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Martedì, 16 Aprile 2024
Forlì ieri e oggi

Forlì ieri e oggi

A cura di Piero Ghetti

Quando i napoleonici sfrattarono i Carmelitani

Fino all’avvento delle truppe di occupazione francese, nel febbraio del 1797, il grande complesso immobiliare di corso Mazzini oggi sede provinciale dell’Arma dei Carabinieri, fungeva da convento dei Padri Carmelitani.

Caserma dei Carabinieri di corso Mazzini: alcuni anni fa si sparse la voce che il grande edificio ottocentesco, sede del Comando provinciale dell’Arma, sarebbe stato ceduto. A fugare ogni dubbio intervenne lo storico e divulgatore Gabriele Zelli, che nell’articolo “La Caserma dei Carabinieri di Forlì sarà venduta”, pubblicato su 4Live nel 2016, confermò che l’Amministrazione Provinciale di Forlì-Cesena, proprietaria dell’immobile, avrebbe avviato la procedura di alienazione (l’avviso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione nell’ottobre 2016), in modo da trasferire l’immobile ad un fondo dello Stato e liberarsi di un costo gestionale importante. Per i Carabinieri è cambiato poco o nulla, potendo continuare a svolgere la loro indispensabile funzione di tutela dell’ordine pubblico da una postazione ben radicata nel cuore della città.

“Il corpo edilizio in questione – precisa Zelli - storicamente era la parte adibita a convento di un più ampio compendio, che comprendeva anche l'attuale chiesa del Carmine”. Fino all’arrivo delle truppe di occupazione napoleonica, nel febbraio 1797, quegli ampi spazi erano saldamente in proprietà dei Padri Carmelitani, uno dei più antichi ordini religiosi della cristianità. Giunti in Europa attorno al 1238 provenienti dall’Alta Galilea (attualmente parte dello Stato di Israele), si insediarono ufficialmente a Forlì il 9 novembre 1347. L'anno seguente diedero avvio all'edificazione della chiesa e dell'annesso convento in vinea abbatis”, la vigna dell'abate di San Mercuriale. Il centro di culto carmelitano, il più antico in Romagna, venne ingrandito tra il 1482 e il 1490 con la costruzione di una grande cappella. Col tempo, il presidio religioso, di impianto romanico, si dimostrò troppo piccolo per le esigenze della comunità.

La realizzazione della terza e ultima chiesa dedicata alla Beata Vergine del Carmelo, corrispondente all’edificio attuale, venne iniziata il 15 agosto 1735 e terminata 24 maggio 1746 su progetto del frate architetto Giuseppe Merenda. Arrivano i francesi comandati da Napoleone, che scacciano i religiosi e si insediano fra quelle mura, adibendole a caserma, magazzino e stalla. Con l'Unità d'Italia, sotto l’egida della Casa regnante dei Savoia, il convento passò dal Demanio statale al Comune, che lo adibì ad ostello per i poveri su progetto dell'architetto romano Pietro Camporese, lo stesso che aveva disegnato il Cimitero Monumentale di via Ravegnana. Successivamente lo stabile fu acquisito dalla Provincia, che ne dispose una radicale trasformazione, effettuata tra il 1868 e il 1873 su disegno dell’ingegnere capo Giulio Zambianchi, che alcuni anni prima, all’inizio della sua carriera professionale, aveva progettato e costruito il nuovo Duomo cittadino, in sostituzione della primigenia Cattedrale di Santa Croce. L’immobile fu destinato a sede della Regia Caserma dei Carabinieri, che vi entrarono il 14 novembre 1875.

“Da una prima porta d’ingresso - si legge nel Catalogo Generale dei Beni Culturali, disponibile sulla “rete” - si accede al monastero e alle ricche sale relative alla sacrestia della chiesa (è la piccola porzione dell’ex convento restituita ai Carmelitani nel 1914 assieme alla chiesa, ndr.), con armadi di gusto barocchetto. Dalla seconda porta dell’androne si entra nei locali modernamente trasformati in uffici relativi alla caserma dei Carabinieri, disposta intorno a due cortili centrali”. Zambianchi rifece anche la facciata principale, con l’applicazione di elementi neo cinquecenteschi. Durante l’occupazione tedesca nel corso della seconda guerra mondiale, l’edificio fu sede della Guardia nazionale repubblicana. “Nelle ore precedenti la liberazione di Forlì - si legge su resistenzamappe.it - l’edificio diventa uno dei centri di raccolta dei G.A.P. e caserma partigiana, per poi tornare sede dei carabinieri”. “Il complesso - conclude Zelli - è intitolato alla Medaglia d'oro al Valor Civile, brigadiere Andrea Lombardini, ucciso il 5 dicembre 1974 ad Argelato, in seguito ad una rapina in banca compiuta da alcuni esponenti del gruppo della sinistra extra parlamentare Potere Operaio”. 

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Foto storiche della caserma di Corso Mazzini

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