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Venerdì, 19 Aprile 2024
Forlì ieri e oggi

Forlì ieri e oggi

A cura di Piero Ghetti

Piazzale Indipendenza prototipo delle rotonde forlivesi

Il piazzale all’intersezione delle vie Matteotti, Oriani, Oberdan, Regnoli e Sauro fa riferimento alle tre Guerre d'Indipendenza sostenute dal Regno sabaudo in funzione dell’Unificazione d’Italia.

Qualcuno sostiene che la prima rotatoria costruita a Forlì sia quella scenografica e monumentale di Piazzale della Vittoria, realizzata durante il Ventennio fascista. Effettivamente, sin dal suo apparire, come documentano le cronache del tempo, impose a tutti i veicoli, anche a quelli a trazione animale, la circolazione obbligatoria in senso antiorario attorno al Monumento ai Caduti, realizzato da Cesare Bazzani nel 1932. In realtà si tratta di un grande ovale e non nacque per quella funzione. La madre delle oltre 90 rotonde (o rotatorie) stradali esistenti attualmente sul territorio comunale di Forlì, è dunque quella di Piazzale Indipendenza, realizzata nel 1999 dal Comune all’intersezione delle vie Matteotti, Oriani, Oberdan, Regnoli e Sauro.

“Questa Amministrazione – si legge nella deliberazione consiliare di approvazione del progetto esecutivo del Piano particolareggiato di Piazzale Indipendenza, di cui costituisce attuazione – intende procedere ad una sperimentazione provvisoria della rotonda propedeutica alla sua effettiva installazione, dovendosi verificare concretamente alcuni aspetti importanti prima di una sistemazione viaria definitiva, che, se attuata, comporterà forti ripercussioni su tutto il traffico veicolare urbano”. Si decise di intervenire con cautela, sull’esempio anticipatore di molte città del nord (il primo comune italiano ad adottare la rotatoria è stato Lecco nel 1989) e della Francia centro-meridionale (in Romagna la città pioniera è Ravenna), in modo da somministrare gradualmente la novità ai forlivesi. Quel che premeva ai tecnici comunali, era comunicare ai concittadini che la rotonda funziona alla francese: occorre dare la precedenza a coloro che già circolano all’interno dell’anello. L’esperimento ebbe esiti positivi, anche in termini di accoglienza da parte degli utenti della strada, al punto che di lì ad un anno si materializzò il più discusso dei “rondò” forlivesi, quello pendente di piazzale Santa Chiara. Fu così realizzato per dare la possibilità agli automezzi di accedere a via Monte San Michele attraverso il nuovo sottopasso ferroviario, inaugurato dopo mille vicissitudini (e due ditte fallite) nel settembre del 2002. Da quel fatidico 1999, le rotonde sono spuntate come funghi, fino a raggiungere il numero record di venti già nel marzo 2004. L’ultima ad aver visto la luce è quella, “mignon” ma utilissima, posta in fondo a via Monte San Michele, in corrispondenza dell'intersezione con via Cadore.

La “rotondina”, voluta dai residenti in forza di una petizione firmata da oltre 300 persone, consente anche a quanti provengono da via Trentola, di svoltare direttamente verso la Tangenziale senza più dover raggiungere via Gorizia e ritornare sui propri passi, con notevoli aggravi di tempo e smog. Entro quest’anno si dovrebbero aggiungere altre rotatorie di peso, a cominciare dalle due previste a Porta Schiavonia, in grado anche qui di ridurre tempi di percorrenza e consumi. Piazzale Indipendenza fa riferimento alle tre Guerre d'Indipendenza sostenute dal Regno sabaudo in funzione dell’Unificazione d’Italia. La Prima è datata 1848-49 ed iniziò con l'intervento del re di Sardegna, Carlo Alberto, in aiuto dei Lombardi insorti a Milano (Cinque Giornate). Si concluse con la sconfitta di Novara e l’armistizio di Vignale, in esito al quale Carlo Alberto abdicò in favore di Vittorio Emanuele II. La Seconda Guerra d’Indipendenza risale al 1859 e la sua preparazione diplomatica fu opera di Camillo Benso conte di Cavour: lo stratega piemontese, consapevole del fatto che, senza l'appoggio di una potenza europea non sarebbe stato mai possibile sconfiggere l'impero Asburgico, iniziò ad attirare le attenzioni delle potenze continentali sulla questione Italiana.

Il conflitto, combattuto dal Regno di Sardegna e dalla Francia contro l’Austria, si concluse con l’annessione alla Francia e successivamente al Piemonte, della Lombardia. La III guerra d'indipendenza del 1866 fu combattuta contro gli Asburgo in alleanza con la Prussia: l'obiettivo era acquisire il Veneto, dopo che il re d’Italia Vittorio Emanuele II aveva unito il Paese in esito ai plebisciti del 1859 e all’impresa dei Mille di Giuseppe Garibaldi del 1860. Nella storia del Piazzale Indipendenza tutto forlivese, rimane indelebile la foto scattata il 10 dicembre 1944 dal fotografo neozelandese George Frederick Kaje. Al seguito delle truppe del suo paese costituenti le avanguardie del Quinto corpo dell’Ottava armata britannica, al comando del generale Alleato McCreery, il “liberatore” di Forlì, Kaje documentò uno squarcio di attività del corpo neozelandese, in sosta con truppe e mezzi proprio in piazzale Indipendenza, che all’epoca era ancora parte integrante di viale Antonio Fratti, nel dopoguerra intitolato a Giacomo Matteotti. 

10 Dec 1944_Forlì_foto di George Frederick Kaje al soldato neozelandese in ple Indipendenza-2

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