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Mangiar bene s'impara!

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A cura di Claudia Cecere

"Se il lattosio non va giù...": ecco cosa fare per l'intolleranza

Le domeniche passate in casa, col profumo della cioccolata in tazza e di un buon dolce sono inarrivabili a mio avviso. Ma come posso far tutto senza lattosio?

"Fit Bakery" non lo usa più. Ciao amici e ben tornati. Novembre è arrivato e il freddo sembra aver finalmente fatto capolino su Forlì. Questo significa cappotti, plaid, tisane e forni accesi. Le domeniche passate in casa, col profumo della cioccolata in tazza e di un buon dolce sono inarrivabili a mio avviso. Ma come posso far tutto senza lattosio? Innanzitutto "no panic": sappiate che almeno quattro persone su dieci ne soffrono e spesso questa intolleranza non viene riconosciuta perché i suoi sintomi sono simile ad altre malattie. Il disturbo porta l’incapacità a digerire questo zucchero, presente in ogni tipo di latte e può portare dolori addominali, gonfiore e diarrea. 

Ma perché accade cio’? Accade perché l’organismo no produce, del tutto o in parte, le lattasi, cioè gli enzimi presenti nella mucosa intestinale, che hanno la funzione di scindere il lattosio in galattosio e glucosio. La carenza o la mancanza delle lattasi prodotte nella prima parte dell’intestino tenue causa la cattiva digestione del lattosio. Questo rimane nell’intestino crasso, dove la flora batterica itnestinale induce la fermentazione, richiamano acqua e producendo acidi grassi. L’unico test attendibile per la diagnosi è l’H2-Breath test. Viene somministrata una dose massiccia di lattosio, poi vengono prelevati sei campioni di respiro, soffiando in una sacca ogni 30 minuti nell’arco di 3-4 ore.   

C’è una cura? La cura è l’esclusione degli alimenti contenti lattosio per riuscire a riprendere la ripresa delle normali funzionalità dell’intestino. Può essere temporanea o permanente. In questa fase l’esclusione del lattosio deve esser definitiva. Poi nel caso, se ne possono introdurre piccole quantità. Al giorno d’oggi esistono tante linee dietetiche che producono prodotti e latte senza lattosio o arricchiti di alcuni batteri che aiutano a digerirlo. E’ anche possibile acquistare integratori di lattasi, che possono esser presi prima dei pasti in cui non si è sicuri dell’esclusione del lattosio o per concedersi uno "strappo". 

Cosa fondamentale è quella di imparare a leggere le etichette degli alimenti: spesso l’industria alimentare utilizza negli stabilizzanti il lattosio, presente inoltre in molti farmaci. Prodotti da escludere tassativamente sono il latte vaccino, di pecora, di capra, di asina e di bufala, e i loro derivati. Attenzione anche agli insaccati, al cioccolato al latte, alla crema pasticceria, a biscotti con burro o latte, pane, gelati e buttate un occhio anche a prodotti confezionati come hamburger, polpette, gnocchi di patate, pure’, dado da brodo e liquori. Ricordatevi invece che il parmiggiano reggiano Dop o i pecorini con lunghe stagionature possono esser consumati perché perdono il lattosio con il tempo.

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