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Forlì ieri e oggi

Forlì ieri e oggi

A cura di Piero Ghetti

"Vengo a prenderti stasera con la mia Torpedo blu": la nascita del Garage Fiat

“Nel 1922 – scrive Marino Mambelli in “900 forlivese, anzi italiano” – al confine con il Giardino Pubblico ebbe inizio la costruzione del grandioso e modernissimo Garage FIAT di Forlì”. L’automobile non era ancora un bene di massa, ma l’esigenza di un servizio d’assistenza alle vetture già circolanti, in gran parte FIAT, si avvertiva.

A Forlì, subito al di fuori di Porta Cotogni, c’era una volta la Piazza del Nord. “Sebbene posto in direzione sud-est – scrivono Gabriele Zelli e Marco Viroli in “Forlì, Guida alla città” – l’attuale Piazzale della Vittoria era detto del Nord per aver fatto da scenario all’accoglienza in città di un notabile russo”. Nel 1816, il grande spiazzo fu impreziosito dal nuovo Giardino Pubblico di Forlì. A parte la distruzione delle mura quattrocentesche, operata nel 1905 e prima ancora del Monumento ai Caduti, eretto nel 1932 su progetto di Cesare Bazzani, l’altro grande evento che nella prima metà del Novecento interessò la Piazza del Nord, nel frattempo intitolata ad Antonio Fratti, fu la creazione di un… garage. “Nel 1922 – scrive Marino Mambelli in “900 forlivese, anzi italiano” – al confine con il giardino pubblico ebbe inizio la costruzione del grandioso e modernissimo Garage FIAT di Forlì”.

Fu realizzato dalla Ditta Cantieri Ettore Benini su progetto dell’arch. Callisto Bianchi. L’automobile non era ancora un bene di massa (bisognerà attendere il boom economico degli anni ’60), ma l’esigenza di un servizio d’assistenza alle vetture già circolanti, in gran parte FIAT, si avvertiva. Il Conte Guarini, nel suo Diario annota che la prima macchina di cui si abbia notizia a Forlì, comparve il 5 marzo 1881: “In questi giorni – scrive – va girando per le vie della città una locomobile stradale, fabbricata dal meccanico forlivese Annibale Vallicelli. Oggi è andata a Forlimpopoli tirandosi dietro un omnibus pieno di gente, ha la forza di 8 cavalli e una velocità massima di 7 chilometri l’ora: eccita la curiosità del popolino”. Marino Mambelli, nella sua opera riporta anche che il primo forlivese a possedere un’automobile fu il conte Raffaele Orsi Mangelli nel 1903: “Vettura leggera a 4 posti, motore a essenza, forza 8 cavalli, fabbrica Bianchi”. L’anno seguente fu la volta del grande tenore forlivese Angelo Masini. “Fin dal 1910 – scrive l’indimenticabile Gilberto Giorgetti in “Foto di Famiglia: Forlì Ieri e Oggi” – la concessionaria FIAT per la provincia di Forlì aveva sede al n. 16 di Corso Garibaldi ed era condotta da Bianco Servadei. Il numero di telefono nel 1921, era 1-30. Dal giugno 1924 fu trasferita nella nuova sede di piazza Fratti, che disponeva di un’area coperta di circa 3000 mq. e di ulteriori 3500 mq. di parcheggio”. “Il Garage è fra i più vasti d’Italia – si legge nella “Monografia Industriale di Forlì” di Ettore Casadei – e può gareggiare per la ricchezza degli impianti e la perfezione dei servizi, coi modernissimi garage FIAT di Milano e Padova”.

“Annesso al garage FIAT – è ancora Gilberto Giorgetti – con ingresso dall’attuale viale Bolognesi, vi era la Società SITA, che era sorta nel 1920 ed aveva rilevato la Società Italia e Valle Bidente, che gestivano le linee automobilistiche postali Forlì-Rocca S.Casciano-Dicomano e Forlì-Meldola-Santa Sofia”. Nel 1926, la rimessa FIAT, accudita da sette impiegati e quindici operai, poteva contenere un centinaio di automobili. “Vengo a prenderti stasera con la mia Torpedo blu”, cantava Giorgio Gaber. Fra i veicoli custoditi nel Garage di piazza Fratti spiccavano appunto le “torpedo”, macchine “con profilatura esterna del cruscotto e chiusura delle fiancate all’altezza dei sedili”, di cui l’industria automobilistica torinese fu pioniera nel mondo. Nel 1954 la concessionaria è acquistata dal conte Vincenzo Antolini Ossi, lo stesso che nel 1959 affida a Bruno Bottau e Giorgio Bozzato la progettazione del nuovo Palazzo della Fiat. La piacevole facciata liberty del garage lasciò così il posto all’odierno palazzone. Il piano terra ha continuato ad esibire gli ultimi modelli FIAT fino al passaggio, alla fine degli anni ’70, della concessione alla Società Vifra e conseguente trasferimento dell’attività in via Meucci, nella zona industriale. Se il cosiddetto Palazzo della Fiat è divenuto sede di molteplici attività, fra cui una pellicceria e l’ufficio postale, della gloriosa rimessa, di cui si avvalse anche l’autista di Benito Mussolini per ricoverare l’Alfa Romeo del Duce in visita a Forlì, non c’è più traccia.

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