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Il Foro di Livio

Il Foro di Livio

A cura di Umberto Pasqui

La Forlì del Dorchester Club

Se fossimo nel 1945, sarebbe possibile darsi appuntamento davanti al Garrison Theatre o al Dorchester Club. Addirittura piazza Saffi divenne un brandello di Scozia. Dov'erano questi luoghi?

Forlì, liberata tra il 9 e il 13 novembre 1944, l'anno successivo sarà una città "all'inglese". Non tanto per i prati (più di mattoni che di erba, a causa dei massicci bombardamenti) ma perché proprio alcuni luoghi, per qualche mese, muteranno in anglofonie. Nell'immagine, è evidente il piazzale della Vittoria ritratto, appunto, in quel 1945. Se il Monumento alla Vittoria è integro, è evidente la fessura, lo squarcio in quello che era il Collegio Aeronautico, provocato proprio dalla guerra. L'amplissimo palazzo poi sarà recuperato e utilizzato con finalità scolastiche. Dentro l'enorme edificio dall'intonaco giallo su disegno di Cesare Valle, sono conservate preziose decorazioni, in particolare l'Aula Mappamondi, l'Atrio delle Costellazioni e i mosaici in bianco e nero con la storia del volo. La statua di Icaro avrebbe il volto di Bruno Mussolini cui l'intera struttura era dedicata. Se da vent'anni, circa, sono presenti transenne sul lato lungo viale Roma non è per colpa dei bombardamenti. 

Tra le macerie della città orridamente mutilata, spuntano nomi esotici che di fatto i forlivesi non applicheranno mai. Dov'erano, per esempio, la St. Andrew's square, il Dorchester Club e il Garrison Theatre?

Occorre andare per ordine: qualche indizio, già nell'immagine è presente ma occorre aguzzare davvero la vista. In piazza Saffi, sul moncone della statua del Triunviro, il 28 gennaio 1945 comparirà un cartello indicante che d'ora in poi il politico forlivese, saltato per aria - nella versione marmorea - un anno prima, avrebbe perso la titolarità del Campo dell'Abate. St'Andrew's square, ossia piazza Sant'Andrea: ecco il nuovo nome per piazza Saffi. La scelta del santo pare un omaggio agli scozzesi: il Santo apostolo e la sua croce decussata rappresentano, appunto, detta terra. Sicuramente gli Alleati non hanno pensato agli Scotti che all'inizio di corso Mazzini avevano ricetto nella chiesa di San Pietro (scomparsa secoli fa), pellegrini romei delle isole britanniche che qui sostavano. Analogia curiosa. Diverse immagini presentano i pomeriggi della piazza nel '45 scanditi dall'esibizione della banda scozzese con le sue cornamuse per la gioia dei cittadini provati specialmente dalla coda straziante e feroce dell'ultimo conflitto mondiale. 

In quei mesi Forlì, chiaramente, era popolata da diverse divise anglosassoni: l'8 Armata britannica, comandata dapprima da Oliver Leese e poi da Richard McCreery, inquadrava unità inglesi, scozzesi, nordirlandesi e di tutto l'Impero (indiani, nepalesi, neozelandesi, canadesi, australiani, sudafricani), il II Corpo d'armata polacco, un nucleo di soldati greci e una brigata ebraica. Agli ordini dei generali inglesi vi erano alcuni Gruppi di combattimento dell'Esercito italiano.

Nelle giornate festive, i soldati britannici (anglicani) celebravano i loro riti in vari luoghi tra cui il Cinema Apollo. Le truppe alleate cattoliche (in particolare i polacchi), invece, andranno a messa a Santa Lucia, a Ravaldino e ai Romiti. I protestanti neozelandesi, infine, esprimeranno la loro religiosità in un fondo adiacente alla Celletta dei Passeri. La guerra non è ancora finita quando in piazza Sant'Andrea risuonano le note di Glenn Miller amplificate da altoparlanti su un grosso carrarmato. Tra gli altri luoghi di svago si possono citare il Garrison Theatre (quello che era e poi si richiamerà Esperia). Anche questo nome appartiene alla tradizione scozzese (un teatro omonimo, fondato nel 1903 nelle isole Shetland, dal 1942 era usato come luogo di spettacoli per militari). 

Nell'immagine si scorge a malapena, sulla facciata lungo piazzale della Vittoria, l'iscrizione Dorchester Club ospitato, appunto dentro quello che era il Collegio Aeronautico. Dorchester è il nome di un paio città inglesi, altre canadesi e statunitensi. In particolare, laddove è presente il suffisso chester traspare l'evidente traccia di un castrum romano, e anche qui le analogie - certamente non volute - sono curiose: in tempo di guerra, il castrum era l'accampamento militare, la sede, per esempio, di una legione. Sicuramente in questo caso il Club, in quanto tale, era luogo di ritrovo e di svago delle truppe inglesi. Proprio qui, il Town Major (comandante di guarnigione, della piazza militare), chiamerà Enzo Pasqui, nonno di chi scrive, in qualità di caricaturista al Dorchester tutti i giorni dalle 17 alle 20. Una caricatura "in diretta": cento lire. Così sarà fino al 4 agosto 1945 quando terminerà la giurisdizione alleata su Forlì che tornò a tutti gli effetti sotto il governo italiano. 

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