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Martedì, 16 Aprile 2024
Il Foro di Livio

Il Foro di Livio

A cura di Umberto Pasqui

Una facciata irriconoscibile per un luogo ben conosciuto

Un'immagine semplice semplice ricorda com'era un importante luogo di culto cittadino prima della sua ricostruzione. Quella facciata è stata sostituita nell'Ottocento con quella attuale. Di quale chiesa si tratterà?

Se qualcuno avesse inventato degli occhiali capaci di vedere le città “com'era”, se li avesse tarati, per esempio, agli anni '30 dell'Ottocento, durante una passeggiata in centro si sarebbe trovato davanti alla facciata della chiesa riprodotta nell'immagine. Inutile cercarla ora: c'è ma si presenta in modo diversissimo. I più attenti avranno optato per l'ipotesi “Carmine” in corso Mazzini, grazie al portale, ma non è così.

In un'antica litografia, la stessa facciata appare meno scarna e più agghindata, con qualche fregio di derivazione barocca in più e lo stemma del cardinale Capranica. Arriva ad assomigliare a ciò che resta di San Salvatore in Vico, in via Andrelini. Eppure non è nemmeno quest'ultima.

Il fatto che sia la sede della parrocchia di San Tommaso Cantuariense potrebbe o disorientare o essere l'indizio definitivo per dare la risposta.

L'immagine riproduce in modo semplice come appariva la Cattedrale nella versione pre-1841. Il 3 maggio di quell'anno, infatti, fu posta la prima pietra del Duomo come lo vediamo ora, nella sua versione ammantata di solennità neoclassica, con le sei grandi colonne che delimitano l'ingresso. La fabbrica lavorò per anni, facendo da contrappunto ai più acuti fermenti risorgimentali. All'interno sono state preservate parti antiche, come la Cappella del Sacramento, edificata con proventi di Caterina Sforza e dedicata alla Madonna della Ferita. E la ricca Cappella della Beata Vergine del Fuoco con la cupola affrescata dal Cignani.

La Cattedrale, di origini antichissime, fu ricostruita nel Quattrocento, secolo fondamentale per la storia forlivese: tra miracolo della Madonna del Fuoco, Ordelaffi e Caterina Sforza. In quanto “minacciava ruina”, già dai primi anni del '400 la Cattedrale fu al centro di un lungo percorso di ricostruzione. Il 13 febbraio 1425 si diede avvio alla fabbrica del Duomo che cinquant'anni dopo fu consacrato dal vescovo Numai col titolo di Santa Croce e San Valeriano. I rimaneggiamenti furono cospicui, anche grazie alla devozione dei forlivesi per l'Immagine della Patrona e alle elargizioni del cardinale Capranica. Già dal 1465 era stato collocato il portale, attribuito a Marino Cedrini, che ora adorna l'ingresso della chiesa del Carmine. Il campanile fu forse edificato sui ruderi di un'antica torre degli Orgogliosi, mentre gli Ordelaffi avevano dimora proprio davanti alla sede del Vescovo.

È da dire che più volte nella storia la Cattedrale ha cambiato “volto” nei suoi probabili nove secoli di vita, subendo ampli rifacimenti secondo gli stili del tempo: romanico, gotico, rinascimentale...
La chiesa quattrocentesca era a tre navate, gli archi si presentavano a sesto acuto e le navi a travatura scoperta. Quattro secoli dopo, ancora “minacciava ruina” sicché venne ricostruita. Non fu risparmiata dalla guerra: il campanile mozzato venne rifatto negli anni '70 del Novecento.

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