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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il Foro di Livio

Il Foro di Livio

A cura di Umberto Pasqui

In musica tra Forlì e Londra

In un anno nevicò da ottobre a maggio: in seguito Cirri scaldò esibendosi come solista col suo violoncello

In questo difficile 2021 sembra che aprile sia più freddo di marzo. C'è poco da lamentarsi se ciò viene rapportato a un lontano inverno. Il 18 ottobre 1739 iniziò a nevicare imbiancando i tetti di Forlì, poi le strade, e chiunque si stupiva per un freddo tanto precoce. La neve, però, non mollò la presa e fino al maggio 1740 si registrarono importanti precipitazioni bianche: sette mesi! Uno slittamento stagionale, questo, che spostò alla fine di agosto la battitura del grano e, a cascata, tutti i lavori agricoli. In quel tempo stava ricevendo l'ordine sacro un forlivese che avrebbe fatto furore soprattutto all'estero.

Sarebbe stato lo stesso personaggio che avrebbe accompagnato Mozart al suo primo concerto pubblico. Il compositore di Salisburgo aveva appena otto anni e già in Europa stava destando stupore e meraviglia. In particolare, tra l’estate e l’autunno del 1764 era a Londra, dove compose sei sonate per violino, pubblicate poi nel gennaio dell’anno successivo e dedicate alla regina Carlotta, con parte di violoncello “ad libitum”. È proprio lo strumento a sbloccare il nome del forlivese finora tenuto nascosto: Giovanni Battista Cirri. Fu proprio lui a suonare assoli davanti al bambino prodigio e fece lo stesso anche con l’amico Johann Christian Bach, l’acclamatissimo figlio “londinese” del più noto Giovanni Sebastiano.

Allievo a Bologna di Giovanni Battista Martini (come lo fu tempo dopo il piccolo Mozart) e venne particolarmente apprezzato per lunghi anni nella basilica di San Petronio. Dal 1759, membro della prestigiosa “Accademia Filarmonica”, fu maestro di cappella della cattedrale di Forlì dove era stato battezzato il 1° ottobre 1724. La città natìa a poco a poco non gli bastò più: se a Verona firmò la sua prima partitura stampata, definendosi “professore di violoncello”, nel 1763 è a Parigi dove pubblica alcune opere, tra cui una sinfonia eseguita il 5 aprile, in occasione del “concerto spirituale”. Ebbe successo soprattutto nella corte inglese.

Stabilitosi a Londra, fu musicista da camera presso il Duca di York e direttore di musica per il fratello di re Giorgio III, principe Guglielmo Enrico Duca di Gloucester. Qui avvenne l’incontro con il bimbo Wolfgang. Rimase sulle sponde del Tamigi fino al 1780, dove fu fertile compositore, in particolare, di sonate per violoncello e basso continuo. Dunque Cirri fu noto specialmente come valente violoncellista, pioniere dello strumento come solista, entrando nel novero della scuola strumentale italiana del Settecento. Lo stampo tipicamente forlivese, fatto di amor fraterno e di modestia (per il volontario “profilo basso” il suo nome, dopo la morte, non ebbe e non ha la risonanza che merita), lo spinse a tornare a Forlì proprio nel culmine della fama per aiutare il fratello, ormai anziano, a dirigere la cappella musicale della cattedrale.

Il resto della sua vita fu diviso tra l’insegnamento, l’educazione musicale e alcuni viaggi a Firenze, a Roma e soprattutto a Napoli dove, nel 1782, è primo violino nel Teatro dei Fiorentini e violoncellista solista per gli spettacoli d’opera, nonché compositore per il sovrano partenopeo. Morì a Forlì, in borgo Cotogni, l'11 giugno 1808. Fu sepolto nel cimitero di San Giacomo Maggiore, camposanto che un tempo occupava parte dell'area conventuale di San Domenico in piazza Guido da Montefeltro. Scomparso questo cimitero, scomparvero i suoi resti mortali e la sua pietra tombale. Sulla lapide perduta vi si leggeva della sua notorietà e del suo impegno in Londra per contrastare il dilagare dei suicidi in Inghilterra. 

Gran compilatore di musica da camera (duetti, terzetti, quartetti), il forlivese creò anche sinfonie e, naturalmente, concerti per il suo strumento preferito: la gran parte dei suoi spartiti, però, è ancora in attesa di essere ascoltata. Da pochissimi anni, piano piano, il suo nome sta tornando alle orecchie di musicisti ed esperti. Influssi di Cirri, infatti, si trovano in Luigi Boccherini e nelle primissime sonate di Mozart dove, non a caso, è presente anche una parte per violoncello. Il suo stile suggestivo, sempre in bilico tra “disciplina matematica” ed emozione tiepida ma toccante, al contempo legato ancora a sonorità barocche tanto meramente italiane quanto spiccatamente europee, fanno del “professore di violoncello” un personaggio affascinante.

Nonostante la fama del tempo, l'interesse per una sua biografia più sistematica è fenomeno recentissimo, e questo spiega perché da qualche parte, anche in rete, si trova la sua nascita collocata nel 1740 (un ringiovanimento di ben sedici anni) a causa di calcoli errati o studi a quanto pare oggi superati. Farebbe bene alla città di Forlì riscoprire pure questa sua curiosa identità legata al violoncello e alla musica preclassica, anche oggi Cirri è più conosciuto altrove. 

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