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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Forlì ieri e oggi

Forlì ieri e oggi

A cura di Piero Ghetti

Forlì, quando Soffritti autotrasportava in tutta Europa

Grazie ai ricordi di Ariella ed Elio Soffritti riemerge dall’oblio la storia di un’azienda forlivese che, negli anni ’50, grazie all’intuizione del fondatore Amedeo Soffritti, assurse ai vertici dell’autotrasporto europeo

Addì 30 marzo 1931: a Forlì viene costituita la “Società Anonima Autotrasporti Soffritti”, con capitale iniziale di 120.000 lire e 6 soci. I due amministratori sono Amedeo Soffritti e il conte Marco Antolini Ossi. La sede legale è in via del Chiavicone, oggi via Valzania, ma tempo tre mesi, per l’esattezza il 15 giugno, e la neonata società acquista da Camillo Minghetti la Villa Gori Zattini, in viale Duca d’Aosta, 6 (dal dopoguerra viale Matteotti). Lo storico edificio, noto per aver ospitato nel 1849 l’Eroe dei Due Mondi Giuseppe Garibaldi, in fuga dagli austriaci dopo la fugace esperienza della Repubblica Romana, sarà immolato nel 1955 sull’altare del primo “grattacielo” di Forlì. La villa funge per anni da base operativa della crescente flotta di autotreni della società Soffritti.

“E’ stato mio nonno Amedeo - dichiara Ariella Soffritti, figlia di Aroldo e valente pianista classica – il vero artefice dell’operazione. Negli anni ’50, grazie alla sua intuizione, l’azienda assurse ai vertici dell’autotrasporto europeo”. Amedeo Soffritti nasce a Ospitale di Bondeno il 7 aprile 1889. Nel 1911 si sposa con Cristina Vanzini e il 13 aprile 1923 si trasferisce a Forlì con i 5 figli: Lina (1911), Aroldo (1913), Amelio(1914), Gino (1916) e Nello (1920). “Mio zio – ricorda Elio Soffritti, figlio di Renato fratello minore di Amedeo – non aveva studiato molto, ma dimostrò sin da ragazzino uno straordinario fiuto per gli affari. Intuite le grandi potenzialità dell’autotrasporto, nel 1923 avvia in via Ridolfi a Forlì la prima ditta denominata Soffritti Amedeo”. L’imprenditore sfrutta la grande amicizia con il conte Antolini Ossi, concessionario Fiat per la Romagna e con l’ing. Luciano Bartoletti, titolare della grande fabbrica di rimorchi. “Amedeo – continua Elio Soffritti – inizia caricando della sabbia dai fiumi per trasportarla nei cantieri di edifici e strade”. Acquista gli autotreni a credito da Antolini Ossi e li paga regolarmente negli anni a venire, mano a mano che cresce il suo portafoglio di ordini. Nel 1926 a Forlì apre i battenti il setificio Orsi Mangelli per la produzione di cellophane, rayon e forlion: fra Soffritti e la grande industria manifatturiera nasce un sodalizio strettissimo. Questo intreccio fiduciario fra grandi imprenditori forlivesi, porta Soffritti ad espandere il raggio dei trasporti in tutt’Italia.

“Nel giugno1932 – riprende Ariella Soffritti - la sede amministrativa viene trasferita a Milano e il conte Marco Antolini Ossi vende la propria quota ad Amedeo, che diventa così amministratore unico dell’azienda”. Nel giugno 1933, anche la sede legale viene trasferita a Milano. Nel giugno 1937, Amedeo crea la Società Anonima Immobiliare Soffritti e acquista la sede di Milano in via Principe Eugenio, 35 e di Torino in via Grossi, 28. Il 24 ottobre 1939, il fondatore si trasferisce definitivamente a Milano. Nel dicembre 1948, la Società Anonima Autotrasporti Soffritti cambia denominazione e diventa Soffritti S.p.A. Un anno dopo, il capitale sociale viene aumentato da 500.000 a 4.000.000 di lire. Il 30 aprile 1953, Amedeo da le dimissioni quale amministratore unico e al suo posto viene nominato il figlio Amelio. “Lo zio nel 1960 si trasferì per motivi di salute a Bordighera – riprende Elio - ma non si fece mai da parte: la sua costante presenza fece sì che per almeno un decennio, a partire dal 1955, la Società Soffritti sia stata una delle più importanti imprese europee dell’autotrasporto, con sedi logistiche a Bruxelles in Belgio, a Rotterdam in Olanda e una ‘join venture’ con Robertson Buckley e Co in Inghilterra”.

I camion Soffritti erano curati all’inverosimile, verniciati di color rosso Ferrari e con la scritta Soffritti Trasporti Europei sia sui fianchi che sulla motrice: “Destava emozione vederli marciare sulle strade italiane ed europee, diretti alla destinazione assegnata”. Solo a Milano, la società Soffritti aveva più di 300 impiegati. Lo stesso Elio ebbe un ruolo fondamentale nella dinamica dell’azienda. Era ancora un bambino quando prese a viaggiare sui camion dello zio, per poi divenire lui stesso un dirigente dell’azienda, con compiti di controllo delle filiali estere. Sia Elio che Ariella Soffritti spezzano una lancia in favore delle centinaia di autisti, molti dei quali forlivesi, che si sono avvicendati alla guida dei camion della grande azienda. “Ci sapeva fare anche con i dipendenti, che spesso premiava e incentivava come se fossero suoi familiari”. Uno degli autisti, Mauro Ragazzini, poi divenuto lui stesso imprenditore nel settore dell’autotrasporto, conserva ricordi indelebili dell’esperienza Soffritti, al punto da trasferirsi per alcuni anni nel deposito di Fermo, nelle Marche, assieme alla moglie Valeria, anche lei dipendente dell’azienda. Il 26 agosto 1965, Amedeo Soffritti muore a Bordighera. L’azienda continua ad operare con alterne fortune sino al fallimento decretato dal Tribunale di Milano nel 1976. In quell’anno chiude i battenti anche l’ultima sede forlivese dell’azienda, in viale Colombo. In quegli spazi oggi operano gli uffici amministrativi dell’Ausl Romagna e un supermercato.

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