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Il Foro di Livio

Il Foro di Livio

A cura di Umberto Pasqui

Per un Ronco Lido da cartolina

Una “storia progettuale” per un luogo caro ai forlivesi. Dal ponte ligneo dei Galli alle prospettive future

Tra le pagine mercantili della rete spunta una cartolina singolare. Non è viaggiata, pertanto si lasciano agli esperti perizie sull'età. Nel retro, in modo assai laconico, è indicato “Forlì – Ronco” e si precisa la paternità: “Fot. Stefani – Ediz. G. Raffoni – Forlì”. Si vede uno stradello curvo in pendenza percorso da un umile carretto che conferisce suggestioni bucoliche al quadretto. Sullo sfondo, la mole di una chiesa che può essere l'unico riferimento, l'unico appiglio in un contesto fermo e lontano nel tempo. La strada che scende porta a quello che è noto come Ronco Lido. E la cartolina entra nella cronaca: è infatti di questi giorni la notizia che dopo un annoso contenzioso, l'area verde e ricreativa lungo l'argine del Ronco può essere levata dall'abbandono dall'amministrazione comunale con la speranza di poterle conferire una nuova e dignitosa veste

Tornando alla storia, si può cercare di approfondire che ruolo ha avuto, per la città, lo spazio verde che sagacemente prende il nome da antichi stabilimenti per i bagni fluviali: la spiaggia di Forlì. Se ciò che era il Lido risale a tempi più addietro, l'idea del Ronco Lido è tutta novecentesca. Verso la metà degli anni Cinquanta si rese necessaria la costruzione degli attuali argini del fiume Ronco. Vennero fatti i lavori e fu allora che i giovani del quartiere promossero il progetto di un semplice impianto sportivo dotato di un campo da calcio e un campo da tennis. Il lavoro fu portato avanti per lo più da volontari, col contributo in macchine e materiali da parte della Provincia di Forlì che allora era proprietaria dell'area. Dieci anni dopo fu realizzato un campo da calcio vero e proprio, con tanto di spogliatoio e con il 1970 si aggiunsero due campi da tennis attrezzati, una piattaforma per il giardinaggio e quanto serve per giocare a pallavolo. Successivamente fu allestito uno spazio per bambini e vennero impiantati alberi di pregio. Sorse quindi un edificio che dapprima fu bar, poi fu ampliato come pizzeria e tale rimase fino alla fine del Novecento. Così molti ormai adulti ricordano cene scolastiche di fine anno, oppure, più recentemente, feste universitarie. “La Cicala” è solo uno dei più nomi legati al luogo che chi vi è passato non potrà dimenticare. La “Tempesta ormonale” (frequentata festa universitaria che lì si era svolta per ben quattordici anni) prevista per l'8 giugno 2007, fu cancellata, non venne mai svolta. In seguito, silenzio ed erba alta. 

Il 17 luglio 1990, dopo una lunga trattativa, la proprietà dell'area passò al Comune di Forlì. Trent'anni dopo è evidente lo stato di abbandono, con l'edificio già pizzeria improvvisamente ridotto a rudere, degna scenografia da cortometraggio apocalittico. In effetti, giace inutilizzato da una quindicina d'anni e ora pare proprio che la questione si sia sbloccata. La vocazione naturalistica dell'area, meta anche di camminate sull'argine o pedalate familiari, nonché itinerario per pellegrini, sarà valorizzata come si deve? Ciò che l'incuria ha risparmiato dell'edificio un tempo meta di serate, potrebbe essere recuperato come osteria tradizionale all'ombra degli alberi, con tavoli anche all'aperto. Oppure un parco a tema aeronautico, vista la vicinanza e l'inevitabile connotazione al Ridolfi. Se il corso del Ronco, dal ponte della via Emilia a Magliano, pone evidenti istanze di turismo verde, non si dimentichi la storia che da qui è passata. Dall'acquedotto di Traiano al drago di San Mercuriale, dai cavalieri di Malta alla “grotta” di San Pellegrino, dai bagni del lido al “palazzo del diavolo”, dall'aeroporto alle guerre passate dal ponte, innumerevoli sarebbero gli spunti storici per progettare il rilancio di un'area non così marginale come sembra. Il ponte, in particolare, riveste ancora un ruolo di primaria importanza per il sistema viario forlivese, in più punti e nei punti nevralgici obsoleto. Costruito, distrutto e ricostruito più volte, vide il passaggio dell'esercito spagnolo nel 1715 (che si premurò di atterrarlo), cent'anni dopo fece da sfondo alle battaglie tra le truppe austriache e Gioacchino Murat. Se uno avesse poi pazienza, noterebbe, in luogo del ponte attuale realizzato nel dopoguerra, una passerella di legno fin dall'epoca dei Galli. Insomma, auspicando che si vada a pescare tra gli innumerevoli precedenti storici del luogo, si spera in un futuro da cartolina per il Ronco Lido. 
 

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