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Il Foro di Livio

Il Foro di Livio

A cura di Umberto Pasqui

Il latte è caro? Giù botte!

Gennaio 1911: aumenta il prezzo del latte. I forlivesi non stanno a guardare. Volano pugni con Mussolini e Nenni tra socialisti e repubblicani.

Assuefatti, ormai, al termine "crisi" e a un costo della vita sempre più esoso, si scopre che - storicamente - non si è davanti certo a un fenomeno nuovo. Per esempio: il 1911 si apre con un forte rincaro del foraggio. La causa? La siccità. Di conseguenza, il prezzo del latte passa da 0,20 a 0,25 lire al litro. L'iniziativa impopolare porta la firma della Fratellanza Contadini, sodalizio sorto a Forlì nel 1900 comprendente mezzadri, braccianti, affittuari, coltivatori diretti, guidato quasi esclusivamente da mazziniani. Per questo motivo, i socialisti muovono una campagna denigratoria contro i repubblicani, appellandoli sfruttatori, borghesi, affamatori dei vecchi e dei bambini. Come di consueto, il clima della Forlì di un tempo non era certo disteso: bastava poco per infiammare gli animi e la maggioranza dei nostri antenati non metteva al primo posto la diplomazia. Il 17 gennaio, presso il Foro Annonario in piazza delle Erbe, Aurelio Valmaggi e altri socialisti si scagliano pubblicamente contro il rincaro, proverà Pietro Nenni a spiegare le ragioni di questa misura senza riuscire a evitare una gragnolata di pugni che avrebbe reso necessario l'intervento della polizia. In quei giorni i contadini, dal canto loro, venivano malmenati e insultati quando, al mattino, portavano il latte in città. Infatti, smisero di farlo lasciando Forlì a secco. Il Comune ci metterà una pezza aprendo uno spaccio per il latte senza soddisfare, però, il fabbisogno urbano. Ed è proprio il Comune, repubblicano, a essere oggetto degli strali di tutte le opposizioni, da sinistra a destra. Per esempio non la mandò a dire Ezio Maria Gray, giornalista di origini lombarde che era stato chiamato dai liberali monarchici liviensi a fondare e dirigere "La Difesa",  testata nazionalista romagnola perennemente mordace contro i colleghi forlivesi Benito Mussolini (allora capo dei socialisti massimalisti e del periodico "Lotta di Classe") e Pietro Nenni (allora segretario della locale Camera del lavoro repubblicana e redattore del "Pensiero Romagnolo"). Mussolini e Nenni avrebbero approfondito la loro conoscenza (da due parti diverse dello steccato) quando, qualche mese dopo, arrestati entrambi per aver partecipato a una manifestazione contro la guerra in Libia, si sarebbero trovati compagni di cella nel carcere di Forlì. E anche qui si legge di una città attenta e sanguigna, trampolino di lancio per personaggi di rilevanza ben più alta del campanile di San Mercuriale, fucina di diverse testate giornalistiche certo faziose ma di tutto rispetto e con una sensibilità più nazionale che locale. La questione del latte? Non sarebbe finita certo così. 

Il 27 gennaio venne organizzato un altro comizio di protesta contro l'aumento dei prezzi del latte. Come sede dell'incontro fu scelta la piazzetta della Trinità (ora dedicata a Melozzo), all'ombra dell'omonima chiesa. Non si trattava di un'ubicazione a caso, aveva invece una chiara connotazione politica. Lo scopo, infatti, era preciso: sollevare Schiavonia contro i repubblicani. Così si aprirono le danze e si conferma il ritratto di una città che, un secolo fa, era tutto fuorché popolata da gente remissiva. Cosa accadde? Sul palco erano stati invitati Benito Mussolini per i socialisti, Armando Borghi per gli anarchici, Ezio Maria Gray per i monarchici. I repubblicani pretendevano il contraddittorio cercando di infiltrarsi. Ma alla prima avvisaglia iniziarono a volare le bastonate specialmente tra repubblicani e socialisti. La polizia non riescì a sedare la turba e venne chiamata addirittura la cavalleria per dividere le fazioni. Per il resto, ognuno ricevette la sua dose di botte: Gray fu salvato dalla polizia, Mussolini le prese, i socialisti fuggirono mentre i repubblicani, in fila, improvvisarono un corteo che si diresse fino al Municipio per applaudire l'amministrazione comunale. La polizia intervenne ancora, quando i repubblicani inscenarono un concerto di fischi sotto la sede de "La Difesa" in palazzo Orselli (era in via delle Torri, ove oggi ci sono gli omonimi Giardini) ma questa volta una legnata avrà colpito il comandante delle forze dell'ordine, Maldura. Il reo, Amleto Vignuzzi, sconterà due mesi di carcere. Dopo questi fatti, il Comune proporrà di far pagare il latte a 0,20 lire al litro a chi lo avesse acquistato allo spaccio comunale, e 0,25 lire al litro a chi lo avesse richiesto a domicilio. E, tutto sommato, nelle città vicine costava un po' di più. Fu solo una tregua tra le opposte fazioni politiche: intanto, però, a Forlì era tornato il latte.

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