con maestranze tedesche lo stabilimento di Forlì.

“I tecnici – si legge sul giornale Il Presente, ripreso da Sergio Spada in Agenda Storica di Forlì 1996 - che negli ultimi tre mesi hanno provveduto ad installare e a far partire i complessi macchinari del neonato zuccherificio Eridania, tutti importati dalla Germania, ultimato il lavoro di istruzione delle maestranze italiane hanno festeggiato il ritorno in patria la sera del 14. La notte, per l'esattezza. Hanno bevuto, hanno cantato e poi sono andati tutti insieme a ricevere i conforti di una sgualdrina. Che li ha puntualmente derubati, approfittando dello stato di inconsueta ebbrezza”. L’impianto, che occupa circa mille operai, arriva a lavorare quindicimila quintali di barbabietole al giorno, con una produzione annuale di centoquarantamila quintali di zucchero.

“Nel 1902 - si legge sul sito della Regione Emilia-Romagna-IBC - la direzione dello stabilimento fu affidata a Romolo Rossini, che sostituì il personale tedesco con maestranze forlivesi e potenziò la capacità produttiva con nuove attrezzature. La fabbrica di sobborgo Mazzini fu anche la prima ad utilizzare la luce elettrica, in un periodo in cui le strade cittadine erano ancora illuminate a gas”. Il secondo conflitto mondiale provoca danni gravissimi all’Eridania, che riesce però a riprendersi già nel 1946 e a riattivare completamente la produzione, che perdurerà sino alla chiusura, nel 1972. L’unico edificio sinora recuperato dell’intero sito, è la palazzina dei custodi di via Monte San Michele: stralciata catastalmente negli anni Novanta in sede di realizzazione del sottopasso ferroviario, è stata restaurata da un’immobiliare, che vi ha realizzato appartamenti destinati a civile abitazione.

A cinquant’anni esatti dalla chiusura, l’Eridania comincia ad intravedere la luce in fondo al tunnel. Il sindaco Zattini sin dal suo insediamento, nel 2019, ha dichiarato pieno interesse al recupero dell’ex zuccherificio, a cominciare dalla sua acquisizione. Non è escluso il ricorso ad una procedura d’esproprio per pubblica utilità, facendo leva sul valore attuale, decisamente abbordabile, di 1 milione e 180mila euro stabilito dalla perizia del Tribunale. Non ci resta che attendere il seguito degli eventi. 

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Il passato e il presente dell'ex Eridania nelle foto

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